Ho scritto un articolo su un giovane hacker, ingegnere, che aveva creato una startup e mi aveva affascinato per i modi gentili e la competenza che mi trasmetteva.
Non lo conoscevo bene, ma credevo che avesse fatto una cosa interessantissima: si era messo alla caccia di un gruppo di hacker criminali usando modalità che in maniera forse non troppo precisa sono definite di hacking back.
Subito dopo su Facebook è partita una campagna di odio dai soliti noti. Il capo branco nei commenti mi dà del “marchettaro”.
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