Agenda digitale, due anni per modernizzare l’Italia
Agenda per la semplificazione, decreto per il sistema pubblico di identità digitale, consultazione pubblica sul documento di Crescita Digitale. Il Governo ci mette la faccia per concretizzare la strategia dell’Agenda digitale italiana ma ne sposta in avanti la realizzazione al 2016. I ritardi non saranno più ammissibili
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 dicembre 2014
Reingegnerizzare, standardizzare e digitalizzare. Sono tre le parole d’ordine che legano in una trama, fitta di 97 pagine, la strategia per la crescita digitale dell’Italia. Il documento, realizzato dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) con il concorso di Palazzo Chigi, è il compendio più accurato finora prodotto sullo stato dell’arte dell’Agenda digitale italiana ed è sottoposto a consultazione pubblica fino al 20 dicembre. L’Agenda, va ricordato, è il frutto di un forte indirizzo politico voluto dall’Unione Europea nel 2010 e di cui rappresenta la declinazione nazionale. Più precisamente, come riporta il rinnovato sito dell’agenzia, l’Agenda Digitale è una delle sette iniziative principali individuate nella Strategia EU2020 che punta alla crescita inclusiva, intelligente e sostenibile dell’Unione. Sottoscritta da tutti gli Stati membri che si sono impegnati ad applicarla, ha lo scopo di utilizzare concretamente il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività.
Crescita digitale. L’agenda digitale italiana ha una storia travagliata, frutto di compromessi e indecisioni dei governi che si sono succeduti dal 2010. Forse con una sola eccezione, durante il governo Letta, con l’intervento di Francesco Caio, oggi amministratore di Poste Italiane, il quale con uno sparuto gruppo di esperti ha messo sul piatto tre riforme: l’Anagrafe Unica Nazionale (Anpr), il Sistema Pubblico di Identità digitale (Spid) e la fatturazione elettronica. Tutti e tre processi non conclusi ma di cui almeno esistono gli strumenti attuativi e, nel caso della fatturazione elettronica, operanti, seppure a regime ridotto. Nel caso dello Spid, con decreto in gazzetta ufficiale appena pubblicato: il 10 dicembre 2014. Adesso si aspetta il piano per la banda larga e ultralarga.
L’eterno ritardo dell’Italia. Per l’attuazione dell’Agenda digitale italiana di cui l’Agid è il braccio operativo, il Consiglio dei Ministri del 1 dicembre 2014 ha approvato l’Agenda per la semplificazione 2015-2017. Governo, Regioni ed enti locali hanno assunto un impegno comune e stabilito una precisa tempistica per conseguire gli obiettivi di semplificazione necessari a recuperare il ritardo competitivo dell’Italia, liberare risorse per crescere e cambiare la vita di cittadini, imprese e istituzioni. Necessario visto che secondo il Digital Agenda Scoreboard (la pagella europea), l’Italia, in quanto a skill digitali, acquisti online, ed e-commerce sta appena prima di Romania e Bulgaria, nelle parti basse della classifica, e si situa al 25esimo posto nell’uso settimanale di internet da parte dei suoi cittadini, al 27esimo posto per l’uso di servizi di e-government.
Cittadinanza digitale. Perciò con la parola d’ordine della Cittadinanza digitale il governo punta ad “assicurare l’erogazione online di un numero crescente di servizi per l’accesso alle comunicazioni di interesse dei singoli cittadini e imprese.” Tra questi il Pin unico con l’obiettivo di conferire a 3 milioni di utenti un’identità digitale entro settembre 2015; i pagamenti telematici delle Pubbliche Amministrazioni Centrali e Locali e le marche da bollo online, entrambe a fine 2016. Uno dei punti qualificanti dell’Agenda per la semplificazione riguarda Welfare e salute per “assicurare a tutti i cittadini” la prenotazione delle prestazioni sanitarie per via telematica o per telefono e l’accesso ai referti online o in farmacia (se ne parla da vent’anni).
Italia Login. Nell’agenda digitale compaiono tuttavia anche tematiche come Giustizia, Scuola, Sanità. Sul primo punto siamo già avanti grazie all’entrata in vigore del processo civile telematico dal 1 giugno 2014. Le procure e i tribunali si stanno già attrezzando e oggi è più facile per molti operatori e cittadini interessati depositare e ricevere informazioni e documenti giudiziari. Sulla scuola molto resta da fare. Il tema è sensibile, la consultazione online sulla Buona Scuola ha ricevuto migliaia di commenti e suggerimenti a dimostrazione di come l’interesse al suo rinnovamento sia diffuso. Nella sanità il fascicolo sanitario elettronico è ancora di là da venire, ma le prospettive sono buone.
Nel documento crescita digitale l’obiettivo della riforma, se e quando sarà conseguita, è chiarito nella sezione di Italia login, “la casa digitale degli italiani” attraverso cui adempiere nel prossimo futuro tutte le tradizionali richieste del rapporto tra stato e cittadini usando un account unico tramite cui accedere a documenti, email e strumenti di interazione digitale. Unico neo di tutta la programmazione è che l’entrata a regime della maggior parte dei servizi è spostato di due anni rispetto alle previsioni passate ma con la differenza che d’ora in avanti i ritardi non saranno più ammissibili.