E ora anche la Rete ha la sua Carta dei Diritti
Arturo Di Corinto per La Repubblica del 29 Luglio 2015 (pag.29)
“L’accesso a Internet è un diritto umano fondamentale.” Con queste parole la presidente Laura Boldrini ha presentato ieri la “Carta dei diritti in Internet” nella sala del mappamondo della Camera dei Deputati. Frutto del lavoro di una commissione di studio composta da parlamentari ed esperti, arricchita dalle proposte raccolte in una consultazione online durata cinque mesi, la Carta è una sorta di decalogo dei diritti esigibili in rete relativamente all’accesso, alla privacy, alla sicurezza di chi la rete la usa per lavorare, socializzare e fare impresa, ma offre anche indicazioni specifiche per l’evoluzione e il suo “governo” futuro.
Ispirata alle dichiarazioni dei diritti dell’uomo, la Carta non presenta delle norme giuridiche specifiche, quanto dei principi che potranno guidare i legislatori nella loro attività riconoscendo il carattere “libero e aperto” della rete come un bene da tutelare.
A chiarire lo spirito dell’iniziativa è intervenuto anche il giurista Stefano Rodotà a capo della commissione: “Abbiamo cercato di riequilibrare i diritti esistenti in Internet. Consapevoli del fatto che si tratta di un materia in costante mutamento che non sopporterebbe la regola giuridica minuta e fattuale, abbiamo lavorato su principi di riferimento definiti in prospettiva.”
L’idea di una “Costituzione” per la rete ha la sua genesi nelle discussioni delle assemblee delle Nazioni Unite, gli Internet Governance Forum, che da dieci anni discutono di come usare Internet per la pace, lo sviluppo e la democrazia. Idea lanciata nel 2005 da un gruppo di italiani, tra cui lo stesso Rodotà e il senatore verde Fiorello Cortiana, aveva ottenuto le adesioni di Gilberto Gil, Lawrence Lessig e Richard Stallman. Tra fallimenti e indifferenza dei governi che si sono succeduti, questa è la prima volta che la proposta di una Carta dei diritti digitali si trasforma in una iniziativa parlamentare di “carattere internazionale e spirito costituzionale”, ha detto Laura Boldrini durante la presentazione.
Tra i principi dichiarati, l’importanza della formazione all’uso consapevole della rete, il diritto alla privacy e all’anonimato, il diritto all’autodeterminazione informativa, il diritto all’inviolabilità del proprio domicilio informatico, ma anche il diritto all’oblio, il diritto cioè ad “essere dimenticati” dalla rete quando le informazioni che ci riguardano non sono più attuali.
Questa sorta di “Costituzione di Internet” prevede anche il rispetto della net neutrality, quel principio secondo cui nessuno può limitare o ridurre la velocità di trasmissione della rete o l’accesso a specifici contenuti, per favorire innovazione e mercato. La Carta afferma anche il diritto a diffondere cultura e conoscenza in rete, nel rispetto delle leggi, e l’importanza della tutela dei consumatori da sempre la controparte più debole nel rapporto con le aziende che in Internet offrono i propri servizi.
Insomma un insieme di diritti che riguardano tutti e che hanno l’obiettivo di costruire la nuova cittadinanza nell’era di Internet, perché, come ha detto Rodotà, “Senza cittadinanza non c’è democrazia.”