Aiutiamo Wikipedia contro i monopoli del copyright
Hacker’s Dictionary. L’enciclopedia online fatta dagli utenti chiede a tutti una donazione. Aiutarla è un modo per ribadire il valore della cooperazione di rete contro chi fa soldi vendendo i dati, il tempo e l’attenzione degli utenti agli inserzionisti pubblicitari e ai partiti politici
di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 21 Marzo 2019
C’è un altro modo di contestare la direttiva sul copyright prossima ventura e la schiavitù volontaria dei social network, finanziando Wikipedia, il più grande progetto collaborativo al mondo basato sul copyleft, il permesso d’autore. I contenuti di Wikipedia sono tutelati dalle licenze Creative Commons, volute da Lawrence Lessig nel 2001, e questo significa che tutti possono usarli liberamente purché ne riconoscano la paternità. I materiali sotto Creative Commons inoltre permettono, laddove è specificato, di usare, modificare e finanche commerciare quei materiali a dispetto della logica del copyright tradizionale di «Tutti i diritti riservati» pur non essendone l’autore.
È anche grazie a queste licenze che Wikipedia è diventata nel tempo la più grande enciclopedia online gratuita esistente. Dopo l’invenzione di Internet e la nascita del web l’enciclopedia ha contribuito a realizzare l’utopia della biblioteca universale: grazie alla sua apertura tutti possono contribuirvi e, attraverso di essa, accedere a un patrimonio vastissimo di conoscenza.
Wikipedia è gestita da volontari e adesso ha bisogno di soldi. Se ognuno di noi donasse i soldi di un cappuccino a Wikipedia, i bibliotecari, archivisti e attivisti che la tengono viva e aggiornata sarebbero certi di poterne pagare le bollette e la manutenzione necessaria nei prossimi anni.
Wikipedia è uno dei maggiori siti internet del mondo ma ha solo 350 impiegati. Tutti gli altri lavorano gratuitamente per mettere il suo patrimonio a disposizione di chi ne ha bisogno.
Wikipedia dipende dalle donazioni, mediamente di circa 10 euro all’anno, ma ha bisogno di qualcosa in più: «Se tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donassero 1,75 €, potremmo permetterci di far crescere Wikipedia nei prossimi anni». È il messaggio che campeggia su ogni pagina dell’enciclopedia che apriamo in questi giorni.
Donare pochi euro a Wikipedia è un modo per mantenerla indipendente visto che non fa soldi vendendo i dati, il tempo e l’attenzione dei suoi visitatori agli inserzionisti pubblicitari come fanno tutti gli altri, da Instagram a Facebook a Google. Come ha detto il suo fondatore, Jimmy Wales, «Vendere è legittimo. E la pubblicità non è negativa di per sé. Ma qui, su Wikipedia, è fuori luogo». Perché, appunto, «Wikipedia è qualcosa di speciale». È come una biblioteca o un parco pubblico. «Un tempio per la mente». È per tutti, possiamo andarci per riflettere, imparare, condividere la nostra conoscenza con gli altri.
E anche se non lo diciamo, la usiamo tutti, quasi ogni giorno. Ve ne accorgete quando i giornalisti danno la stessa definizione copiata dalle sue pagine, o quando le ricerche scolastiche si somigliano un po’ troppo. C’è persino chi la saccheggia per scrivere libri e tesi universitarie, raramente ricordando di citarla come fonte.
Qualcuno la critica e la porta ad esempio di scarsa cultura, in realtà Wikipedia ha dimostrato di essere più accurata di altre enciclopedie: il suo segreto è la collaborazione. Tante persone che ricorsivamente migliorano e modificano le sue voci cercando di adottare un punto di vista neutrale.
Non è sempre facile e questo fatto è all’origine di tante discussioni, dentro e fuori Wikipedia. Ma chi attacca Wikipedia attacca la collaborazione in rete, il valore profondo del web, la caratteristica che, come dice Yuval Harari, distingue gli umani: la capacità di cooperare su vasta scala, comunicando.
A proposito, stasera a Roma Lawrence Lessig dà lezione alla John Cabot University, potrebbe anche essere l’occasione per dirgli grazie.