La Repubblica: Il giallo dell’hacker italiano nel mirino di Anonymous

la-repubblica-it-logoIl giallo dell’hacker italiano nel mirino di Anonymous

Ha un profilo twitter in cui posta proclami sulla conquista di Roma. Online dà consigli a chi ha problemi tecnici e spiega come usare strumenti informatici Ora è un “sorvegliato”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Febbraio 2015

L’ACCOUNT Twitter è @technicalisis: è l'”hacker italiano” dell’Is, misterioso protagonista della propaganda informatica dello Stato Islamico. Addirittura secondo qualcuno, ma non ci sono conferme, ne sarebbe il capo. La notizia rimbalzata dalle agenzie, aveva indicato in un italiano residente all’estero uno dei capi della comunicazione dello Stato Islamico perché negli ultimi giorni era stato messo sotto stretta sorveglianza dagli Anonymous impegnati a disarticolare il network informatico dell’Is. Ma anche perché aveva scritto numerosi tweet in italiano col suo precedente account: @isistechnical, e nel profilo aveva questa frase minacciosa: “Non ci fermeremo fino alla conquista di Roma”.

C’è il sospetto che sia uno dei principali responsabili della propaganda dell’Is, nato per via dei tweet in italiano, arabo e inglese. Che sia un hacker esperto invece lo si può capire dalla sua disponibilità ad aiutare chi avesse dei problemi tecnici e per aver spiegato come usare alcuni particolari tool informatici. Anonymous lo “sorveglia” nelle operazioni IceIsis e AntiIsis (l’operazione di “vendetta” per la strage di Charlie Hebdo), ma non conferma che sia proprio lui a guidare gli hacker filojihadisti che stanno ancora cercando. Dalle verifiche che Repubblica ha svolto sulle attività di questo profilo e dalla lettura dei suoi tweet, è lecito concordare con loro. La persona dietro @technicalisis non padroneggia bene l’arabo, lo scrive in dialetto, mescola l’arabo coranico con quello parlato, fa errori di grammatica, usa caratteri diversi e alterna in maniera differente maiuscole e minuscole. E la maggior parte dei suoi tweet sono “copia e incolla”. In quelli scritti in francese ha tradotto delle espressioni idiomatiche maghrebine che per un francese non hanno senso alcuno, mentre per un marocchino o un algerino ce l’hanno.

Al contrario aveva pubblicato dei tweet in italiano usando abbreviazioni come “etc”, “xke”, “qlc” dimostrandone una buona padronanza. Insomma il presunto capo della propaganda dell’Is  –  che però ha pochissimi follower  –  potrebbe essere un semplice agitatore con l’attitudine del troll che ha magari vissuto in Italia e con origini nordafricane. Che sia un sostenitore dello Stato Islamico è però certo quando dice: “Ho sostenuto il mio Stato [Islamico] davanti a un computer e non tornerò indietro se dovessi essere costretto [lo farò] anche sul campo”. Tra i suoi ultimi post una macabra dichiarazione: una foto dove Obama è stato appena giustiziato in modo cruento.

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