Arturo Di Corinto e Ania Maslova
per Cometa, Rivista di comunicazione, etica, ambiente
Storicamente, il dibattito sulla competizione online dei partiti si è concentrato sul presupposto che Internet possa contribuire a «livellare il campo di gioco» della comunicazione politica, permettendo alle formazioni minori di competere ad armi pari con i partiti «incumbent”, favorendo un maggiore pluralismo democratico. Questa tesi si basa su quattro elementi: a) la natura di Internet, un medium globale e immediato che offre l’opportunità di creare una propria piattaforma mediale; b) l’abbassamento dei costi professionali delle campagne condotte via Internet che consente di produrre comunicazione politica a costi bassissimi grazie a pochi mezzi e un know-how specifico; c) l’ethos di Internet che si è sviluppata a partire da avanguardie libertarie e anarchiche ideologicamente vicine alle formazioni radicali e minoritarie; d) l’effetto moltiplicatore per cui la compresenza sulla stessa piattaforma o canale, Internet, annullerebbe gli squilibri prodotti nei media mainstream, facendo acquisire legittimità e credibilità anche alle piccole formazioni.
Questo approccio è stato successivamente contestato dai cosiddetti teorici della normalizzazione. Continua a leggere Barack Obama: un successo costruito in rete (a suon di dollari)