Net neutrality, l’Italia: “Accesso alla Rete è diritto fondamentale”. Dietrofront dopo le critiche Ue
l sottosegretario di Stato Giacomelli a Repubblica.it: “Obiettivo della nostra azione sono i cittadini”. Decisione sul roaming rinviata al 2015
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Novembre 2014
L’ITALIA rimedia alle critiche dei ministri dell’Unione Europea sulla ambigua definizione di Net neutrality proposta, Il sottosegretario Giacomelli riafferma il valore di internet come servizio universale. Netta la posizione del Parlamento Europeo secondo cui il traffico in Rete non può essere discriminato.
“L’accesso adeguato alla rete è un diritto umano fondamentale”, “La neutralità della rete è per noi un valore primario”, “Chi se non l’Europa può promuovere un’idea della rete come servizio universale?” Sono queste tre affermazioni del sottosegretario di Stato Antonello Giacomelli, a definire la posizione dell’Italia in seno al consiglio europeo delle telecomunicazioni a Bruxelles. Tre affermazioni che in punta di fioretto rimediano in parte alle critiche dei giorni scorsi sulla scarsa incisività della presidenza italiana dell’Unione europea nel promuovere l’idea di una rete libera, aperta e neutrale. Ma si tratta appunto della posizione politica dell’Italia e non di una risoluzione vincolante né di un’indicazione legislativa per la quale ci si attende invece un complicato lavoro diplomatico che coinvolgerà Consiglio, Commissione e Parlamento Europeo già da dicembre.
LA DICHIARAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO (Pdf)
La diversità di posizioni tra i ministri europei delle telecomunicazioni è notevole e non riguarda solo la neutralità della rete e l’affermazione del principio che in nessun caso si possa filtrare, rallentare o bloccare l’accesso a Internet e ai suoi servizi. Le differenze emerse riguardano anche la decisione sulle tariffe di roaming, cioè sui costi delle comunicazioni dati e fonia dei cittadini europei quando varcano le frontiere: non c’è accordo sul fair use, cioè fino a quale soglia di consumo possono essere applicate oltrefrontiera le tariffe del proprio gestore nazionale. Motivo per cui la decisione di eliminare il roaming slitterrà al 2015 dopo le osservazioni dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche, il Berec.
Al cuore delle mediazioni rimane così il testo italiano del 21 novembre che tante polemiche aveva suscitato per l’ambiguità della definizione di neutralità suggerita dall’Italia. Perciò le perplessità rimangono, visto che erano in molti ad aspettarsi una presa di posizione più forte della presidenza italiana come invece ha fatto la Francia con il suo segretario di stato, Axelle Lemaire:”la Francia desidera inserire il principio della net neutrality nella legislazione europea: dobbiamo assicurare che l’accesso a internet sia neutrale, aperto e trasparente”.
A dare manforte a questa posizione sempre ieri è intervenuto il Parlamento Europeo che, con una votazione a larga maggioranza sulle misure di protezione dei consumatori del mercato digitale ha sottolineato l’importanza che “tutto il traffico Internet sia trattato in maniera paritaria, senza discriminazioni, restrizioni o interferenze, indipendentemente da mittente, ricevente, tipo, contenuto, dispositivo o applicazione.” Una risoluzione che dà secondo l’esperto Emilio De Capitani, una fortissima indicazione politica allo stesso presidente Juncker “non solo sulla net-neutrality, ma anche su altre questioni come il copyright, la protezione dei dati, la sicurezza delle reti e la concorrenza dei motori di ricerca”. Inutile dire che una posizione così determinata dell’Unione Europea in materia di mercato unico digitale la renderà più credibile sul tema della riforma della governance di internet a livello mondiale come auspicato ieri dallo stesso Consiglio UE.
Scontenti gli 800 operatori mobili dell’associazione GSMA che chiedono di non essere penalizzati da un eccesso di regolazione a favore delle internet company per poter investire nelle infrastrutture digitali. Sergio Boccadutri, il parlamentare pd che ha lanciato la proposta del Wifi obbligatorio per gli esercenti è tuttavia ottimista: “Mancando una sintesi finale ha fatto bene Giacomelli a chiarire che scopo di ogni intervento sono i cittadini dell’Unione. Meglio ripartire da qui che accettare un compromesso al ribasso tarato sui rapporti di forza tra telco e Over the top.”
Giacomelli ce lo conferma e dice: “Obiettivo della nostra azione sono i cittadini”, “L’accesso alla rete è un diritto della persona”. Ma se è tale, perché parlare di “accesso adeguato” suscitando tante perplessità? “La definizione di accesso adeguato che ho usato si riferisce alla decisione, già presa in sede europea, nell’agenda 2020, di garantire 30 megabit a tutti e 100 al 50% della popolazione.”
Il sottosegretario incontrerà a Roma il vicepresidente Andrus Ansip, delegato al mercato unico digitale, lunedì prossimo, ufficialmente per raccordarsi con la nuova commissione ma nei fatti per smussare le divergenze emerse nei giorni scorsi, sintonizzarsi sui temi della net neutrality e del roaming e accelerarne la road map. Se son rose fioriranno: l’anno prossimo verrà ridiscussa la direttiva sul servizio universale e potrebbe essere il momento giusto per l’Italia di prendere posizione in maniera chiara sulla net neutrality. Giacomelli non lo dice, ma ne è convinto.