DIRITTI UMANI NODO DEL WEB

SOLEMI02: SPECIALE_3D-NOVA24-01 <INFOPDF -1 > ... 09/09/10DA VILNIUS
ARTURO DI CORINTO
Per Il Sole 24 ore del 16 settembre 2010

L’Internet governance forum (Igf), ovvero gli stati generali di Internet in corso a Vilnius per il quinto anno consecutivo, ha raggiunto i suoi primi risultati. Il primo è stato quello della paziente e delicata costruzione di una consapevolezza planetaria dell’importanza di Internet per lo sviluppo economico e sociale insieme alle misure necessarie per garantirne affidabilità, sviluppo e sicurezza. A dimostrazione di ciò, la richiesta, da parte del segretariato generale delle Nazioni Unite di prolungare gli incontri dell’Igf per altri cinque anni e approdare a un nuovo summit mondiale della società dell’informazione nel 2015 con il mandato di «creare una società dell’informazione inclusiva, centrata sulle persone e orientata allo sviluppo, ma rispettosa dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali». Ulteriore prova di tale consapevolezza crescente è il moltiplicarsi di conferenze regionali (Africa, Latinamerica, Caraibi), dei capitoli nazionali dell’Igf in molti paesi (Danimarca, Olanda, Spagne, Italia) che hanno adottato sia le tematiche che l’approccio multistakeholder propri del forum.
A rendere tangibile questa evoluzione, una riorganizzazione degli argomenti e delle modalità operative dell’Igf. Quest’anno a Vilnius viene dato più spazio agli adolescenti, alla partecipazione da remoto, alla società civile e ai temi dello sviluppo e della cooperazione fra gli stati. Il programma degli eventi del 2010 (14-17 settembre), dà maggiore importanza ai temi infrastrutturali e regolatori in relazione ai temi dell’accesso e alla diversità linguistica e di genere.
Apertura, sicurezza e privacy, prima discusse separatamente, oggi vengono affrontate insieme come riconoscimento dell’interrelazione fra l’accesso alla conoscenza, la libertà d’espressione, i diritti di proprietà intellettuale, il cybercrime e la sicurezza nazionale.
L’Igf non è un luogo decisionale ma offre comunque delle raccomandazioni, come la necessità di includere i diritti umani nella discussione generale e di favorire il coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo, di istituire nuovi top-level domains, di accelerare l’adozione dell’IpV6 per la scarsità di indirizzi disponibili e l’internazionalizzazione della gestione dei nomi di dominio per assicurare il mantenimento dei servizi Internet in situazioni di crisi o di disastro. Tutti temi che sono stati recepiti nell’agenda dei capitoli regionali e nazionali dell’Igf.
La posta in gioco è alta. Mentre le diplomazie sono al lavoro nei corridoi, nessuno si nasconde che enfatizzare l’aspetto del policy making per Internet può creare problemi di carattere geopolitico – la “balcanizzazione” della gestione tecnica di Internet in caso di disaccordo – ma nemmeno si possono eludere le critiche delle Ong che temono la sua inefficacia per la debolezza dei chapter nazionali e l’indifferenza dei governi di fronte a temi cruciali come la libertà d’espressione online.

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