Le regole della neutralità
Arturo Di Corinto
per Il Sole 24 ore del 2 settembre 2010
Facebook ha superato la soglia di 500 milioni di utenti. Il web ha superato il trilione di indirizzi unici e per il 2015 si stima che tre miliardi e mezzo di persone saranno collegate a Internet. Aumenta il tempo che gli utenti passano online sui social network (+22%), come pure gli investimenti pubblicitari (11 miliardi di dollari nel 2009) e l’ecommerce. Anche gli stati che praticano la censura e il monitoraggio di Internet secondo Reporters Sans Frontiers sono in crescita, mentre 5 milioni di computer ogni secondo vengono compromessi da consorzi criminali.
In questa situazione si capisce l’importanza che assume il prossimo Internet Governance Forum di Vilnius (dal 14 al 17 setembre), che dovrà tracciare la strada per la rete del futuro e dimostrare l’utilità di un nuovo round quinquennale di incontri che una riunione straordinaria dell’Onu in seduta plenaria dovrebbe annunciare a breve. L’edizione 2010 dell’Igf porta delle novità. I temi sono gli stessi da cinque anni a questa parte, la gestione delle risorse critiche di Internet, la sicurezza, l’apertura, la privacy, l’accesso e la diversità, ma ce n’è uno nuovo, l’Internet governance per lo sviluppo. Il cloud computing e i suoi effetti sull’ambiente sociale e naturale sono invece il tema emergente dell’incontro.
Finite le polemiche sulla gestione dei nomi a dominio grazie alle aperture dell’Icann, il “parlamento di Internet” ha però una grossa grana da affrontare, il tema della net neutrality. Oggi infatti chi decide dove andare e cosa fare su Internet è l’utente, ma come vorrebbero alcune aziende, se viene meno il principio di neutralità – uguale trattamento per ogni bit o richiesta che circola per sue infrastrutture – saranno i proprietari dei cavi e dei server a stabilire velocità e accesso alle sue risorse. Una questione centrale per la democrazia di internet e per la democrazia in generale visto che la rete è ormai tutt’uno con il nostro ambiente sociale. La discriminazione del traffico è pericolosa proprio per la natura ambivalente della rete. Internet è infatti la più grande agorà pubblica della storia del’umanità ma è anche un incredibile strumento di sorveglianza e controllo, uno straordinario mezzo d’espressione, ma anche uno strumento di persuasione e propaganda, un luogo dove esercitare le scelte di liberi consumatori, ma anche uno strumento per indirizzarne i consumi in maniera non trasparente. In questo contesto assume rilevanza la proposta di Bernard Kouchner di dare a Internet “uno statuto legale che rifletta e tuteli la sua universalità”, la vera prorità per la governance di Internet.