VoiceCorner: ripartire dal Globalmay!
Hacktivism, azione diretta in rete, sabotaggio informatico, mediattivismo, hacking, attivismo 2.0, citizen journalism, clicktivism. Un vortice di termini che sempre più ritroviamo nel vocabolario con cui, ad ogni latitudine, i movimenti globali dalla Tunisia a Wall Street stanno costruendo il loro discorso e le loro pratiche di contrapposizone alla crisi. Ma cosa significano esattamente questi termini? Quali sono le differenti forme e tattiche di attivismo in rete praticate oggi? Quali sono le loro origini storiche e culturali? Ne abbiamo parlato con Arturo di Corinto, autore de “I nemici della rete” ed “Hacktivism”, giornalista di Repubblica esperto di tematiche digitali ed hacktivista della prima ora fin dagli anni ’90.
Ascolta l’intervista ad Arturo di Corinto
In conclusione possiamo dire che il rifiuto dell’austerity e della gestione di parte delle conseguenze della crisi senza dubbio è presente e si esprime, oltre che nelle mobilitazioni descritte sopra, anche in forme non immediatamente di piazza. Il dato delle ultime consultazioni elettorali europee ne è prova evidente; la crisi della rappresentanza si aggrava sempre più e vengono sempre più a galla le contraddizioni tra un èlite sempre più arroccata nel mantenimento dei propri privilegi e un corpo sociale sempre più conscio dell’impossibilità che quelle èlites possano offrire una soluzione ai loro problemi. Da qui ripartiamo nel post-#globalmay: dalla necessità di insistere sulla costruzione di meccanismi di autorganizzazione sociale che, come dimostrato dalla grande solidarietà dal basso verso le popolazioni terremotate, possono essere in grado di costituire la vera exit strategy da questa crisi.
Infoaut Bologna