Cybersecurity: Anonymous attacca Israele nel cyberspazio

Anonymous attacca Israele nel cyberspazio

Nelle ultime ore gli hacktivisti con la maschera hanno divulgato nomi, email e password di impiegati pubblici israeliani e diffuso blacklist di siti governativi Usa invitando a colpirli per protestare contro le politiche americane in Medio Oriente

 Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 8 Dicembre 2017

Sono solo una manciata i siti bucati ma già da qualche ora circola un leak copioso di nominativi e asset strategici israeliani: questa volta Anonymous ha assunto le sembianze dei difensori della Palestina per protestare contro la scelta di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.

Anonymus dichiara guerra a Israele

L’assalto al cyberspace israeliano è cominciato con la solita dichiarazione in stile Anonymous: “Governi di Usa e Israele la nostra pazienza è finita! Basta parole, Adesso si agisce. Anonymous non può stare in silenzio davanti alle vostre azioni. È tempo di Anonymous.”

Gli attivisti con la maschera di Guy Fawkes hanno anche fatto un video e su twitter impazza l’hashtag di Operazione Israele, #opisrael, il modo in cui danno il nome alle loro campagne. Sono stati perfino riesumati gli alias di anonimi fiancheggiatori cyber dell’ISIS come Anonghost per partecipare all’attacco.

L’iniziativa punta a coniugare due battaglie di lungo corso degli attivisti di Anonymous: #OpUSA e #OpIsrael con una serie di hashtag aggiuntivi per la liberazione della Palestina e il riconoscimento di Gerusalemme come sua capitale.

Siti americani e israeliani ancora in piedi

La notizia dell’inizio delle ostilità era circolata già ieri con l’invito a tutta la galassia antagonista di colpire siti e domini americani come la Casa Bianca, La Federal Reserve, il portale open data, della sicurezza sociale e altri indirizzi sensibili del governo USA.
E tuttavia non sembrano esserci risultati effettivi di questa “giornata della rabbia digitale” probabilmente perché i siti elencati come bersaglio da Anonymous sono ben difesi e le armi usate dai guerriglieri digitali risultano spuntate contro di loro. Anche i siti target del governo israeliano sono tutti operativi, e non si saprà presto, forse mai, se sono stati violati nelle loro difese per rubare dati sensibili.

Il dump su cyberguerrilla.org

Intanto in rete circola un dump, una sorta di copia di database contenenti i nomi e indirizzi email di impiegati governativi e presunti agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano.
In rete si discute se siano dati sensibili e utili per ulteriori attacchi, ma di certo la guerriglia online scatenata da chiunque oggi indossi la maschera di Anonymous contro il riconoscimento di Gerusalemme stra producendo decine e decine di immagini propagandistiche e di messaggi contro Trump, gli Usa e il governo Nethanhyau.