LA COMUNICAZIONE COME BENE COMUNE

FESTA NAZIONALE DI LIBERAZIONE
Roma area Ex Mercati Generali (zona Ostiense)
VENERDì 3 SETTEMBRE ORE 20.00
DIBATTITO:
LA COMUNICAZIONE COME BENE COMUNE
Dalle recinzioni tecnocratiche al diritto a comunicare

Coordina Sergio Bellucci Resp. naz. dip. comunicazione e innovazione
tecnologica Partito della Rifondazione Comunista

Presentazione:

Il territorio disegnato dalle tecnologie informatiche e dalle nuove tecniche
di comunicazione sta mutando sempre più profondamente approcci, senso,
culture rapporti socio-produttivi, comunicazione, corpi. In questo
territorio l’avanzare delle culture scientifiche (mai neutre) trovano sempre
più rapida traduzione nella “cultura materiale” tecnologica. Per gli
individui, i corpi sociali e fisici questo non è indolore e alle nuove
prospettive si uniscono nuove emarginazioni, nuove subalternità, nuovi Sud
arretrati in rapporto a Nord avanzati. Tv-digitali, radio-digitali,
internet, microelettronica, tele-medicina, e-government, ingegneria
genetica, controllo monopolistico dei media, software, nanotecnologie.
Grazie al digitale si sta creando un habitat tecnologico sempre più
convergente e integrato dove darwinianamente soppravvivono i più adatti,
cioè chi possiede conoscenza a scapito di chi può solo usare subalternamente
alcune tecnologie. In questo territorio esperienze di resistenza,
innovazione, capacità di ususfruire criticamente delle tecnologie,
produzioni culturali, nuove possibilità di comunicazione sociale creano quel
sapere fondamentale per costruire un controllo sociale su questo immenso e
contraddittorio sviluppo. I “poteri” tentano di controllare totalmente e di
trovare un’integrazione anche giuridica di questo territorio per
assoggettarlo completamente alla logica del profitto. Copy-right,
privatizzazione delle emittenti pubbliche, privatizzazione della ricerca,
clonazione come metafora di decustruzione e ri-costruzione del corpo umano,
bio-tecnologie, software proprietari, ridefinizione dei modi di
comunicazione e di produzione, decostruzione dei mercati del lavoro.Tutto
può avere un codice a barre e quindi essere controllato e sfruttato. A
questo secondo noi, va contrapposta la costruzione di individui sociali
capaci d’integrarsi e di riconquistare uno sguardo d’insieme su questa nuova
rivoluzione capitalistica, sui limiti della logica d’impresa e di mercato,
che rifondi una comunità scientifica allargata. In questo il movimento dei
movimenti segna una rottura decisiva con le modalità politiche del ‘900,
conquisitando la capacità di valorizzare le differenze e di tentare di
praticare trasformazioni sociali non lineari e positivistiche.

Relatori:

Giulio De Petra – Il Secolo della Rete

Enrico Zini – Bolologna social forum

Francesca Clementoni – Radio 103

Barbara Romagnoli – A/matrix

Gianni Lucini – critico musicale

Arturo Di Corinto – Aprile Comunicazione come bene comune

Benedetto Vecchi – Il Manifesto