La Repubblica: Usa, ecco l’app antiterrorismo

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Nello stato di New York, dallo smartphone sarà possibile segnalare in maniera anonima situazioni potenzialmente pericolose

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 Novembre 2015

‘VEDI qualcosa, manda qualcosa” è questo il nome dell’app per Android e iOS con cui il governatore Andrew Cuomo ha aperto la campagna dello stato di New York contro il terrorismo. Per incoraggiare i newyorchesi ad allertare le autorità su possibili minacce terroristiche, lo stato americano ha infatti commissionato all’azienda My Mobile Witness, un’app per smartphone che permette di inviare in maniera sicura e anonima testimonianze di situazioni potenzialmente pericolose.

“Si tratta di misure necessarie nella nostra comune lotta al terrorismo”, ha detto il governatore di origini italiane. Ed è l’ennesima riprova che le tecnologie informatiche reinterpretate dagli utilizzatori sono entrate a pieno titolo nelle vicende legate al terrorismo. Avevano iniziato i parigini con l’hashtag #PorteOuverte lanciato su Twitter per segnalare l’ospitalità dei parigini a chi fuggiva dagli attentati del 13 novembre e non poteva tornare a casa dai luoghi dell’attacco, e poi era arrivata l’applicazione safety check di Facebook, una funzione sviluppata per la ricerca delle persone durante disastri naturali, ma che è servita a rassicurare la rete dei propri amici che si stava bene e che era tutto a posto. A differenza dell’ipotesi di mettere la polizia in grado di accedere e incrociare database pubblici e privati, di usare sistemi di riconoscimento facciale o programmi per la traduzione real time dei messaggi di testo tra numeri telefonici sospetti, con quest’app vengono coinvolti direttamente i cittadini a formare un network collaborativo con le stesse forze di polizia. Una sorta di crowdsourcing per la sicurezza visto che si basa sul contributo collettivo (cioè da parte della “folla”, crowd) a un progetto aziendale o istituzionale il cui sviluppo è affidato all’esterno (outsourcing).

Is: New York lancia un’app per la lotta al terrorismo

L’app in questione permette infatti di inviare in maniera anonima foto e testi su potenziali minacce che ci si parano davanti nella quotidianità, dai pacchi abbandonati nelle stazioni alle bombole del gas incustodite fino agli individui con comportamenti sospetti. Foto e appunti vengono inviati a un  centro di controllo dello stato per essere vagliate e poi eventualmente inoltrate alle competenti agenzie federali se ritenute utili a tutelare l’incolumità cittadina. “Abbiamo intensificato la nostra preparazione in seguito agli attentati di Parigi e continueremo a rimanere vigili contro coloro che cercano di diffondere paura e violenza”, ha detto Cuomo presentando l’applicazione. L’app, disponibile anche in Colorado, Louisiana, Pennsylvania e Virginia, include una sorta di guida all’uso per evitare falsi positivi e informazioni troppo generiche, insomma, consiglia cosa guardare, dove guardare e quando denunciare una situazione sospetta. Somiglia ai numeri d’emergenza della polizia a cui si denunciano crimini e sospetti ma stavolta la possibilità di farlo si affida al dito sullo smartphone.

L’idea non è tuttavia né nuova né americana. Un’applicazione simile è stata realizzata qualche mese fa da tre giovani ingegneri tunisini che aspettano ancora il via libera del governo per diffonderla a causa del timore di un suo uso inappropriato o fraudolento. L’app tunisina si chiama “Edder3′′ cioé “Lo scudo” e la persona che utilizza il programma viene identificata tramite uno pseudonimo per evitare eventuali minacce o rappresaglie. A giugno un’applicazione simile era stata presentata dall’associazione americana per i diritti civili ACLU per denunciare gli abusi della polizia nei confronti della comunità afroamericana. Il governatore Cuomo ha tenuto a precisare che l’app non sostituisce il 911 (il numero delle emergenze) e nemmeno il lavoro dei poliziotti il cui numero in funzione antiterrorismo è stato aumentato nella sola new york di 46 unità presso le stazioni più importanti dopo aver inaugurato il Critical Response Command, una stuttura di addestramento per tattiche antiterrorismo.

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