Interne è più grande di quello che credi

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Internet è più grande di quello che credi
Arturo Di Corinto
per Peace Reporter Dicembre 2010

Qualcuno si illude che il mondo finisca con Facebook perchè è lì che si trovano i nostri amici. Altri pensano che con Google si trovi tutto quello che serve, per una tesina o per un viaggio. Altri ancora sono certi che youtube sia sufficiente a sfamarci di video e che su Flickr ci siano le foto più belle del mondo. Ma non è vero. A contendersi l’attenzione dei cibernauti con Facebook gareggiano Orkut, FourSquare e altri social network. Google è forte nei paesi di lingua anglosassone ma non esiste più in Cina nella versione in lingua cinese ed è stato sostituito da Baidu. In Italia Bing, il motore di ricerca di Microsoft gli fa una discreta e tenace concorrenza. Con Youtube gareggiano Tumblr e altri siti, anche più ricchi, affidabili e con meno vincoli. Mentre Flickr di certo non serve la fotografia di amanti e professionisti del genere che invece hanno tantissimi siti privati dove mostrano le proprie opere. Già ma come si fa a trovarli?
Saltando a piè pari il dilemma se Google faccia bene oppure no il suo lavoro offrendo moltissime informazioni, ma filtrate e selezionate secondo logiche di rilevanza incomprensibili ai più, sta di fatto che il famoso motore ri ricerca riconfigura costantemente il sapere digitalizzato in rete espungendo ciò che è meno noto, famoso, cliccato e linkato, e offrendo solo link che hanno raggiunto la massa critica per arrivare al grande pubblico. Con Google non sono venuti meno i canali tradizionali per scoprire siti nuovi. Ci sono le mailing list dove ancora le comunità virtuali si scambiano link, commenti e segnalazioni, le chat e i forum. D’altra parte l’uso di Twitter, un altro social network che con soli 140 caratteri di messaggio serve a segnalare vicendevolmente link e risorse su web alla propria cerchia di amici e a rilanciarli attraverso il meccanismo dei retweet, aiuta a entrare in contatto con cose meno note. Tuttavia si rischia è l’omologazione, la tendenza a segnalare ciò che già sappiamo piacere ai nostri amici e a condividere ciò che è già atteso e che gli altri si aspettano da noi.
E se provassimo a riscoprire il piacere della libera navigazione nel web?
Flaneur è una parola introdotta nell’uso comune dal poeta francese Charles Baudelaire, e indica il gentiluomo che vaga per le vie cittadine, ma soprattutto indica una pratica, un’attitudine che lascia spazio all’esplorazione non affrettata e libera da mappe e programmi. Come si può fare questo in Internet e scoprire cose nuove e dirlo agli amici? Uno strumento forse adatto alla bisogna si chiama Stumble upon.
StumbleUpon consente di scoprire e condividere siti web segnalati da altri utenti. Una volta registrati al sito, definiti i contenuti delle proprie preferenze per parole chiave– attivismo, tecnologia, moda, design eccetera – è possibile scaricare e aggiungere senza fatica un add-on al proprio browser web che offrirà poi una barra di navigazione supplementare atttraverso cui navigare in maniera casuale tra contenuti video, testuali, fotografici, sonori.
Si tratta di pagine raccomandate e recensite da conoscenti, sì Stumble upon integra strumenti di community non dissimili da Facebook, o dagli altri 10 milioni di utenti a noi sconosciuti che abitano il sistema. Dopo la visita al sito è possibile esprimere una preferenza, pollice alzato se ci è piaciuto, polllice verso se non ci è piaciuto ,e poi valutare, recensire e raccomandare questi siti, condividerli sui social network dove siamo presenti o inviarli all’indirizzo email di un amico senza aprire il proprio programma di posta.
Per i creatori stumbleupon è un modo di combattere l’overload informativo e le estenuanti ricerche fatte attraverso i motori diricerca tradizionali in modo tale che un oscuro ma interessante sito web possa essere trovato e segnalato. La partecipazione dei membri della comunità aiuta a mantenere traccia di quelli migliori. StumbleUpon non è diverso dalle directory di ricerca dei primi tempi di Internet e unisce alla forza degli algoritmi matematici la passione delle persone per contribuire a un lavoro comune, la creazione di indici di cose belle e interessanti e, soprattutto, inattese.
http://www.stumbleupon.com

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