Sicurezza, libertà e web
La cronaca estiva del 2013 è travolta dallo scandalo “Datagate”: il giovane informatico statunitense Edward Snowden, già collaboratore della CIA e della NSA, la National Security Agency, svela al mondo l’esistenza di articolati programmi di sorveglianza del web messi in atto dal governo americano e da quello britannico. Nel giugno 2013 il quotidiano britannico «The Guardian» pubblica infatti una serie di articoli, frutto della collaborazione con Snowden, che rivelano al mondo l’esistenza di questi programmi di intercettazione. Tra i bersagli, moltissimi privati cittadini, ma anche uomini di governo e delle istituzioni di tutto il mondo, Europa e Italia comprese. 100.000 computer venivano spiati attraverso l’installazione di software specifici.
Gli avvenimenti sono recenti e tutti noi ricordiamo la straordinaria eco mediatica di questo caso, così come il rischio concreto che tali rivelazioni potessero scatenare una rottura delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e alcuni governi europei. La reazione è stata talmente veemente da spingere lo stesso Obama a una sorta di ammenda, invitando la collega tedesca Merkel a un chiarimento e lavorando a una riforma dei servizi segreti in grado di fornire le dovute rassicurazioni ai leader alleati. Punto fermo della risposta era però la giustificazione addotta a tale imponente azione di monitoraggio, ricondotta a ragioni di sicurezza.
Questo scandalo internazionale ci riporta infatti a interrogarci sul rapporto tra sicurezza collettiva e libertà individuali che, in particolare all’indomani degli attacchi terroristici dell’11 settembre, è chiaramente apparso come uno degli aspetti più controversi dei già fragili equilibri liberaldemocratici del nuovo millennio. La sempre più massiccia diffusione in tutto il mondo del web e di nuovi dispositivi digitali mobili acuisce l’importanza e la delicatezza della questione, che non coinvolge solo i rapporti diplomatici tra grandi potenze, ma la libertà e la privacy di ognuno di noi.
Questi temi saranno al centro della prossima Scuola di Politica della Fondazione Benvenuti in Italia, in programma per lunedì 27 gennaio alle 21, presso la Fabbrica delle “e”, in corso Trapani 91b a Torino. Ospiti della serata il giornalista Arturo di Corinto e Claudio Agosti, del Centro Studi Hermes per la trasparenza e i diritti umani.