Libro: Il futuro trent’anni fa. Quando internet è arrivata in italia

Il futuro trent’anni fa.
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uando internet è arrivata in italia

a cura di Laura Abba e Arturo Di Corinto

Manni Editori, maggio 2017

ISBN 978-88-6266-798-2
€ 15 pp.144
ebook € 4,99
www.mannieditori.it

Il 30 aprile 1986 dal CNUCE di Pisa fu inviato un pacchetto IP di dati al centro di Telespazio, a qualche centinaio di km nella piana del Fucino, la cui antenna a sua volta lo trasmise via satellite a Roaring Creek, in Pennsylvania. Dagli USA rispose un computer.

La prima connessione in Italia era stabilita.
Un pugno di visionari, ingegneri, hacker, cantastorie, da allora non ha mai smesso di credere di poter creare nel cyberspazio una civiltà della mente. E di forgiare “un futuro più giusto e più ricco per l’intera umanità costruito sulla collaborazione e non sulla competizione, sulla conoscenza libera ed aperta e su quel formidabile strumento di diffusione” che Internet prometteva di essere. A quell’epoca i calcolatori occupavano intere stanze, la parola blog non esisteva, i social network dovevano ancora essere inventati, però esistevano le reti a cui quelli che fecero l’impresa appartenevano: reti di computer e reti di persone. Questa è la loro storia, la storia di trent’anni di Internet in Italia.

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La Repubblica: Cyber security report 2016, il vademecum anti-hacker per la sicurezza nazionale

la-repubblica-it-logoCyber security report 2016, il vademecum anti-hacker per la sicurezza nazionale

Presentato alla Sapienza di Roma l’Italian Cyber Security Report 2016 realizzato dal Cis-Sapienza e dal Laboratorio Nazionale di Cyber Security-Cini. Un vademecum per le aziende e i decisori pubblici stilato dagli esperti della Sapienza presenta i controlli essenziali per difendersi dai cybercriminali

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 3 Marzo 2017

ROMA – ”L’Italia non ha una protezione adeguata nel cyberspace: costruiamola insieme ai privati e con una giovane e competente workforce.” Con queste parole Roberto Baldoni direttore del comitato di ricerca nazionale in cybersecurity ha aperto i lavori di presentazione dell’Italian cybersecurity report 2016 alla Sapienza di Roma. A ribadire il concetto interviene il prefetto Pansa, capo dei servizi segreti, che in chiusura dichiara: “Solo garantendo la sicurezza nel cyberspazio il nostro paese potrà entrare nella modernità”. Nell’aula magna dell’università dove campeggia L’Italia tra le arti e le scienze, il famoso dipinto di Sironi, stracolma per l’occasione, finalmente si è avuta l’impressione di una consapevolezza diffusa che per difendere l’economia di un paese sviluppato come il nostro si deve proteggere l’ecosistema Internet su cui poggiano tante attività industriali, sociali e amministrative. Continua a leggere La Repubblica: Cyber security report 2016, il vademecum anti-hacker per la sicurezza nazionale

Limes: Information warfare e hacking, le nuove frontiere dell’intelligence

aspettando_spieInformation warfare e hacking, le nuove frontiere dell’intelligence

Arturo Di Corinto
Leonida Reitano

per Limes di Luglio 2014

Lo 007 del terzo millennio non è un elegante signore in smoking, non si nasconde dietro occhiali scuri e barba finta, non ha licenza di uccidere, ma è un analista digitale che, senza che noi lo sappiamo, potrebbe starci seduto accanto. La guerra dell’informazione oggi si combatte sulle reti informatiche, sul web di superficie o sotto di esso, nel deep web, luogo in cui si cercano e spesso si raccolgono informazioni privilegiate, qualche volta dentro buste chiuse (file crittografati), ma più spesso usando informatori inconsapevoli e informazioni accessibili a tutti a patto di usare strumenti “speciali”.

Non si tratta però di un vero cambiamento metodologico. Da sempre, scopo di un servizio di intelligence è la raccolta e l’analisi di informazioni strategiche per assumere una superiorità informativa di fronte all’avversario, oppure per inquinare e neutralizzare le informazioni su cui il nemico basa le proprie scelte. Esito di ogni processo di intelligenze è comunque quello di riferire a coloro che governano i processi, le informazioni strategiche per la propria organizzazione.

Perciò la raccolta di queste informazioni avviene sempre attraverso tutti gli strumenti disponibili. Il nostro 007 digitale usa “fonti umane” (l’HUMan INtelligence), ossia reti di informatori da cui reperire informazioni confidenziali; intercetta comunicazioni (la SIGnal INTelligence); elabora e analizza immagini satellitari o di altri vettori (IMINT), studia e scompone “firme” chimiche, radio e spettrografiche di sistemi d’arma e vettori che possano nuocere alla sicurezza; oppure, ed è il caso più frequente, analizza fonti aperte, cioè pubblicamente accessibili (Open Source INTelligence). Continua a leggere Limes: Information warfare e hacking, le nuove frontiere dell’intelligence

GISWATCH: 2013 – Women’s rights, gender and ICTs

gisw2013_web_coverGISWATCH: 2013 – Women’s rights, gender and ICTs

Italy: The internet and activism for women’s rights
Lea Melandri and Giacomo Mazzone (with the support of Centro Nexa and Arturo di Corinto)

Introduction
The women’s movement in Italy started 40 years ago – in line with other movements born all over Europe at the beginning of the 1970s. Its moments of glory included the mobilisation around various civil liberties (such as the law that legalised abortion
in Italy in 1978) and the protest against violence against women that brought millions of women onto the streets to claim their rights.
The general decline of political action in the 1980s (characterised in Italy by the rise of terrorism) impacted on the women’s movement, which renounced mass street protests and preferred to concentrate on local action and on initiatives affect-
ing daily life.
The trend changed again in 2005, thanks to the use of the internet by the women’s movement. Myriad micro-initiatives have found ways of mobilising again using the internet, without the support of big organisations (such as unions and left-wing par-
ties) and even without the support of the traditional media which, in Italy, seem to have totally forgotten civil rights campaigns and gender debates since the end of the 1990s.

Nota: Anche quest’anno non abbiamo fatto mancare il nostro contributo al Global Information Society Watch: un valoroso gruppo di italiane e italiani hanno scritto il rapporto Donne e Internet. Si scarica qui: http://www.giswatch.org/2013-womens-rights-gender-and-icts

GISWatch is a collaborative community committed to building an open, inclusive and sustainable information society.

La Repubblica: Sì, troppo ego uccide il social

Sì, troppo ego uccide il social
di ARTURO DI CORINTO*
per La Repubblica del 28 Marzo 2012

E’ vero, troppo ego uccide il social. Beppe Smorto ha ragione e il suo intervento è stato quanto mai opportuno considerato il livello di feticismo associato alla presenza di molti di noi nei siti sociali. E’ anche vero che il medium è il messaggio, il twit è il messaggio, il profilo Facebook è il messaggio, ma per una malintesa idea di modernità secondo cui essere presenti sui siti sociali è diventato un must. Soprattutto per i politici, come ha ben analizzato Sara Bentivegna nel suo ultimo libro Parlamento 2.0. Strategie di comunicazione politica in Internet (FrancoAngeli, 2012).
Però. Andiamo con ordine, evitiamo le polemiche da bar sport e analizziamo il fenomeno.

Per spazzare il campo dalle prime obiezioni ricordiamo che adesso ci sono le prove scientifiche: Facebook favorisce l’esibizionismo. Se in molti avevano sospettato che gran parte del successo del social network riposava sulla coppia voyerismo-esibizionismo, la psicologia non ha più dubbi: i 15 secondi di celebrità che molti cercano su Internet spesso assumono un tratto patologico. Lo dice uno studio condotto dagli psicologi della Western Illinois University secondo cui il social network indurrebbe i giovani a comportamenti egoisti e a un pericoloso esibizionismo. Condotto con la tecnica del questionario e presentato nella rivista Personality and Individual Differences, lo studio mette in relazione il comportamento su Facebook e l’accumulazione di amici con i disturbi narcisistici di personalità. Continua a leggere La Repubblica: Sì, troppo ego uccide il social

Internet rights and democratisation. Focus on freedom of expression and association online

gisw2011_en

Arturo Di Corinto, Giacomo Mazzone, Centro Nexa
Global InformatIon
SocIety Watch 2011
Internet rIghts and democratIsatIon
Focus on freedom of expression and association online

http://giswatch.org/sites/default/files/gisw2011_en.pdf
http://giswatch.org

This edition of Global Information Society Watch is dedicated
to the people of the Arab revolutions whose courage
in the face of violence and repression reminded the world
that people working together for change have the power
to claim the rights they are entitled to.

(APC and Hivos Published)

I nemici della rete: il libro

nemici“I nemici della rete” – di Arturo Di Corinto e Alessandro Gilioli. Prefazione Stefano Rodotà

Formato: Tascabile
Pagine: 285
Lingua: Italiano
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Anno di pubblicazione 2010
Codice EAN: 9788817042758
Generi: Informatica, Internet e Web, Musica e spettacolo, radio & TV, Politica e società, Giornalismo e Editoria

La rete è la moderna frontiera della libertà e della democrazia. Luogo che apre canali di condivisione e scambio, internet è un diritto irrinunciabile, e la sua tutela l’unità di misura di un Paese civile. Nella corsa al digitale, però, l’Italia è il fanalino di coda dell’Occidente e il ritardo accumulato rischia di condannare i nostri figli a crescere in un Paese del terzo mondo.
Ma qual è il freno che ci tiene inchiodati al passato? A chi giova l’ostinazione all’arretratezza che risulta evidente nei rapporti tra potere e web?
In un’inchiesta accurata e coraggiosa Arturo Di Corinto e Alessandro Gilioli svelano il lato oscuro di una catena di ottusità e interessi: leggi che sono al limite della censura, una burocrazia che è un pachiderma mangiasoldi, un’opposizione politica maldestra che nasconde la difesa di lobby intoccabili, fondi destinati all’innovazione che restano congelati nelle casse dello Stato, l’astio di una certa casta di giornalisti che vede tremare una tradizione di privilegi.
Ma in un’Italia in affanno, gli autori raccontano anche le storie dei pochi illuminati che hanno visto nel web una risorsa, non soltanto per le proprie tasche, indicando così la strada perché il futuro non resti per noi soltanto un’ipotesi.

ALESSANDRO GILIOLI è giornalista de “L’espresso”e tiene il blog “Piovono rane”. Ha scritto, tra gli altri, Forza Italia: la storia, gli uomini, i misteri e, con Renato Gilioli, Cattivi capi, cattivi colleghi e Stress Economy. Per BUR Futuropassato ha pubblicato Premiata macelleria delle Indie (2007).

ARTURO DI CORINTO ha fatto ricerca e insegnato presso la Stanford University e la Sapienza di Roma. Consulente per la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’Onu, scrive per “Il Sole 24 Ore”. È autore di numerosi saggi, come Hacktivism (2002). Il suo sito è www.dicorinto.it.

La recensione di Vittorio Zambardino

La recensione di ZeusNews

Segnalazione de L’Espresso

L’articolo su Il Fatto Quotidiano

L’articolo di Ilpost

Intervista a Zapping, Radio 1 Rai

Intervista Sky TG 24

Intervista a Wired

Intervista a RaiNews24

Segnalazione da il Fatto

Recensione: Il Giardino del Mago

http://www.omat360.it/

La recensione di Il Giornale

La Gazzetta del Mezzogiorno: Intervista a Arturo DI Corinto su I Nemici della Rete

Segnalazione dello European journalism observatory

L’Indro

Barack Obama: un successo costruito in rete (a suon di dollari)

Arturo Di Corinto e Ania Maslova
per Cometa, Rivista di comunicazione, etica, ambiente

Storicamente, il dibattito sulla competizione online dei partiti si è concentrato sul presupposto che Internet possa contribuire a «livellare il campo di gioco» della comunicazione politica, permettendo alle formazioni minori di competere ad armi pari con i partiti «incumbent”, favorendo un maggiore pluralismo democratico. Questa tesi si basa su quattro elementi: a) la natura di Internet, un medium globale e immediato che offre l’opportunità di creare una propria piattaforma mediale; b) l’abbassamento dei costi professionali delle campagne condotte via Internet che consente di produrre comunicazione politica a costi bassissimi grazie a pochi mezzi e un know-how specifico; c) l’ethos di Internet che si è sviluppata a partire da avanguardie libertarie e anarchiche ideologicamente vicine alle formazioni radicali e minoritarie; d) l’effetto moltiplicatore per cui la compresenza sulla stessa piattaforma o canale, Internet, annullerebbe gli squilibri prodotti nei media mainstream, facendo acquisire legittimità e credibilità anche alle piccole formazioni.

Questo approccio è stato successivamente contestato dai cosiddetti teorici della normalizzazione. Continua a leggere Barack Obama: un successo costruito in rete (a suon di dollari)

Equo compenso: la proposta di FHF e Frontiere Digitali

logo fhf
Scarica il Documento della Free Hardware Foundation sull’Equo compenso

L’articolo 5 della direttiva 2001/29/CE ha previsto la possibilità per gli Stati Membri di disporre eccezioni o limitazioni al diritto esclusivo di riproduzione per quanto concerne le copie su qualsiasi supporto effettuate da una persona fisica per uso privato e per fini né direttamente, né indirettamente commerciali a condizione che i titolari dei diritti ricevano un equo compenso che tenga conto dell’applicazione o meno, all’opera o agli altri materiali interessati, di misure tecnologiche di protezione.

Le ragioni che la Comunità pone alla base dell’equo compenso sono esplicitate nel considerando 35 della direttiva, allorquando si afferma che esso è necessario affinchè i titolari dei diritti “siano adeguatamente indennizzati per l’uso delle loro opere o dei materiali protetti”. “Nel determinare la forma, le modalità e l’eventuale entità di detto equo compenso”, prosegue il considerando in commento, “si dovrebbe tener conto delle peculiarità di ciascun caso… un valido criterio sarebbe quello dell’eventuale pregiudizio subito dai titolari dei diritti e derivante dall’atto in questione. Se i titolari dei diritti hanno già ricevuto un pagamento in altra forma,
per esempio nell’ambito di un diritto di licenza, ciò non può comportare un pagamento specifico o a parte. Il livello dell’equo compenso deve tener pienamente conto della misura in cui ci si avvale delle misure tecnologiche di protezione contemplate dalla presente direttiva.

e-gov 2012: l’innovazione tecnologica come leva per la gestione, fruizione e conservazione dei Beni culturali

logo1.png13 maggio, mercoledì – mattina
e-gov 2012: l’innovazione tecnologica come leva per la gestione, fruizione e conservazione dei Beni culturali
* 13/05/2009
* 10:00 – 13:00

Il progetto CulturAmica nelle sue parti di backoffice (la rete della Cultura) e di frontoffice (il portale della cultura e i portali dei musei) costituisce una potente leva per una migliore gestione, fruzione e conservazione del Beni culturali, vero giacimento di risorse preziose per il Paese. Il convegno anche qui darà conto di quanto fatto e delle strade intraprese e sarà gestito in collaborazione dal DIT e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Coordina Antonia Recchia. E’ stato invitato il Ministro Bondi.

Programma

Chairperson

Antonia Pasqua Recchia (Direttore Generale Organizzazione, Innovazione, Formazione, Qualificazione professionale – Ministero per i Beni e le Attività Culturali)

Relazioni

Umberto Croppi (Assessore alle Politiche Culturali e alla Comunicazione – Comune di Roma)
Arturo Di Corinto (Ricercatore – Università degli Studi di Roma “La Sapienza”)
Scarica il testo dell’intervento.it al Forum PA in .pdf

Scarica le slide dell’intervento.it al Forum PA in .pdf
Scarica le slide dell’intervento.it al Forum PA in .ppt

Manola Giusti (Segreteria Tecnica – Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie)
Digital Preservation : A Forward-Looking Mission
Carlo Musacchio (GEH Sales Manager – Local Government, Healthcare, Education and Research – SUN MICROSYSTEMS ITALIA)
Gianfranco Pontevolpe (Responsabile Ufficio progettuale Dematerializzazione – CNIPA)
Stefano Luigi Torda (Capo – Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie)
Francesca Velani (Consigliere Delegato – Promo P.A. Fondazione)

Culturalazio.it: una piattaforma aperta per i contenuti generati dagli utenti

home culturalazio
“Cultura bene comune”
Culturalazio.it: una piattaforma aperta per i contenuti generati dagli utenti
Arturo Di Corinto – CATTID, Sapienza Università di Roma

Sommario
Culturalazio.it, il portale dell’assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio, nasce con l’obiettivo di affermare un concetto di cultura accessibile da tutti, all’interno del quale il cittadino è visto non solo come un mero fruitore di contenuti, ma come suo primo produttore.
L’idea portante di Culturalazio.it è infatti che la cultura sia una risorsa collettiva, in termini economici e sociali, un “bene comune”, e che un portale regionale della cultura possa servire a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale, della storia, delle tradizioni, degli usi e dei costumi di un territorio.

Scarica il paper in .pdf

Mickey Mouse appartiene a tutto il mondo

Pubblicato in Karma@Pa

10/04/2008

Negli ultimi anni il copyright (il diritto d’autore in Italia) ha smesso di essere un argomento esoterico per avvocati ed è diventato un tema di importanza cruciale per chiunque sia coinvolto a vario titolo nella produzione e fruizione di cultura.

Il copyright fa ogni giorno capolino nei quotidiani, nei tiggì, nei convegni universitari, perfino nella posta elettronica con cui gli amici ci spediscono musica e fotografie. E nei prossimi anni avrà un ruolo fondamentale rispetto al modo stesso in cui penseremo la creatività: sia in termini di proprietà che di collaborazione. Insomma è diventato un tema la cui analisi non può più essere lasciata ai soli avvocati.
Il copyright è nato e poi si è consolidato come un dispositivo di bilanciamento per garantire agli autori un incentivo alla produzione di opere creative e allo stesso tempo favorire la loro circolazione presso il pubblico, coè nella società, affinchè chiunque potesse goderne. Non è nato certo per tutelare i profitti delle case edtrici come qualcuno sostiene. E la migliore dimostrazione del ruolo di garanzia di questo istituto sta nel fatto che da sempre le biblioteche pubbliche esistono come alternativa alla distribuzione commerciale delle creazioni culturali. Il problema è che nel tempo questo equilibrio si è progressivamente spostato a favore dei detentori dei contenuti culturali, cioè case editrici, discografici, conglomerati mediatici, e nei fatti è diventato un modo per bloccare la creatività e la voglia di sperimentare degli stessi artisti che nel copyright avevano individuato un modo per guadagnarsi da vivere. Continua a leggere Mickey Mouse appartiene a tutto il mondo

Dove si sta dirigendo il dibattito sulla proprietà intellettuale? Ce ne parla Arturo Di Corinto, docente di Comunicazione mediata dal computer presso l’Università La Sapienza di Roma

Pubblicato in Karma@Pa10/04/2008

Dove si sta dirigendo il dibattito sulla proprietà intellettuale?
Ce ne parla Arturo Di Corinto, docente di Comunicazione mediata dal computer presso l’Università La Sapienza di Roma.

La grande impalcatura a difesa del diritto d’autore non regge più. Troppe cose sono cambiate da quando in Inghilterra nel 1710 venne promulgato lo Statuto di Anna, con il quale veniva stabilita un’esclusiva per la stampa dei testi attribuita ad autori o cessionari di quel diritto, rinnovabile di 14 anni. La normativa internazionale da allora ad oggi si è evoluta, ampliando e allungando la tutela delle opere fino a cinquanta, settanta, novant’anni, e inasprendo le pene, pecuniarie e detentive, per la violazione dei diritti economici e morali dei titolari. Ma da allora ad oggi sono state tali e tante le evoluzioni della tecnologia che, per quanto il diritto cerchi di distinguere le norme dai mezzi e dagli strumenti per evaderle o farle rispettare, non è più possibile applicare quel modello alla modernità.

Per tre ordini di motivi: la rivoluzione informatica ha messo nelle mani di ciascuno potenti media digitali, i personal media, con i quali è possibile registrare, manipolare e veicolare qualsiasi aspetto della realtà e dell’esperienza; gli strumenti e le infrastrutture di comunicazione sono diventati digitali, ubiqui, spesso gratuiti; è cresciuta l’esposizione degli individui a questi strumenti e insieme l’attitudine al loro uso creativo e collettivo. Che oggi viene anche insegnato a scuola e nelle Università. Continua a leggere Dove si sta dirigendo il dibattito sulla proprietà intellettuale? Ce ne parla Arturo Di Corinto, docente di Comunicazione mediata dal computer presso l’Università La Sapienza di Roma

Sul futuro dei media digitali e della carta stampata

Pubblicato in Karma@Pa

Alcune riflessioni sul futuro dei media digitali e della carta stampata.

Arturo Di Corinto*

Quando parliamo del futuro dei media digitali i partecipandi al dibattito si schierano subito dalla parte degli apocalittici o degli integrati. Il motivo? Il digitale mette in crisi il copyright (il diritto d’autore in Italia). Eppure un atteggiamento più sereno è possibile se proviamo a riportare il discorso alla sua giusta dimensione.

Proviamo a viaggiare nel tempo con l’immaginazione, e a tornare a un anno rivoluzionario: il 1448. E’ la data della comparsa di una nuova e rivoluzionaria tecnologia, quella della stampa a caratteri mobili, destinata a cambiare radicalmente il nostro modo di comunicare nei secoli successivi. L’idea geniale fu di un fabbro di Mainz, Johannes Gutenberg, ed ebbe subito un effetto, quello di mettere in crisi il “monopolio” degli amanuensi nella riproduzione dei testi sacri. Grazie a questa invenzione si incominciò subito a stampare la bibbia e poco dopo anche le perdonanze papali, creando, all’improvviso, un mercato inesistente, quello delle indulgenze, contro cui si scagliò Martin Lutero. La stampa a caratteri mobili diede un clamoroso contributo al Rinascimento favorendo l’affermazione del vernacolo e il declino del Latino, che a sua volta preparò l’Europa agli Stati nazione.

Allora la prima riflessione da fare è: se la Bibbia fosse stata tutelata dal diritto d’autore, il celebre artigiano avrebbe potuto permettersi di stamparla? Probabilmente no, con effetti immaginabili per noi tutti che veniamo dalla forma-libro della cultura. Il punto non è che sarebbe ancora il solo clero ad amministrare la parola di Dio, ma che sarebbe stato fortemente ritardato quel grande effetto di trascinamento sull’alfabetizzazione delle masse che la possibilità di leggere ciascuno la Bibbia ha determinato. Continua a leggere Sul futuro dei media digitali e della carta stampata

Open Source Software: Fostering local economies

Arturo Di Corinto

Implementing a Digital Business Ecosystem vs. 0.2

The European economy is slowing. The rise of the euro is taking a toll on exports because the its appreciation has boosted the cost of European products and many Europeans think is better to buy from the dollar area.

In a scenario marked by a modest growth of the global economy (mainly for the higher price of oil) the strengthening of the euro cuts deeply into the competitiveness of European companies. Especially the IT sector is exposed to the risk of new monopolies, consolidation and the ultimate colonization of European IT firms by large enterprises, especially from Usa and Japan.
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SMEs, Business Ecosystems and Open Source Software

Digital Business Ecosystem
Arturo Di Corinto
01/09/04

“Small and medium-sized enterprises (SMEs) are the backbone of the European economy. Accounting for 99% of enterprises, Europe’s 19 million SMEs are the main source of new jobs and play a key role in enabling Europe to compete in world markets. Although they tend to get lumped together under the one label, in reality SMEs are highly diverse. Some are dynamic and flexible with an innate ability to innovate and respond to changing conditions. Others are traditional, based on family involvement and embedded in local business environments. Still others are start-ups, fragile organisations striving to exploit niche markets or technologies”.
IST 2003: The Opportunities Ahead

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Musica on line e pirateria

Musica on line e pirateria
Arturo Di Corinto
19/06/03

“Siamo stati abituati a comprare un libro consci che avremmo potuto scambiarlo, regalarlo ad un amico, metterlo da parte e rileggerlo a distanza di tempo, finanche venderlo. Siamo stati abituati a comprare un disco di vinile a copiarlo in una cassetta e portarcelo al mare, invitati dalla pubblicita’ a comprare uno stereo con doppio mangianastri per condividere la musica con gli amici o fare una copia di riserva di una cosa che puo’ rovinarsi. Ma allora perchè non lo possiamo fare coi computer?”.
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