Trecento avvocati si occuperanno dell’assistenza agli arrestati e alle vittime degli abusi delle forze dell’ordine
ARTURO DI CORINTO – SARA MENAFRA
“IL MANIFESTO” del 05 Agosto 2001
Un esercito di 300 avvocati. Da ieri sono collegati con una rete dal simbolico nome, Genoa legal forum (l’e-mail è lexglf@libero.it), che si occuperà di connettere tutte le azioni legali sui fatti di Genova.
Ezio Menzione, spiegando l’iniziativa, parla di adesioni significative citando Pisapia e Saraceni, ma anche Antonio Cassese, già giudice all’Aja. L’idea è quella di creare dei punti di raccolta delle denunce e di darsi un metodo per cui le inchieste cittadine possano essere vagliate anche dagli avvocati genovesi. “Su circa 250 indagati – insiste Menzione – ci sono ancora 49 persone in carcere, ma non sono i cattivi: le loro posizioni sono assai variegate. Ad esempio risultano ancora in arresto i 25 del gruppo teatrale Noborders-Nonation, che vanno tirati fuori proprio per spezzare il teorema che vorrebbe in galera soltanto i violenti”. Il lavoro nelle città è già partito. “Fortunatamente – spiega Roberta Moscarelli della rete No Global – dei napoletani solo due persone sono state fermate e altrettanti arrestati”. Proprio per questo nel capoluogo partenopeo la maggior parte degli sforzi saranno per raccogliere testimonianze video e foto che possano servire a dimostrare gli abusi della polizia. Tutti i giovedì pomeriggio il centro sociale Ska rimarrà aperto per raccogliere il materiale. A Bologna a mettere assieme le denunce saranno l’avvocata Desi Bruno e tutto lo studio legale di Sandro Gamberini: “Solo dieci persone hanno deciso di mettere la loro esperienza per iscritto”, ammette la Bruno. Molte altre hanno scritto all’indirizzo e-mail messo a disposizione (desibruno@tiscalinet.it) o hanno telefonato allo studio legale (051-6486372). Quando però si tratta di ufficializzare la testimonianza fanno un passo indietro. “Sono spaventati – conferma l’avvocato – credo che chi decide di denunciare lo farà subito e non tanto a settembre”. Con la stessa costanza sono già attivi i gruppi legali di tante altre città.
“Bisogna essere intransigenti – ha spiegato l’avvocato Simonetta Crisci, anche lei alla presentazione del Glf – con le responsabilità omissive delle autorità, soprattutto per quello che è accaduto a Bolzaneto, dove le donne sono state tenute in uno stato di terrore continuo e perché le minacce da loro subite configurano il reato previsto dall’articolo 609, cioè quello sulla violenza sessuale”. In questo senso sono già partite cinque denunce, da altrettante donne minacciate di stupro. Secondo l’avvocato Menzione la responsabilità di quello che è successo sia a S. Giuliano che a Bolzaneto ricade sul procuratore di Genova, che ha dilazionato i colloqui degli arrestati in maniera arbitraria. Infatti i pestaggi e gli abusi più gravi si sono avuti nelle 24-36 ore dopo i fermi. Ma nei verbali di convalida degli arresti, dice l’avvocato David Terracina, ci sono le dichiarazioni degli arrestati che vanno in direzione opposta alle tesi sostenute dai poliziotti.
Gli avvocati sono tutti d’accordo nel dire che “sono stati calpestati i diritti costituzionali” e per questo sollecitano una commissione internazionale d’inchiesta e nello specifico una commissione antitortura.
Fabio Marcelli, in rappresentanza dell’associazione internazionale dei giuristi democratici, ha dichiarato che molti giudici europei si stanno attivando per la costituzione di un tribunale internazionale che possa svolgere un’inchiesta indipendente (giuristidemocratici@yahoogroups.com). Il lavoro a livello internazionale partirà a Genova in ottobre, utilizzando anche i materiali del libro bianco del Gsf, e arriverà a chiudere i lavori a Ginevra dopo due-tre mesi.