Intervista a RADIO 3 SCIENZA del 02/01/2007
Il 2007 si apre all’insegna della tremenda diffusione delle tecnologie di comunicazione personale e del grande successo di Internet come dispositivo di connessione sociale. Siamo infatti arrivati a contare oltre 4 miliardi di pagine web, più di 1 miliardo di siti e 58 milioni di blog. Gli User generated contents, il web 2.0 sono la punta di un iceberg che emerge con sempre maggiore nettezza nel panorama della comunicazione.
Chiaramente la speranza maggiore associata alle nuove tecnologie della comunicazione è che esse contribuiscano allo sviluppo del potenziale umano e che, facilitando il dialogo fra popoli e la conoscenza di culture diverse possano aiutare a ridurre i conflitti e contribuire alla pace.
In fondo se potessimo sintetizzare la tesi della rivista Time che ha nominato Persona dell’anno ogni singolo utilizzatore della rete Internet, il blogger, il wikipediano, l’artista, il programmatore di software libero, l’ingegnere o l’insegnante online, dovremmo dire che, grazie a Internet, l’orizzonte che abbiamo di fronte è quello della cooperazione e della condivisione senza frontiere di cultura e conoscenza.
Una cooperazione che facilita l’avanzamento scientifico, l’innovazione industriale, l’efficienza e la trasparenza dello stato, il legame sociale.
SPERANZA
Quindi l’aspicio per il 2007 è che tecnologie a basso costo e facili da usare servano all’alfabetizzazione dei paesi in via di sviluppo e servano a ridurre il digital divide che divide il mondo in inforicchi e infopoveri.
Da questo punto di vista citerei:
– One hundred dollar laptop La commercializzazione del “One hundred dollar laptop”, il computer da cento dollari o poco più, un’idea di John Negroponte, un portatile che funziona con l’energia prodotta da una manovella e incorpora software libero come Linux;
– Grameen e le TLC Ma anche la decisione del premio nobel Muhammad Yunus e della Grameen Foundation di investire nelle Telecomunicazioni per ridurre i costi delle connessioni a Internet e portarle in aree povere e depresse;
– You Tube e i segni Oppure la diffusione di filmati su youtube realizzati nella lingua dei segni che consente anche agli audiolesi di godere di forme di comunicazione non testuali ed esprimersi nel loro proprio linguaggio;
– Trashware Lo stesso direi della diffusione del trashware, cioè della pratica del riciclo di vecchi computer per ridurre l’impatto ambientale della loro produzione e dello smaltimento delle sostanze nocive che contengono;
– Wi-Max La diffusione del Wi-Max, una tecnologia per Internet a larga banda che non solo ha un basso impatto ambientale, ma che a costi molti ridotti rispetto alle tecnologie via cavo o fibra, particolarmente adatto ad aree geografiche scarsamente popolate o impervie;
Alle opportunità della comunicazione favorita da Internet sono tuttavia spesso associate numerose paure legate all’inquinamento ambientale causato dalla proliferazione di apparati elettrici, alla perdita della privacy e alla sicurezza delle infrastrutture di comunicazione.
Wireless. Una delle paure più forti è che la diffusione delle reti senza fili, dei computer wireless sia un pericolo per la salute. Ma importanti studi sembrano smentirlo.
Ma le paure più diffuse sono legate a un uso improprio delle tracce elettroniche…
Privacy e Biometrica. La paura della diffusione di tecnologie di sorveglianza in grado di riconoscere, archiviare e trasferire a soggetti terzi le impronte chimiche, meccaniche ed elettriche del corpo umano oltre che quelle elettroniche, quando usiamo un bancomat o stiamo al cellulare, che stra producendo una pericolosa cultura del sospetto. E porta le persone a comportarsi in maniera innaturale. Penso alla proliferazione delle telecamere di sorveglianza laddove basterebbe una normale illuminazione come deterrente ai malintenzionati.
Privacy e banche dati Le banche dati interconnesse mettono a rischio la privacy degli individui per due motivi: la loro centralizzazione le espone a rischi di gestione e manutenzione ma anche di violazione dei dati contenuti. Quei dati talvolta dettagliano oltre il consentito le informazioni personali che possono cadere in mani sbagliate. Pensate ai database medici che potrebbero essere usati dalle assicurazioni per decidere se darci una copertura sanitaria oppure no, se darci un prestito oppure no.
Privacy e diritto all’oblio Pensate al problema della permanenza delle informazioni in rete. Ad esempio al fatto che un brutto fatto di cronaca che ci ha visti coinvolti e che vorremmo dimenticare continua a vivere in rete nonostante non sia più di interesse giornalistico o giudiziario.
Collasso della rete e virus.Più ci affidiamo alla rete per le attività quotidiane: pagare le bollette o fare un bonifico più aumenta il rischio che malintenzionati possano accedere ai nostri dati o manipolarli. Ugualmente più aumenta l’interconnessione fra i computer che gestiscono i flussi energetici, dalle dighe agli ospedali, più critici diventano i servizi che da essi dipendono.
Le altre paure sono legate alla guerriglia in rete tra opposte fazioni che attaccano i siti di governi e multinazionali, la pedofilia, il furto d’identità, la sindrome da dipendenza da Internet eccetera.
A queste paure c’è un solo rimedio: presidiare al meglio le macchine che usiamo e imparare a proteggerle, diffondendo una cultura d’uso in cui ognuno sia al corrente dei rischi delle opportunità offerte dalle tecnologie di rete e diventa responsabile di tutto quello che fa ogni giorno nella vita online e offline.