Il vertice G8 voluto da Sarkozy
per riscrivere le regole del web
Il presidente francese lo ha lanciato. L’obiettivo è quello di favorire l’economia e la democrazia digitali, ma ci sono anche tanti rischi. Eccoli
Arturo Di Corinto per Repubblica.it
Sarkozy vuole un G8 dedicato ad Internet prima del vertice dei capi di Stato e di Governo (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti ) che si terrà in Francia, a Deauville, il 26 e il 27 maggio. (1-2)
L’obiettivo dichiarato del summit è quello di favorire l’economia e la democrazia digitali, ma l’intenzione stride con la sua idea di “civilizzare Internet” regolamentandola in senso restrittivo “per correggerne gli eccessi e gli abusi che vengono dalla totale assenza di regole”. Fatto sta che nonostante la valanga di critiche ricevute e la sconfessione della dottrina dei three strikes da parte della Corte Costituzionale francese adesso il capo dell’Eliseo ci riprova, sostenuto dalle major della proprietà intellettuale e scippando di fatto il primato finora conquistato dall’Onu nel dibattito sulla governance di Internet.
E’ lecito pensare che sia il tentativo di riabilitare la sua immagine di nemico della rete e di riallacciare rapporti coi big player del settore per ottenerne un concreto sostegno elettorale ma è difficile non pensare che in questa decisione ci sia una sotterranea competizione, simbolica, culturale ed economica, con la Casa Bianca. Dall’insediamento di Obama l’amminisitrazione americana ha ribadito di ritenere Internet un grande strumento di democratizzazione e finanziando un programma da 30 milioni di dollari per realizzare strumenti anti-censura ha rivelato come la rete possa essere usata in chiave geopolitica. L’interventista Sarkozy probabilmente non vuole essere da meno, soprattutto dopo che le insurrezioni africane nel Maghreb hanno lasciato intuire quale spazio ci sia per una Internet che parli francese sempre di più.
Quale che ne sia il motivo – forse tutti insieme – con un invito riservato Sarkozy ha chiamato i grandi player dell’ICT e l’industria dei contenuti a esprimersi su temi essenziali del futuro di Internet, diritti umani, proprietà intellettuale, privacy, sicurezza, infrastrutture e mercato digitale. Pur senza rivelarne il programma e tutti gli invitati, (qui la lettera di invito pubblicata senza autorizzazione (3) vorrebbe ricavarne indicazioni sulle politiche da adottare su neutralità della rete, cloud computing, copyright, social network. Proprio le cose di cui l’IGF discute da cinque anni.
Conoscendo le posizioni di Nicolas su una rete che definisce “troppo libera” e “piena di eccessi” parrebbe un tentativo mirato di rimettere alla discussione di governi e imprese ogni decisione sul futuro assetto di Internet sottraendolo allo scrutinio e alla partecipazione della società civile come invece avviene nel “parlamento” di Internet, l’Internet Governance Forum (Igf) dell’Onu, il luogo dove da cinque anni si incontrano esponenti dei governi, delle imprese, delle associazioni, col proposito di garantire a tutti uno strumento che, come riconosciuto dall’Unione Europea è centrale per esercitare i diritti fondamentali degli individui.
Ma qui casca l’asino. All’Igf, dove tutti hanno diritto di parola, ma che non è un organo decisionale e basa le sue politiche sul consenso e sulle best practices, seppure la loro opinione conta come quella delle associazioni, i governi devono rendere conto al mondo di come gestiscono la rete per i propri cittadini e dire come la vorrebbero, impegnandosi ad essere coerenti con le proprie dichiarazioni.
Una situazione che a più riprese ha fatto dire ai governi che è tempo di riportare l’Igf in seno all’ITU e sviluppare un processo di decision making di tipo governativo, cioè vincolante e basato sulla logica degli “interessi nazionali”. Quello che traspare nella politica di grandeur di Sarkozy applicata alla rete.
Il grimaldello allora potrebbe essere ancora una volta la tutela della proprietà intellettuale, ossessione sia della Francia che degli Stati Uniti dal tempo in cui la Creative Media Business Alliance (CMBA) – un’alleanza fra The Walt Disney Company, Time Warner, Sony Corporation, Universal Media Group, IFPI, MPA, Mediaset, ed altri – trasmise alla Commissione europea un policy paper in cui per la prima volta si auspicava che i diritti fondamentali non fossero validi in Internet tramite eccezioni ad hoc. (4)
Nel documento si chiedeva la sospensione del diritto alla privacy e ai fornitori di accesso a Internet di farsi parte attiva nella sorveglianza dei contenuti in transito sulla Rete e nell’imposizione del copyright, ponendoli sotto pressione tramite l’attribuzione di responsabilità per le violazioni commesse in Rete. (link 5)
Un position paper che ha informato alcune fra le peggiori proposte legislative in questo campo inquinando a più riprese la discussione sulla riforma europea delle telecomunicazioni, il Telecom Package, e ispirando l’Acta (l’ Accordo anticontraffazione messo sotto segreto per motivi di sicurezza nazionale), per poi trovare sfogo nelle legislazioni nazionali con la Digital Economy Bill in Inghilterra (6), la Ley Sinde in Spagna (7), il Combating Online Infringement and Counterfeits Act negli Usa (8), la proposta di legge dell’On. Carlucci in Italia (9) e la Delibera Agcom 668/2010 del dicembre 2010.(10)
Nella gara a mostrare i muscoli Francia e Usa stanno spendendo le loro emergie migliori per dimostrare che la democrazia politica non può prescindere da quella economica e mentre Obama chiama a raccolta i big dell’economia digitale, il ministro degli esteri francese visita le compagnie americane di persona e prepara il terreno all’incontro di Parigi. Ma non si può non notare che mentre i due presidenti pensano a internet come a uno strumento democratico, a casa loro lo contrastano.
Gli Usa ritengono che l’esportazione della democrazia si faccia anche attraverso Internet, ma poi fanno la guerra a Wikileaks e tengono in galera Bradley Manning mentre fanno la proposta di conferire al presidente il potere tecnico del cosiddetto “spegnimento della rete” (11).
In Francia il Consiglio Costituzionale giudica incostituzionale la legge Olivennes- Sarkozy, tramite un giudizio storico equipara l’accesso a Internet a diritto fondamentale e Sarkozy è costretto ad accettare le dimissioni del ministro Albanel, ma alla fine passa modificata, Obama nel 2008 nomina personalmente al Dipartimento della Giustizia cinque avvocati di punta della RIAA, massima espressione della lobby delle major discografiche e ne piazza uno, David Ogden, alla seconda carica più alta in assoluto (vice procuratore generale degli Stati Uniti d’America), poi propone un piano di dirottamento di agenti FBI verso la prevenzione delle violazioni del copyright online (12) per arrivare a una proposta una legge che conferirebbe al procuratore generale (il suo vice essendo David Ogden) il potere di cancellare siti web ovunque nel mondo, anche al di fuori della giurisdizione americana, senza un processo preventivo, ripresa pari pari dall’Agcom italiana, ma solo in base ad un ordine del procuratore generale stesso. (13)
Insomma, non è peregrino pensare che il forum parigino sia l’occasione di riscrivere l’agenda della governance di Internet da parte delle imprese che vogliono trasformarla in una piattaforma commerciale a pagamento ma a quel punto gli stati autoritari si sentiranno legittimati a darsi una propria agenda e con la scusa di tutelare la proprietà intellettuale potranno mettere in campo azioni per limitare la democrazia politica che attraverso Internet si esprime. Noi intanto speriamo di sbagliarci.
1 – Il sito del g8
http://www.g20-g8.com
2 – Internet-G8
http://www.g20-g8.com/g8-g20/g8/english/priorities-for-france/the-priorities-of-the-french-presidency/g8-priorities-sheets/the-internet-new-challenges.420.html
3 – La lettera di invito e il programma
4 – Creative media business alliance
http://www.cmba-alliance.eu/members.htmhttp://www.cmba-alliance.eu/members.htmhttp://www.cmba-alliance.eu/members.htm
5 CMBA position paper
http://ec.europa.eu/avpolicy/docs/other_actions/contributions/cmba_col_en.pdf)
6 – Digital Economy Bill
http://www.publications.parliament.uk/pa/ld200910/ldbills/001/10001.i-ii.html
7 Ley Sinde
http://www.abc.es/20110209/cultura/abcm-senado-aprueba-sinde-tras-201102091318.html
8 – Combating Online Infringement and Counterfeits Act
http://www.govtrack.us/congress/bill.xpd?bill=s111-3804
9 – Legge Carlucci
http://nuovo.camera.it/126?action=submit&leg=16&pdl=2195&stralcio=&navette=&cerca=cerca
10 – Dleibera AgCom
http://www.agcom.it/default.aspx?DocID=5413
11 – Kill switch bill
http://abcnews.go.com/Technology/kill-switch-internet-bill-alarms-privacy-experts/story?id=12922845
12 – http://news.cnet.com/8301-13578_3-10133425-38.html
13 – http://www.publicknowledge.org/blog/new-copyright-bill-bears-problems-concerns-s3