La diaspora africana e Internet
Arturo Di Corinto
per Emergency – il mensile, Maggio 2011
Le rivolte africane hanno portato alla ribalta il protagonismo delle giovani generazioni che grazie al web hanno individuato nuove modalità di azione politica. Discutere dell’operato del governo, criticarlo, fare proposte e chiedere sostegno a specifiche iniziative di protesta su Internet è però qualcosa che esisteva da tempo. Come appare da un bel documentario di Carolina Popolani è il caso dei blogger egiziani, che da diversi anni sono impegnati a raccontare e raccontarsi desideri, bisogni e voglia di futuro. Perseguitati a casa hanno creato reti transanazionali con altri blogger e attivisti in diversi paesi con gli africani della “diaspora” stimolando nuove forme di partecipazione e mobilitazione nello spazio pubblico online e offline. A dimostrazione di questo una ricerca del Forum Europeo sull’Immigrazione (fieri.it) trova che i giovani italiani di origine immigrata (e i nativi digitali) assumono sempre più un ruolo di netizens, ossia cittadini digitali che, esclusi dai canali tradizionali di partecipazione trovano nel web uno spazio pubblico, un luogo di cittadinanza e di partecipazione politica non convenzionale, da esercitare singolarmente o in forme associative. Se dalla sponda sud del Mediterraneo emerge la voglia di superare gli spazi angusti del proprio paese di residenza, dall’altra cova la voglia di riscatto di chi è coinvolto suo malgrado in un difficile processo di cittadinizzazione. Una simile contaminazione non poteva non produrre idee e rivendicazioni di libertà e dignità da un lato, di diritti e opportunità dall’altro. I network sociali hanno offerto un’occasione di “riscatto” anche agli immigrati di seconda generazione. Facebook e Youtube da soli non fanno la democrazia ma di certo hanno stimolato una consapevolezza politica i cui esiti futuri non sono per niente scontati.