La Repubblica: In chat con Anonymous: “Abbiamo sventato un attacco in una città italiana”

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La cyberguerra degli hacktivisti al terrorismo religioso dell’IS non si ferma. Dopo aver intercettato le conversazioni di affiliati allo stato islamico rilanciano: “Continueremo a fermarli”. In arrivo un video che svela di dettagli di questa operazione

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Dicembre 2015

CON UN BREVE  messaggio via Twitter Anonymous ha rivendicato di essere riuscito a sventare un attentato terroristico sul suolo italiano: “Questo mese abbiamo lavorato in silenzio. Abbiamo già sventato un attentato dell’Is in Italia e speriamo di bloccarne altri”. Comparsa nei giorni di Natale sull’account Twitter ufficiale dell’Operazione parigi (#OpParis), la notizia, rimbalzata in rete fino ai tiggi di oggi è stata confermata dai portavoce di Anonynmous all’Agenzia Ansa. E tuttavia non ci sono ancora le prove che sia stato sventato alcun attentato. Anzi, più d’uno in rete ha espresso dubbi sulle dichiarazioni rese da Anonymous anche perché il tweet originario era nel frattempo sparito per ricomparire poche ore fa sulla timeline italiana di Twitter cosa che aveva fatto sospettare conflitti tra gli stessi attivisti informatici.

In chat con Anonymous: "Abbiamo sventato un attacco in una città italiana"

La pagina, poi rimossa, con cui Anonymous ha annunciato di aver sventato un attacco Isis in Italia

In una chat con Repubblica.it l’autore del tweet, un certo “X”, ha ribadito quanto scritto, compreso il fatto che l’operazione contro affiliati dell’Isis in Italia è “ancora in corso”, e che verrà rivelata in dettaglio in un videocomunicato di prossima pubblicazione sullo stile di quello che ha dato il via all’Operazione Parigi

Anonymous dichiara guerra all’Is: “Vi daremo la caccia”

La dinamica. Ma allora come è andata veramente? Nelle parole dell’hacktivista si è trattato di una soffiata. Questo è quello che nel linguaggio veloce della chat dedicata ai giornalisti ci ha detto X: “Un anon francese si è intrufolato in un account Isis che usava una password del cavolo alahakbar123 e ha beccato una conversazione su un obbiettivo italiano nella quale si diceva “colpiremo”. A quel punto è scattata la manovra preventiva con il blocco dell’accesso per l’autore originario e un dialogo con l’altro componente Isis al quale èì stato detto che c’è stata una fuga di notizie e che l’Italia lo sa”.

Quindi, ricapitolando, un attivista francese collegato ad Anonymous avrebbe intercettato una conversazione privata tra due presunti jihadisti che parlavano della pianificazione di un attacco terroristico da compiersi in un comune italiano. La notizia, passata ai coordinatori dell’#OpParis ha fatto quindi scattare l’allarme e la decisione degli anons italiani di diffonderla. E tuttavia, in attesa di tradurre gli screenshot che proverebbero l’avvenuta conversazione e prima di pubblicarli nel prossimo video, non hanno voluto rilasciare altre dichiarazioni a parte il fatto che non devono dimostrare niente a nessuno e che “quello che è importante è che nessuno muoia per mano di questi fanatici”.

La guerra all’Isis. Una cosa è certa: Anonymous è da un anno e mezzo che combatte senza quartiere contro gli affiliati veri e presunti del sedicente Stato Islamico con risultati che sono stati progressivamente diffusi in rete, dal blocco dei loro account Twitter e Facebook fino all’oscuramento di interi siti dediti alla propaganda integralista. Le operazioni anti-Isis dal settembre 2014 ad oggi hanno visto alternarsi diversi gruppi di hacktivisti in una corsa contro il tempo per disarticolare l’infrastruttura informatica dell’Is individuando webmaster, programmatori e sistemisti in forza al CyberCaliphate e poi inondando la rete di email e numeri di telefono di simpatizzanti della causa integralista. Azioni in seguito alle quali ci sono state pesanti minacce degli jihadisti prima nei confronti dei manager e fondatori di Twitter e Facebook e poi degli Anonynmous dell’Operazione Parigi. Nel mirino l’offensiva avviata all’indomani degli attentati del 13 novembre in Francia: software scritti ad hoc per individuare i profili di sospetti jihadisti e chiuderli con la forza.

Insomma, anche se per ora non ci sono le prove di questo attentato sventato nel nostro paese e nonostante la Polizia Postale e i servizi di intelligence non abbiano confermato le dichiarazioni di Anonymous, c’è da aspettarsi ulteriori colpi di scena da questa guerriglia cibernetica che non conosce più confini. Una guerra che secondo un’inchiesta dello Spiegel potrebbe finire da un giorno all’altro se le compagnie europee smettessero di vendere tecnologie di comunicazione allo Stato Islamico.

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