“Le notizie? Le stiamo perdendo”. In libreria il secondo numero di aideM

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In libreria il secondo numero di aideM – rivista di critica della comunicazione, il trimestrale diretto da Giulietto Chiesa e Adalberto Minucci.

A più di due anni dalla scadenza del contratto dei giornalisti, l’informazione, una delle colonne portanti della nostra democrazia, è minacciata dagli interessi dei poteri politici ed economici. Il dossier di questo numero propone un viaggio critico all’interno di una professione in continua trasformazione:

* LE NOTIZIE? LE STIAMO PERDENDO
Giornalismo: radiografia di un mestiere in crisi.
Assetti proprietari ed editoria di Stato: chi controlla chi?
Con interventi di Furio Colombo, Gore Vidal, Giulietto Chiesa, Roberto Seghetti, Silvia Garambois, Roberto Morrione, Arturo Di Corinto
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Orizzonti futuri tra web e nuovi media

Orizzonti futuri tra web e nuovi media
Arturo Di Corinto

(AIDEM, rivista di Critica della Comunicazione, direttore Giulietto Chiesa http://www.aidem.it)

L’università californiana di Berkley ha calcolato che tra il 1970 e il 2000 sia stata prodotta la stessa quantità d’informazione generata dalla preistoria fino a oggi. L’informazione di cui parla la ricerca non è però soltanto quella tradizionale delle radio, dei giornali e della tv, ma include ogni forma di produzione di contenuti, compresi quelli generati attraverso la rete Internet.
Internet innerva ormai tutto il globo. Si calcola che almeno un miliardo di persone acceda alla rete globale e che essa sia costituita da un miliardo e 200 mila siti web. Su internet risiedono circa 60 milioni di blog e ogni giorno ne vengono creati migliaia di nuovi che ricevono quotidianamente circa 1,6 milioni di post, cioè di contributi scritti o multimediali.
In questo contesto, una stella di prima grandezza è Youtube, il popolare sito di video prodotti dagli utenti della rete, che nel volgere di un anno ha moltiplicato i suoi visitatori, che vi restano incollati per circa 20 minuti a ogni connessione, da 2,8 a 72 milioni. Youtube è stato acquistato da Google, l’azienda omonima del famoso motore di ricerca, per 1,6 miliardi di dollari: una cifra che forse sarebbe stata sufficiente per acquistare il New York Times.
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