L’innovazione non è un pranzo di gala. Non si può fare con tanta gentilezza e cortesia. L’innovazione, quella vera, è sempre una rivoluzione, è “cambiamento”. Quello vero.
L’innovazione è fare cose che prima erano impossibili oppure impensabili. Altimenti non è innovazione.
Qualche volta l’innovazione procede per gradi, è, come dicono gli esperti, “incrementale”, altre volte procede “a salti”, ma la vera innovazione comporta sempre un cambiamento di paradigma.
Ecco, quando parliamo di innovazione stiamo parlando di questo: di un cambiamento, necessario. E quando parliamo di innovazione, oggi parliamo del digitale, parliamo di reti e reticoli comunicativi, parliamo di Internet. Grazie alla rete l’innovazione tecnologica portata dalle tecnologie digitali si è tramutata in innovazione sociale, politica ed economica.
Vedete, da trenta anni a oggi, gran parte dell’attività umana si è smaterializzata, è diventata digitale e corre attraverso la rete: automazione produttiva, controllo a distanza, servizi di comunicazione, di cura, fomativi. Questo cambiamento va guidato nella libertà.
Perchè la rete e il digitale hanno permesso una redistribuzione del potere, del potere di decidere, del potere di scegliere, del potere di fare, come mai si era visto prima.
Noi dobbiamo accompagnare questo cambiamento. Non significa che dovremo smettere di produrre divani e fabbricare ceramiche. Non significa che dovremo smettere di occuparci della qualità dell’aria e dell’acqua o delle nostre relazioni umane. Al contrario, attraverso l’innovazione e le soluzioni che offre, potremo farlo meglio.
Quando parliamo di innovazione parliamo di tecnologie che abilitano altre tecnologie, parliamo di processi che abilitano altri processi.
E allora diventa importante ragionare come sta ragionando Obama, che non è un bolscevico, quando dice di volere liberare lo spettro delle radiofrequenze e di dare il wi-fi a tutti per permettere agli innovatori di sviluppare le tecnologie del futuro, per comandare auto senza pilota, dispositivi di eHealth nelle case dei pazienti e negli ospedali, connettere le scuole con costi minori, consentire alle amministrazioni locali di realizzare nuovi servizi per i turisti, alle aziende avvantaggiarsi delle connessioni ad alta velocità.
Per questo riteniamo importante nel Lazio una politica dell’innovazione che parte dal contrasto al digital divide e ponga la questione dell’alfabetizzazione informatica come diritto di cittadinanza.
Perciò pensiamo a usare tecnologie libere per permettere a tutti, ai cittadini, alle PMI di competere meglio: open source, open web, open data. Alla PA di “funzionare” meglio.
E per farlo dobbiamo difendere la neutralità di rete e delle piattaforme mediali.
E poi ci sono le Smart cities, la Green economy, il turismo e la cultura che possono diventare un nuovo modello di sviluppo, la base per un’altra qualità della vita. È per questo che ci battiamo.