La Repubblica: Julian Assange senza internet, Wikileaks: ”E’ stato bloccato”

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Julian Assange senza internet, Wikileaks: ”E’ stato bloccato”

Il sito sta rivelando informazioni segrete dei democratici Usa attraverso la diffusione di circa 50mila mail di John Podesta, responsabile della campagna dell’ex first lady. Assange è ospite dell’ambasciata dell’Ecuador dal 2012

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 Ottobre 2016

ROMA – Wikileaks conferma: l’Ecuador ha tagliato la connessione internet di Julian Assange. Il fatto sarebbe avvenuto domenica pomeriggio alle 17 dopo la pubblicazione da parte dell’organizzazione no profit, nota per il Cablegate, di notizie relative ai rapporti tra Hillary Clinton e la banca d’affari Goldman Sachs. Assange sarebbe quindi impossibilitato a comunicare, proprio dal suo rifugio, l’ambasciata ecuadoriana a Londra, dove vive volontariamente recluso da oltre quattro anni sotto la protezione del governo progressista di Rafael Correa.

Controllato a vista dalla polizia londinese, l’hacker e giornalista australiano è infatti in attesa di essere ascoltato come teste dal giudice svedese Marianna Ny in merito all’accusa di aver fatto sesso non protetto con due ex-supporter di Wikileaks, motivo per cui potrebbe essere estradato e eventualmente consegnato agli Stati Uniti, pronti a mandarlo alla sedia elettrica per le rivelazioni sui crimini di guerra americani paragonate ad atti di spionaggio.

La causa della disconnessione di Assange da internet sarebbe però dovuta all’inasprirsi dei rapporti tra l’Ecuador e gli Usa dopo la diffusione da parte di Wikileaks – sito anti-corruzione fondato da Assange e dissidenti iraniani e cinesi, giornalisti europei ed americani – delle email di Hillary Clinton trafugate dagli hacker Guccifer 2.0 e Fancy Bear che dimostrerebbero i suoi rapporti pericolosi col mondo arabo e bancario.

Il braccio di ferro con l’Ecuador. I rapporti tra i due Paesi, Usa ed Ecuador erano già incrinati dal 2011 quando l’America aveva addirittura richiamato i propri diplomatici dal Paese sudamericano, ma ora Assange è esplicitamente accusato dai democratici statunitensi di voler influenzare la competizione elettorale a favore di Trump. I funzionari ecuadoriani non hanno voluto rilasciare commenti, quello che è noto è che il presidente Correa sostiene Clinton nella campagna per la presidenza Usa nonostante sia fermamente deciso a voler ancora offrire protezione al famoso whistleblower. E questo sostegno alla Clinton da parte del presidente ecuadoriano è stato ribadito in un’intervista all’emittente Russia Today basata negli Usa e finanziata dalla Russia.

Ma Wikileaks, a dispetto di quanto sostenuto da alcuni commentatori non è l’unico sito che ha diffuso le email scandalo della ex first lady e per i suoi fan non sarebbe una quinta colonna del governo di Vladimir Putin a favore di Donald Trump, il repubblicano che corre per la Casa Bianca.

Hillary Cinton ha ribadito in diverse occasioni che Assange andrebbe processato per i suoi crimini, mentre a prendere le sue difese si è schierata la candidata dei Verdi americani, l’avvocatessa Jill Stein insieme a una pletora di attivisti e ”privacy advocate”. Non a caso, dopo la notizia della sua disconnessione nelle ultime ore c’è stata una levata di scudi a favore di Assange anche da parte di quanti, pur non convidendo le sue posizioni, chiedono per lui piena libertà di parola.

Wikileaks tuttavia non parrebbe intimidita dalle accuse rivolte nelle scorse settimane al suo fondatore. Sono fresche di pubblicazione circa 50 mila email personali di John Podesta, a capo della campagna elettorale democratica dopo le dimissioni del predecessore causate dalle rivelazioni, i DNCLeaks, che il Comitato nazionale democratico avrebbe sabotato la campagna del concorrente di Hillary alle primarie, Bernie Sanders.

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