Difendere i deboli, punire gli oppressori e intervenire contro le ingiustizie. Il collettivo di hacker attivisti Anonymous ha segnato per vent’anni la scena dell’hacktivism mondiale. Nati per gioco sul forum 4Chan e saliti alla ribalta delle cronache per aver ridicolizzato la chiesa di Scientology e per aver preso posizione contro la “Paypal mafia” che aveva tagliato i viveri a Wikileaks, Anonymous è tornato di recente alla ribalta mettendosi contro la Russia di Putin. Con uno scarno tweet gli attivisti che vestono la maschera del rivoluzionario Guy Fawkes hanno annunciato il 24 Febbraio 2022 che “Il collettivo Anonymous è ufficialmente in cyber guerra con il governo russo” e successivamente di avere “hackerato” il sito dell’emittente Rt news e, in compagnia di altri gruppi, anche i siti del Cremlino, del Governo e del Parlamento russi, della società GazProm, insieme a molti domini militari (mil.ru, eng.mil.ru, fr.mil.ru, ar.mil.ru) come rappresaglia contro l’attacco all’Ucraina. Chi sono? Non si sa.
Anonymous è un’idea, un collettivo decentrato, un meme sotto le cui spoglie si nascondono interessi diversi e spesso contrapposti. Si è visto nel 2016 quando hanno preso le parti di Donald Trump e le parti di Hillary Clinton contemporaneamente mentre erano avversari nella corsa alla Casa Bianca. Anonymous sono quelli che hanno sdraiato 500 siti di pedofili nel DarkWeb, quelli che hanno portato avanti l’operazione #RevengeGram per stroncare il Revenge Porn su Instagram e infine sono gli stessi che hanno creato le liste dei pedofili brasiliani nell’operazione #AntiPedo.
Sono gruppi di amici, crew, copywriter, operai, professori e informatici che lanciano una petizione di principio e avviano una protesta single issue in grado di catturare l’immaginario di migliaia di seguaci che con loro hanno svolto operazioni di Osint sui cappucci razzisti del KKK, denunciandoli, o pubblicando i nomi degli impiegati ministeriali israeliani dopo le rappresaglie contro i palestinesi. Si attivano per contagio ed emulazione. In Italia hanno realizzato molte incursioni nei database pubblici e diffuso a più riprese i contatti e-mail e le password di Lega Nord, Fratelli d’Italia, Esercito e Polizia. Questi aspetti così contraddittori l’antropologa canadese Gabriella Coleman li ha tracciati nel libro I Mille volti di Anonymous. La vera storia del gruppo hacker più provocatorio al mondo, Stampa Alternativa, 2016. Da leggere se vi siete sempre chiesti chi si nasconde dietro alla maschera di Anonymous.