Wired: Il direttore di Federturismo attacca Wired sullo scandalo Promuovitalia

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Antonio Barreca, direttore generale dell’organo confindustriale, ci taccia di fare giornalismo senza dignità per aver raccontato, per primi, il furto di bilanci e documenti legati alla bancarotta di Promuovitalia

di ARTURO DICORINTO per Wired del 24 Luglio 2015

Con un singolare attacco a Wired ieri il direttore generale di Federturismo, Antonio Barreca, ha dichiarato su Twitter che il nostro giornale ha scritto un “articolo vergognoso”, e che facciamo un “giornalismo senza dignità”. Si riferiva alla cronaca da noi raccontata del furto di sette computer su 110 all’interno degli uffici di Promuovitalia, da un paio d’anni agli onori delle cronache per la cattiva gestione che ha portato due settimane fa alla sua bancarotta. In quei sette computer della società vigilata dal Mibact c’erano bilanci, fatture, protocolli, verbali e timesheet dei progetti il cui mancato adempimento ha progressivamente mandato in rosso la gestione della società e messo in mezzo a una strada 1000 tirocinanti, centinaia di lavoratori e causato più di un imbarazzo a Mise e Mibact.

Alle origini del default della società in house del Ministero della Cultura e del turismo, c’è un forte conflitto sulla gestione dei fondi pubblici tra la vecchia e la nuova dirigenza di Promuovitalia. Un conflitto cominciato nel 2013 con la denuncia dell’ex Dg Francesco Montera al ministro del turismo dell’epoca, Massimo Bray, a cui era seguita una durissima nota del delegato ministeriale Nicola Favia, sfociata nella denuncia alla Procura e alla Corte dei Conti del direttore generale Roberto Rocca per impulso del suo segretario generale Antonia Pasqua Recchia.

LE DENUNCE DEL DEGRADO DI PROMUOVITALIA
Montera, in una lettera riservata a Bray nel 2013 aveva denunciato il degrado della società e per questo era stato licenziato. Subito dopo accusato di aver illegittimamente acquisito compensi che non gli spettavano per 362 mila euro, è stato assolto da questa accusa. Favia invece, da poco sentito dagli investigatori, nel novembre 2013 aveva denunciato “l’impossibilità di esercitare il controllo ministeriale, l’impossibilità di accedere ai dati di bilancio e la mancata o non corretta trascrizione dei verbali delle riunioni” del Cda di Promuovitalia, mentre la denuncia di Rocca del 30 gennaio 2014 lamentava “la mancata ottemperanza alle disposizioni del socio unico Enit” da parte dello stesso cda. Finalmente arrivata all’attenzione della Corte dei Conti la lettera di Rocca sollecitava la verifica della contabilità e del bilancio della società che l’allora presidente Enit, Pierlugi Celli, non riusciva a verificare tanto da doverne stigmatizzare in diverse note al ministro gli atteggiamenti impropri e “dilatori”.
Infine arrivava la nota del capo di gabinetto del ministro Dario Franceschini che nell’aprile 2014 chiedeva di “accertare eventuali responsabilità civili, disciplinari, erariali, contabili, patrimoniali e penali” relativamente al comportamento della dirigenza di Promuovitalia. Ma la Recchia già l’8 novembre 2013 ne aveva scritto, profetica, dicendo che “la situazione evidenziata è tale da mettere a repentaglio la continuità aziendale”.

COSA ERA SUCCESSO?
A maggio 2012 si era insediato il nuovo cda e dopo pochi mesi erano presto emersi i primi problemi di gestione. L’ex Dg Montera ci ha raccontato che il cda composto da Costanzo Jannotti Pecci (ex presidente di Federturismo), Massimo Ostillio (ex assessore al turismo pugliese), Emilia Masiello, Nicola Favia e Maja De’ Simoni (gli ultimi tre daranno successivamente le dimissioni per le difficoltà incontrate), non era stato capace di gestire la macchina che realizzava progetti pagati dalle amministrazioni pubbliche tanto da non poterli rendicontare e che tra i tanti buchi di bilancio creati da questa gestione ce n’era uno, opera di un funzionario infedele che si era intascato 300 mila euro di questi progetti senza essere sanzionato dal cda.

IMPOSSIBILE RENDICONTARE
Secondo Montera infatti, “I denari erogati in questi progetti sono sempre un’anticipazione delle attività da svolgere che il committente richiede che siano certificate. Ma se tu effettui dei tirocini non rendicontabili e spendi per affitti, trasporti, consulenti, personale, audit, avvocati, giornali, viaggi, spese postali e buoni mensa, e non puoi rendicontare queste attività, non puoi aspettarti che ti vengano pagati dal committente.”

Una tesi che sembra trovare conferma in una lettera del direttore generale del Ministero dello Sviluppo Economico, Carlo Sappino committente di uno dei progetti più grossi, il L&S4 dedicato ai disoccupati del Sud, dove ha formalmente scritto che la mancanza di liquidità di Promuovitalia nel pagamento dei costi del progetto L&S4 “è da imputarsi unicamente alla gestione delle risorse economiche affidate alle disponibilità della società.”

Adesso Promuovitalia è fallita. La sua bancarotta è stata ampiamente preannunciata dai nostri articoli che unici, hanno documentato, pubblicandone le carte, l’accaduto.

IL FALLIMENTO DI PROMUOVITALIA
Adesso i creditori di Promuovitalia aspettano di recuperare il dovuto. A questo infatti dovrebbero servire i fondi rischio di circa 15 milioni di euro che hanno fatto sprofondare a 17 milioni di euro il bilancio negativo della società del Mibact. Non serviranno solo alle spese delle cause intentate dai creditori ma anche a mettere una toppa alle decertificazioni dei lavori svolti da Promuovitalia. Parte di quei soldi – circa 6 milioni di euro – li reclama indietro proprio il responsabile del Mise, Sappino, tra i maggiori creditori di Promuovitalia.

Intanto prima di chiudere per bancarotta, l’azienda, nella persona del liquidatore Antonio Venturini, ha chiesto indietro a cda, collegio sindacale, organismo di vigilanza, parte dei soldi relativi ai loro emolumenti, in base a una norma del 2012, non applicata, che chiedeva di ridurli del 10%.

ARRIVA IL CURATORE FALLIMENTARE
Il prossimo passo spetta adesso al curatore fallimentare, il commercialista romano Francesco Rocchi che deve valutare le professionalità interne da tenere in azienda per lavorare sui rendiconti da inoltrare a Mise e Mibact e provare a pagare i lavoratori rimasti senza stipendio da sei mesi.

Per fare questi conteggi serviranno i documenti contabili che in gran parte sono stati rubati insieme ai computer una settimana fa: “Di cui però esiste il backup”, ci dice Antonio Venturini. “Anche se ci hanno rubato i computer la contabilità l’abbiamo backuppata e quindi abbiamo tutto, in carta e in digitale, in doppia copia, anche presso la Zucchetti di Roma che gestisce il software che ha fornito il programma di contabilità.”

AUDIZIONE ALLA CAMERA IL 4 AGOSTO
Il Mibact ha dato mandato all’ingegner Cristiano Radaelli di firmare l’accordo per selezionare dal personale di Promuovitalia le persone da assumere in Enit che forse senza la zavorra di Promuovitalia e un nuovo lifting potrà fare quello che Renzi chiede: far ripartire il turismo italiano. Sia il commissario Enit Cristiano Radaelli che Antonio Venturini sono stati convocati per riferire la situazione alla commissione parlamentare competente il giorno 4 agosto. In quell’occasione potrebbe venire una risposta alle molte interrogazioni parlamentari relative a questo disastro annunciato e raccontato da Wired.

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