La governance di Internet

Arturo Di Corinto per Peace Reporter di Settembre
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Peace Reporter, il mensile

Nei suoi quasi 40 anni di vita Internet è diventata un’infrastruttura di comunicazione globale grazie alla semplicità della sua architettura e alla cooperazione di utenti, hacker, ricercatori, che l’hanno trasformata in uno strumento immaginifico per sognare un mondo dove tutta la conoscenza disponibile sia a distanza di un click. Ma questo sogno non riguarda tutti. Internet rimane inaccessibile a 5 miliardi di persone ed è questo il principale motivo che a novembre porterà a Rio de Janeiro le delegazioni di decine di paesi per partecipare all’Internet Governance Forum (http://www.intgovforum.org) con l’intento di ribadire che un’infrastruttura abilitante dello “sviluppo”, democratico ed economico, non può prescindere dall’universalità del suo accesso e dalla tutela della diversità del patrimonio culturale mondiale. Internet come strumento per raggiungere i millenium goals: sradicare la povertà, favorire il dialogo fra i popoli e dare a tutti un futuro di pace e democrazia. Chi può non essere d’accordo?

Cos’è l’Internet Governance Forum
L’Internet Governance Forum (IGF) offre a Governi, economia privata, società civile e comunità accademiche e tecniche la possibilità di scambiarsi informazioni sugli aspetti rilevanti della gestione di Internet. Aperto a tutti gli interessati, l’IGF è considerato dall’ONU come un esperimento di governo globale e condiviso della rete.

PeaceReporter diventa un mensile

Cari amici di PeaceReporter

PeaceReporter diventa un mensile, un vero mensile, non più virtuale. Esce dal mondo di Internet, dunque e si cimenta con la difficile sfida della carta stampata, e in un momento in cui – come tanti settori dell’economia italiana – questa è in crisi. Una doppia sfida dunque, che pensiamo necessaria.
Il primo numero è stato un esperimento, molto ben riuscito a quanto ci dicono. Lo abbiamo mandato per posta, e lo si può vedere qui o , volendo avere in mano il numero di carta vero, richiederlo alla nostra segreteria di redazione.
Perché abbiamo fatto questa ennesima follia? Perché mai come oggi, dalla seconda guerra mondiale, dalla stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il mondo è travagliato da conflitti terribili e da altrettanto terribili violazioni dei diritti più elementari. Per questo è importante che la voce di chi non ha voce abbia il massimo della diffusione possibile. Conoscere il mondo, capirne le sue sofferenze è sempre più indispensabile. Come è indispensabile avere anche buone notizie per sapere che, comunque, il mondo è davvero bello e che si possono fare, spesso con poco, cose egregie.
PeaceReporter è nato, come sito Internet, quattro anni fa, quando soffiavano forti venti di guerra. Oggi quei soffi di vento sono diventati tempeste.
Ma non ci si può arrendere all’ineluttabilità del corso della storia, perché il mondo è fatto dagli uomini e dalle loro scelte. E dunque noi, invece di arrenderci, raddoppiamo gli sforzi perché si diffonda una cultura di pace. Anche perché, nonostante quel che si dica, Internet non è ancora molto diffusa nel nostro Paese. E sono tantissimi i lettori che preferiscono leggere un giornale invece che uno schermo. E poi, diciamolo, anche per chi fa il nostro lavoro, avere uno spazio come quello che offre un mensile fa comodo: si può scrivere di più, e meglio, senza timore che gli occhi di chi ti legge escano dalle orbite.
Continueremo a cercare di raccontare il mondo senza nessun preconcetto, senza nessuna ideologia, ma con l’esperienza di chi le situazioni di crisi e di conflitto le vive e le ha vissute. Una esperienza che ha fatto nascere in tutti noi che scriviamo una consapevolezza e una convinzione incrollabile: la scelta della guerra è sempre e comunque sbagliata. Perché ci sono storie che parlano di scelte alternative alla guerra: scelte di cooperazione, di vicinanza, di passione per la specie umana e per la vita che danno frutti, e ne danno tanti, privi di quei terribili veleni che sono l’odio, la volontà di dominio, la certezza di stare dalla parte della ragione e della giustizia, magari per mandato divino.
Sappiamo di imbarcarci in un’impresa difficile, ma sappiamo anche che è necessaria. Abbiamo imparato che la guerra è semplicemente da abolire, e lo abbiamo imparato vivendola. Siamo convinti che raccontare il mondo con la voce di chi lo vive e non di chi vuole deciderne le sorti, sia un passo importante in quella direzione.
Sappiamo di portare avanti la vostra stessa battaglia. Ma ovviamente, tutto questo senza il vostro aiuto non può durare a lungo. Vi chiediamo dunque di darci una mano. Abbonandovi, soprattutto, ma anche aiutandoci a diffondere la notizia di questa trasformazione, di diffondere la conoscenza della testata… insomma, in ogni modo.

Grazie mille
Maso Notarianni
Peace Reporter
www.peacereporter.net
via Meravigli 12
20123 Milano
tel: 00 39 02 801534
fax: 00 39 02 80581999

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