Ciao Atene, e tutti felici: abbiamo molto parlato

Arturo Di Corinto
Atene – 3 novembre 2006 – www.unita.it

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Partecipanti al forum nella sessione finale

Equità e libertà: sono questi i due assi principali lungo i quali dovrà svilupparsi l´Internet del futuro. Lo ha detto Nitin Desay, l´inviato speciale delle Nazioni Unite alla conferenza riassuntiva dell´Internet Governance Forum di Atene sintetizzando in questo modo 4 giorni di incontri con 3000 partecipanti e 500 delegazioni di quasi cento paesi. Ma il governo futuro di Internet non sarà né semplice né lineare. Tutti ne sono consapevoli. Ed è stato ripetuto anche nella conferenza finale. Occorre lo sforzo di tutti.

La governance di Internet, cioè le azioni necessarie a garantire la stabilità, la compatibilità e l´interoperabilità dei sistemi su cui si basa, la salvaguardia dei diritti e la definizione delle responsabilità di chi la usa, la protezione dall´abuso da parte degli utenti finali e il suo svilupo tecnologico, richiede la partecipazione di tutti i soggetti interessati, i famosi “stakeholder”, e cioè la società civile, i governi, le imprese, l´Università, e non può darsi senza la loro cooperazione. Che non è facile né immediata. Gli interessi in gioco sono molti, e si configurano in un arcipelago di poteri e di interessi spesso confliggenti. Internet, ha ragione Stefano Rodotà, è uno spazio di conflitto, e ormai è chiaro quanto importante è trasformare questo conflitto in nutrimento per la democrazia.

Chi si aspettava un risultato immediato dal meeting potrebbe essere rimasto deluso, ma il valore profondo dell´incontro, che non aveva mandato per statuire raccomandazioni o linee guida, come ha ricordato il coordinatore del forum, Markus Kummer, è stato quello di aver contribuito ad innalzare il livello di consapevolezza su tutti i temi del governo di Internet. L´importanza degli standard aperti ad esempio, per garantire l´interoperabilità dei dati, l´incremento delle misure di protezione da virus, spamming e malware, l´utilità del software libero per i paesi in via di sviluppo, la necessità riequilibrare i diritti di “proprietà intellettuale” per ripagare i titolari senza penalizzare utenti e consumatori digitali, favorire la produzione di contenuti locali nei linguaggi locali e tramandare, attraverso la rete, storia e memoria di tutti i popoli e di tutti i gruppi etnici. Infine, garantire un adeguato livello di protezione per l´esercizio dei diritti fondamentali, come quelli d´opinione ed espressione, per pretendere i quali Amnesty International ha depositato nelle mani dei rappresentanti delle Nazioni Unite 50 mila firme contro la censura online.

Insomma, insieme a questo processo di consapevolizzazione, l´altro risultato è stato quello di far incontrare e mettere insieme persone diverse con lo stesso obiettivo: rendere Internet uno strumento sempre più democratico, inclusivo e ubiquo. A questo fine negli ultimi giorni si sono create delle “coalition”, gruppi di lavoro impegnati a dettagliare le problematiche individuate e a suggerire delle soluzioni pragmatiche e praticabili. L´università di Brema ha creato una “coalition” su privacy e sviluppo umano; lo Swiss internet user group, una coalition per la totale accessibilità di Internet alle persone con disabilità, altri gruppi composti da Ong, imprese, enti intergovernativi lavoreranno sugli standard aperti, sul copyright e l´Internet bill of rights proposto dagli italiani (e che ha avuto un inatteso successo), e infine la coalition sulle questioni di genere che si incontrerà a breve in Costa Rica. Tutte insieme si ritroveranno a Rio De Janeiro il prossimo novembre del 2007, per continuare nel 2008 in India, nel 2009 in Egitto e nel 2010 in Lituania oppure Azerbaijan.

Certo non sono mancate le voci stonate, come quella di chi ritiene che nel forum non erano rappresentati certi valori o certe categorie di persone, nonostante che, come ha detto Desai, «le porte del forum siano sempre aperte, e non c´è bisogno di essere invitati per partecipare». «Semmai – ha aggiunto – dobbiamo porci il problema di come finanziare la partecipazione di chi non può permetterselo». Qualcuno ha sollecitato l´invenzione di un nuovo format per questi incontri che permetta di giungere a risultati concreti ad ogni round. E probabilmente accadrà attraverso il luogo di ritrovo virtuale suggerito alle coalitions: www.Igf2006.info, è il posto dove con un click potranno depositare i propri documenti e discutere via mailing list le proposte con un metodo collaborativo e basato sul consenso. Esattamente il metodo con cui è nata e cresciuta la rete Internet.

Se pensiamo che tutto è cominciato con la guerra dei DNS, la diatriba su chi deve gestire i nomi di dominio in Internet, c´è di che essere soddisfatti.

Pubblicato il: 03.11.06
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=60792