La Repubblica: Anonymous: “Quelli dell’Is chattavano di Firenze. Così li abbiamo intercettati e fermati”

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Video del collettivo hacker: “Scrivevano che entro capodanno sarebbero arrivati nella città toscana. Non sapevamo cosa realmente progettassero ma siamo intervenuti”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 dicembre 2015

CON UN VIDEO e un lungo comunicato gli Anonymous hanno reso pubbliche le “prove” di aver sventato un attentato in Italia. A pochi giorni dal primo annuncio, la notizia ora è che la città italiana da colpire entro capodanno era Firenze. Gli Anonymous sarebbero riusciti a sventare l’attentato fingendo una soffiata alle autorità italiane da parte di un affiliato infedele dell’Is, con lo scopo di fare desistere chi lo pianificava.


L’obiettivo, Firenze, ricavabile dalla conversazione intercettata tra due profili Twitter di jihadisti tenuti sotto osservazione degli attivisti è leggibile in un tweet privato che tradotto, afferma: “Arriveremo a Firenze prima dell’anno nuovo”, frase che gli Anonymous hanno interpretato come “Colpiremo Firenze entro capodanno” forse anche in considerazione dell’allarme lanciato dalla polizia austriaca appena dopo Natale. ll nome dell’account intercettato riporta l’indicazione di due città “Falluja la splendente” e “Diyala” e sarebbe stato violato da un membro esterno ad Anonymous che avrebbe avvisato i registi italiani dell’offensiva hacktivista contro il califfato. In seguito gli anon italiani ne hanno dato notizia su Twitter. Ripresa da alcuni giornali inglesi, la notizia, prima cancellata, poi ricomparsa su Twitter, aveva mandato in subbuglio la galassia hacktivista di Anonymous perché non corroborata dalle “prove”. Quelle che sono state prodotte solo oggi.

Anonymous: “Quelli dell’Is chattavano su Firenze. Li abbiamo intercettati e fermati”

Per ricostruire l’accaduto e sgombrare il campo dalle polemiche il videocomunicato è stato pubblicato dagli Anonymous di Operazione Parigi su Vimeo insieme a un lungo e articolato scritto su Pastebin che spiega i dettagli della vicenda. Un’operazione verità che quindi mette a tacere le notizie di lite e dissapori all’interno dello stesso collettivo di attivisti informatici che dopo gli attentati di Parigi hanno assunto il coordinamento delle operazioni anti-Is, cioè operazione di dossieraggio e sabotaggio dei profili social dei simpatizzanti dei terroristi.

La notizia, inizialmente ripresa dal Daily Mail e poi da altri quotidiani francesi e inglesi era stata confermata da uno dei portavoce italiani di #OpParis all’agenzia Ansa. Per ricostruire la vicenda Repubblica.it  ha sentito l’anon chiamato “X”, all’origine della diffusione del tweet di avvertimento: “Questo mese abbiamo lavorato in silenzio. Abbiamo già sventato un attentato dell’Is in Italia e speriamo di bloccarne altri”. E la ricostruzione fornita è parsa plausibile visti gli screenshot pubblicati ma finora non è stata possibile una verifica su fonti incrociate. La comunità degli Anon che ha dato vita alla controffensiva contro i terroristi dopo le stragi parigine del 13 novembre inizialmente non aveva voluto confermare la soffiata e perfino “X” era finito nel mirino dai canali di comunicazione del collettivo attivista.

Ora la dichiarazione degli attivisti in video recita così: “Il giorno 25 dicembre 2015 abbiamo ricevuto una segnalazione relativa un profilo Twitter collegato ai vertici dell’Is, dove era in corso una prima comunicazione su un possibile obbiettivo italiano già stabilito e apparentemente pronto per essere colpito. Questo breve messaggio privato in quel momento indicava che Firenze sarebbe stato un obbiettivo entro capodanno, dunque Anonymous si è subito attivato per tentare di sventare questo attacco, che comunque risultato reale o falso non può essere sottovalutato tenendo conto dei soggetti che ne stavano parlando. Per questo motivo abbiamo inscenato una talpa all’interno dello stato islamico sfruttando lo stesso account accreditato e facendo credere che qualche fratello infedele ad Allah avrebbe comunicato agli italiani il giorno del giudizio di dio, così impedendo che questo attacco venisse attuato”.

E come spiegazione del loro modus operandi, aggiungono: “Anonymous agisce dietro un computer, non imbraccia armi e non tollera la violenza, non cerca fama e potere, non dobbiamo dare conto a forze di polizia e governi. Il nostro compito è quello di impedire le comunicazioni tra i terroristi e disturbare i loro piani, anche se questo può comportare rischiare la propria vita”.

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