Difesa e attacco a Las Vegas, sfida tra hacker da tutto il mondo. Italiani favoriti
Gli hacker italiani favoriti al ritrovo più importante per la comunità mondiale della sicurezza informatica. Tra i ”giovani dragoni” i talenti dell’informatica
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 Agosto 2018
GLI HACKER italiani sono così bravi che si sono meritati il secondo posto alla Def Con 26, la più importante conferenza hacker al mondo che si tiene fino a domenica. Qualificati secondi su una platea di 586 gruppi, la squadra italiana di giovani talenti, dal nome evocativo di mHACKeroni, parteciperanno alle gare “Capture The Flag” a Las Vegas in uno scenario da film, il Caesars Palace e il Flamingo Hotel.
·STRATEGIE DI GRUPPO
La competizione è basata su una serie di giochi di attacco e difesa in cui si devono penetrare le mura digitali avversarie e rendere sicure le proprie con una serie di strategie basate sulla conoscenza dei codici informatici ma sopratutto sulle abilità di problem solving unite, un forte spirito di gruppo.
In questa sorta di ruba bandiera digitale gli hacker professionisti hanno l’opportunità di mettere in mostra le proprie abilità adottando le tecniche più efficaci. Al di là dello spettacolo, come dice il sito, “Defcon Ctf è un’opportunità per informare, stupire e ispirare la prossima generazione di hacker, i giovani dragoni”.
Gli italiani che metteranno le mani sulle macchine della gara, a rotazione otto per volta, sono in 35 e hanno un’età che va dai 20 ai 30 anni. Un gruppo ben assortito ma con il portafogli vuoto, abituato a non fermarsi di fronte alle prime difficoltà. Così, poco prima di partire per questa nuova sfida Oltreoceano, i giovani dragoni italiani hanno deciso di ricorrere a una colletta online per garantirsi viaggio e alloggio in Nevada. Poi, deus ex machina, sono comparsi anche gli sponsor: Poligrafico Zecca dello Stato, Intesa San Paolo e altri. Tra loro anche Yarix-VarGroup, il cui amministratore, Mirko Gatto, spiega il senso: “È importante che le aziende aiutino questi giovani, perché prima o poi ne avranno bisogno per proteggere il proprio business e gli interessi degli azionisti, ma anche perché rappresentano un patrimonio per il nostro paese”.
Non era neppure scontato che riuscissero a piazzarsi, eppure la notizia è una conferma. A dispetto del precario stato delle nostre reti di telecomunicazione (a Roma da due giorni è in tilt Wind Infostrada in diversi quartieri) e del fatto che non produciamo tecnologie nazionali – che sono invece in mano a russi, cinesi e coreani – le università italiane continuano a sfornare giovani talenti in materia di cybersicurezza. La squadra dei mHACKeroni ne è la prova: vi partecipano esperti formati al Politecnico di Milano, all’università di Padova, alla Ca’ Foscari di Venezia e alla Sapienza di Roma. Alcuni di loro hanno partecipato alla Cyberchallenge, si sono qualificati terzi ai campionati europei dell’anno scorso e si ritroveranno a rappresentare il tricolore il prossimo ottobre a Londra per la European Cyber Security Challenge 2018, dopo un breve ritiro a fine mese all’Istituto di Alti Studi IMT di Lucca.
La squadra, appena appena arrivata a Las Vegas si è messa al lavoro. Come racconta Marco Squarcina, uno degli elementi di punta della squadra nonché allenatore della nazionale italiana di hacker che sarà a Londra: “Siamo chiusi in camera da un giorno e una notte per approntare strategie e scrivere codici, ma non sappiamo ancora come si svolgerà la gara, perciò ci prepariamo a tutti gli scenari possibili”. Conferma Pietro Borrello, 20 anni ed entusiasmo da vendere: “Ci auguriamo di rappresentare bene l’Italia”.