Cybersecurity: La sicurezza informatica è un diritto di tutti. Perché bisogna limitare l’hacking di stato

La sicurezza informatica è un diritto di tutti. Perché bisogna limitare l’hacking di stato

La sorveglianza indiscriminata mette a rischio privacy e sicurezza di cittadini ignari. Ecco 10 buoni motivi per limitare l’hacking governativo
Arturo Di Corinto per Cybersecurity del  23 marzo 2017

La sicurezza informatica è un diritto umano. Ed è la precondizione per esercitare altri diritti: il diritto alla privacy, alla libera manifestazione del pensiero e alla libertà d’informazione.
Senza protezione dallo sguardo altrui non è infatti possibile sviluppare la propria identità, proteggersi dai pregiudizi e esercitare le libertà costituzionali. Per questo è ora di mettere un freno all’hacking di stato.

Possiamo essere grati a Snowden, Assange, e a tutti gli altri che hanno svelato come alcuni governi abbiano utilizzato gli apparati statali pagati dai contribuenti per influenzare il comportamento e le decisioni dei propri cittadini e di quelli di altri paesi. Ma loro stanno pagando un prezzo altissimo per averlo fatto. Quante volte dovrà accadere ancora?

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