La Repubblica: Ma la rete è ancora neutrale? Possiamo misurarlo con Neubot

Ma la rete è ancora neutrale?
Possiamo misurarlo con Neubot

I ricercatori del centro Nexa di Torino hanno rilasciato la nuova versione di Neubot, un software che e permette di accumulare dati e informazioni sulla qualità del nostro accesso a Internet. Tra gli obiettivi, quello di evitare che vengano create corsie preferenziali per l’accesso ad Internet eludendo il principio alla base di internet di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 ottobre 2012

SI CHIAMA Neubot il programma del Centro Nexa del Politecnico di Torino per misurare la neutralità della rete. Un’iniziativa tutta italiana che chiede il contributo di ogni netizen consapevole per scongiurare il pericolo di una Internet divisa in corsie di serie A e di serie B. Perché Neubot è un software che esegue dei test automatici su Internet per aiutarci a capire se gli Internet service provider ci danno la velocità di connessione che promettono, ma anche per individuare strettoie e strade chiuse verso contenuti terzi. Vi è mai capitato di non raggiungere certi siti per motivi ignoti? Avete sperimentato strani rallentamenti nel download di certi file? Ebbene, potrebbe essere proprio per questo. Alcuni Isp rallentano la connettività e le compagnie telefoniche vogliono discriminare il traffico Internet eludendo il principio di neutralità della rete per farci pagare di più in base al servizio che usiamo e giustificando questa scelta con la scusa di rendere la rete più efficiente.

Il progetto Neubot ci mette in guardia da tutto questo e una volta installato il suo software open source sul nostro pc – Windows, Mac o Linux 2 – aiuterà la comunità scientifica a capire se il nostro accesso alla rete e ai suoi servizi è neutrale oppure no. Ma perché misurare la neutralità della rete è così importante? Chiariamo il concetto: la rete è neutrale quando i router – i computer intermedi fra il nostro pc e quello del fornitore Internet – instradano i bit usando la strategia first come, first served, come al casello dell’autostrada: chi arriva prima passa prima. Invece non è neutrale quando certi pacchetti di dati ricevono un trattamento privilegiato, come quando al casello si usa il Telepass, con un costo aggiuntivo al pedaggio, che è quello dell’abbonamento al servizio. Perciò la neutralità della rete, il principio secondo cui la nostra connessione ad Internet deve trattare alla pari tutti i siti e servizi web senza favorire alcune applicazioni, alcuni mittenti o chi paga di più, è un fatto di democrazia.

Per questo monitorare la neutralità di Internet è cruciale soprattutto adesso che nei vertici internazionali IGF 2012 3, WCIT 2012 4 si discute tanto se modificare le policy che la regolano. Neubot insomma ci aiuta ad accumulare i dati necessari a contribuire al dibattito in corso se sia preferibile continuare a lasciar fare gli operatori o se la neutralità della rete debba essere garantita per legge. Come ci dice Simone Basso, il suo sviluppatore: “La disponibilità di serie di dati quantitativi raccolti da ricercatori indipendenti dovrebbe riequilibrare, almeno in parte, la profonda asimmetria informativa tra Internet service providers e altri soggetti interessati (regolatori e cittadini compresi), e dovrebbe fornire una base minima per discutere ogni proposta al riguardo”.

La Internet delle origini, progettata per minimizzare le interazioni tra le applicazioni e la rete, era strettamente neutrale per facilitare l’instradamento dei pacchetti ad alta velocità e fare di Internet una piattaforma aperta dove chiunque potesse innovare senza chiedere permesso. Così Internet è diventata il volano per l’innovazione che tutti conosciamo.

Realizzare corsie preferenziali per il traffico in rete invece è come decidere che alcuni possono viaggiare in autostrada mentre altri devono usare le stradine di campagna, una scelta che può avvenire solo controllando il tipo di traffico che sulla rete si svolge. È come se il casellante dell’autostrada, dopo aver ispezionato l’automobile, decidesse la tariffa in base al numero di valigie e alla destinazione, in ragione della diversa capacità di pagare il servizio più efficiente. Creando così utenti di serie A e di serie B, cittadini di prima e seconda categoria. Ma non è solo un fatto di soldi. Se passa il principio che è lecito discriminare arbitrariamente il traffico Internet potrebbe diventare lecito anche bloccare l’accesso a siti web, servizi e informazioni scomode con la scusa delle “esigenze di servizio”. Per evitarlo, i democratici Vincenzo Vita e Luigi Vimercati hanno depositato in Parlamento uno specifico disegno di legge. Giace ancora nei cassetti della commissione competente.

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