Il Senato approva l’estensione di 6 anni della norma che permette al governo degli Stati Uniti di sorvegliare senza mandato le comunicazioni degli stranieri all’estero, ma che spia anche i cittadini americani, politici, imprenditori e giornalisti che comunicano con loro, nonostante il Quarto emendamento
La legge sulla sorveglianza globale passa al senato Usa con 65 voti favorevoli e 34 contrari. Il mondo liberal chiede però a Donald Trump di mettere il veto, mentre la legge viaggia verso la Casa Bianca per essere controfirmata. Con questa legge la Nsa – National security agency – potrà registrare le comunicazioni di chiunque, compresi gli americani che il Quarto emendamento protegge da indagini indiscriminate, per il solo fatto di comunicare con uno straniero o con un telefono con prefisso estero.
La norma – conosciuta come FISA Amendments Reauthorization Act of 2017 o S. 139 – consente al governo degli Stati Uniti di raccogliere per altri sei anni tutte le comunicazioni, come e-mail e registrazioni telefoniche, di stranieri in territorio straniero, senza un mandato. Mentre la legge si rivolge a cittadini non statunitensi, i critici avvertono che il governo potrebbe incidentalmente monitorare i propri cittadini che stanno comunicando con cittadini non statunitensi al di fuori degli Usa. I suoi sostenitori ritengono che il programma aiuti a mantenere gli americani al sicuro, ma i detrattori sostengono l’opposto: non ci sono prove a sostegno del successo della famigerata “Sezione 702” della legge contro i terroristi. Peggio, secondo loro la norma consente alla Nsa di sorvegliare obiettivi di spionaggio stranieri, raccogliendo messaggi da e verso gli americani che non erano il focus di un’indagine processuale (che richiederebbe un mandato).
La legge infatti richiede che il governo sviluppi “procedure mirate” per garantire che l’obiettivo della sorveglianza si trovi al di fuori degli Stati Uniti in qualsiasi momento in cui viene intrapresa la sorveglianza elettronica. Ma così non è per un semplice motivo. Un numero di telefono cellulare, è sempre lo stesso sia che il telefono si trovi fisicamente all’estero che negli Stati Uniti. E il fatto che qualcuno abbia un numero di cellulare americano non indica necessariamente che il proprietario o l’utilizzatore di quel cellulare sia il cittadino di uno Stato canaglia o uno statunitense.
Pertanto, ammesso che l’individuazione del possessore sia possibile grazie alla geolocalizzazione del telefono, per fare questa distinzione le autorità devono avere altre informazioni sul proprietario/utente del dispositivo. E per raccoglierle, secondo gli attivisti per i diritti civili, viene violata la privacy dei cittadini. Secondo il senatore democratico Ron Widen “è peggio del previsto, autorizza esplicitamente ricerche senza scrupoli di americani rispettosi della legge.”
Martedì, con un voto di 60-38, il Senato ha sconfitto un tentativo di ostruzionismo del disegno di legge. Trump la scorsa settimana si era mostrato critico sull’estensione della legge inviando un tweet che denigrava il programma poche ore prima del voto della Camera sul provvedimento. Poi aveva cambiato idea, twittando a sostegno della misura, che la Camera ha approvato 256 a 164.
L’anno scorso, con un’inattesa vittoria del fronte anti-sorveglianza, l’Nsa aveva annunciato che avrebbe messo fine alla parte più problematica di una pratica già molto controversa, quella che gli consentiva di sorvegliare gli americani che avevano soltanto menzionato obiettivi stranieri. Non sarà così.