Antonio Samaritani è il nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale
L’annuncio dato da Renzi al Consiglio dei Ministri. Chief information officer della Regione Lombardia, era il candidato voluto dal ministro Marianna Madia che dice: “Questa nomina vuole dare un messaggio di continuità rispetto al lavoro svolto dalla Poggiani”
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Aprile 2015
Antonio Samaritani, Direttore Sistemi Informativi e ICT della Regione Lombardia ha continuato fino all’ultimo a raccontare i progetti su cui stava lavorando con Lombardia Informatica: data center, disaster recovery, open data, cloud, Expo, ma da domani di tutto questo dovrà occuparsene a livello nazionale, nella cornice dell’Agenda digitale, visto che è lui il nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid). La decisione è stata comunicata da Matteo Renzi al Consiglio dei Ministri.
Scelto dopo una selezione a cui hanno partecipato ben 189 candidati di cui una parte consistente ha chiesto di non essere conosciuta, era arrivato in cima alla short list anche grazie al sostegno del Ministro Madia che ne era rimasta favorevolmente impressionata. Sostenuto pare da Roberto Maroni e da Raffaele Tiscar, vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e già suo collega in Regione Lombardia, il tecnico potrebbe essere la figura giusta per ridare slancio all’Agenzia e colmare il gap operativo causato dall’improvviso abbandono di Alessandra Poggiani che ha voluto seguire l’onorevole Alessandra Moretti nella campagna elettorale in Veneto facendosi candidare in una lista civica.
Per arrivare a Samaritani sono stati auditi molti dei 189, ma solo otto candidati sono finiti nella short list del governo che poi si era poi ridotta a due “campioni”. Alla fine l’ha spuntata quello della Madia.
Sotto la guida di Samaritani l’Agenzia per l’Italia digitale dovrà continuare le proprie attività sulla falsariga del lavoro precedentemente svolto dalla Poggiani e in parte impostato da Franceso Caio durante il governo Letta, dando sostanza ai tre pilastri dell’Agenda digitale italiana: la Fatturazione elettronica, che nel futuro dovrà essere estesa anche ai privati, l’Angrafe Unica Nazionale, se il Ministero degli Interni riuscirà ad accellerare i processi di sua competenza per farla decollare, e il Sistema Pubblico di Identità Digitale . Progetti abilitanti per il famoso progetto di Italia login, la casa digitale degli italiani che Barberis e la Poggiani avrebbero dovuto presentare agli inizi di giugno.
La ministra, interpellata da Repubblica.it ha dichiarato che “la nomina di Samaritani vuole proprio dare un messaggio di continuità rispetto al lavoro svolto dalla Poggiani.” Ed ha aggiunto: “Da domani subentra lui. Come si può capire, non abbiamo perso neanche un giorno.”
Nonostante le critiche sollevate dalle modalità di selezione del candidato, a cominciare da quelle dell’onorevole Mirella Liuzzi sulla correttezza dell’avviso pubblico di selezione considerato poco trasparente dal deputato 5Stelle, il candidato è un esperto di Pubblica Amministrazione e “skillato” dal punto di vista delle competenze Ict.
Samaritani dovrà fare in grande quello che già faceva in Lombardia per gestire meglio il rapporto fra istituzioni, cittadini e imprese, ridurre il digital divide, usare il digitale come strumento competitivo del territorio, favorire l’infrastrutturazione digitale del paese. Compiti di certo non facili ma la sua inclinazione alla definizione dei servizi a cittadini dovrebbe incontrare i favori di Paolo Barberis, il consigliere per l’Innovazione di Renzi, che i rumors volevano contrario alla sua nomina, fatto a noi decisamente smentito dall’interessato.
Samaritani crede nella logica della condivisione dei dati e del patrimonio informativo “fondamentale per la lettura dei fenomeni interni, ma anche per promuovere il territorio.” Nella sua veste di Chief Information Officer regionale ha seguito anche il progetto di ecosistema digitale E015, nato per offrire nuovi servizi in ambito turistico-culturale nella cornice di Expo.
Samaritani è stato uno dei dirigenti regionali più pagati in assoluto al Pirellone dell’epoca Formigoni, nel 2012 guadagnava 227 mila euro. Adesso lo stipendio sarà di circa 140 mila euro. Indennità e premi esclusi.