La Repubblica: Wikipedia, Amnesty e altre Ong portano la Nsa in tribunale

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Wikimedia, insieme a una serie di associazioni per i diritti civili e per la privacy, ha fatto causa alla National Security Agency (Nsa) per aver violato i diritti dei suoi utenti attraverso forme massicce di sorveglianza. Lo spionaggio, effettuato senza uno specifico mandato, come ha rivelato Edward Snowden, riguarderebbe le email, i siti visitati e anche l’uso dei motori di ricerca

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Marzo 2015

L’UNIONE americana per le libertà civili, ACLU, ha fatto causa alla National Security Agency per denunciare il carattere illegale della sorveglianza che l’ente Usa per lo spionaggio ha esercitato nei confronti di ogni americano in cerca di informazioni e conoscenze in rete.

La denuncia, presentata martedì 10 marzo vede coinvolti come parti lese la Wikimedia Foundation (che controlla Wikipedia), il Rutherford Institute, il settimanale The Nation, Amnesty International USA, il PEN American Center, Human Rights Watch e altre associazioni. Un insieme trasversale di organizzazioni liberali, progressiste e conservatrici, ha inteso così denunciare la violazione del primo e del quarto emendamento della Costituzione americana, “i due più importanti per la democrazia”, perché riguardano la libertà d’espressione e la privacy nella società digitale.
I motivi all’origine di questa iniziativa sono stati ben spiegati dal fondatore di Wikipedia Jimmy Wales e dalla direttrice della fondazione che la controlla, Wikimedia, l’informatica russa Lila Tretikov, in un editoriale apparso sul New York Times. Scrivono i due: “Lo stiamo facendo perché è in pericolo una delle basi della democrazia, il libero scambio di idee e opinioni.” E infatti se a qualcuno sfuggisse la gravità del problema, basta pensare che dei circa 75mila collaboratori dell’encicolpedia dislocati in tutto il mondo moltissimi vivono e lavorano in paesi autoritari o in via di democratizzazione e il rischio che Cia ed Nsa condividano con i governi di quei paesi informazioni sensibili relative ai contributi dei wikipediani è certamente un deterrrente alla voglia di condividere e comunicare informazioni attraverso la piattaforma wiki più famosa al mondo.

Wikipedia è il sesto sito più visitato della galassia Internet, e viene consultato da 500 milioni di utenti ogni mese. Se un governo dittatoriale e vendicativo venisse in possesso anche del solo Ip, l’identificativo unico del computer di chi scrive in maniera neutrale ma dettagliata sull’Isis, su Bashar Al Assad, sullo stato della libertà di stampa in Cina o Turchia, potrebbe essere oggetto di rappresaglie.

È lo stesso Wales a farne un esempio nel suo editoriale: “Durante la primavera araba del 2011 gli utenti di Wikipedia hanno collaborato a pubblicare articoli che hanno aiutato il mondo a capire che cosa stava succedendo. La costante collaborazione tra i servizi segreti americani ed egiziani era avviata da tempo, tanto che il direttore della più importante agenzia spionistica egiziana sotto il presidente Abdel Fattah el-Sisi aveva potuto dichiarare nel 2013 che era in costante contatto con la CIA.” E quindi, continua il filantropo, ex broker e fondatore dell’enciclopedia libera: “Immaginate che un utente di Wikipedia voglia scrivere una pagina sull’opposizione al governo. Sapendo che le informazioni che lo riguardano possono finire nelle mani dei servizi segreti probabilmente rinuncerà a farlo.”

La denuncia, presentata alla Corte federale dello stato del Maryland dove ha sede la National Security Agency, sottolinea la gravità della cosidetta sorveglianza upstream, la sorveglianza di massa per tutte le comunicazioni che transitano attraverso le dorsali (i “backbone”) della rete, gli switch e i router che indirizzano e scambiano il traffico tra gli americani e il resto del mondo e che proprio per questo secondo i ricorrenti violerebbe anche le deroghe di legge garantite dal Congresso americano agli spioni governativi dalle modifiche del Foreign Intelligence Surveillance Act.

L’associazione per le libertà civili americane, la ACLU, in un comunicato che ha fatto scalpore tra i suoi 400 mila iscritti, ha dichiarato: “Tra le rivelazioni di Edward Snowden ci sono documenti relativi alla sorveglianza del traffico Internet come confermato dal governo americano, non limitata alle comunicazioni relative ai soggetti bersaglio della NSA. Come risaputo la NSA scandaglia tutti i contenuti testuali del traffico Internet in ingresso e in uscita dal paese come pure le comunicazioni domestiche, in cerca di migliaia di parole chiave nelle email”. Uno dei documenti svelati dalla talpa del datagate, e pubblicati dal giornalista britannico Glenn Greenwald, include proprio una slide relativa a Wikipedia, considerata “un ottimo sito da sorvegliare per vedere cosa fa la gente su Internet”.

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