Italia.it: dimissioni Arturo Di Corinto

Illustre Presidente del Consiglio dei Ministri –

Egregio Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo –

Onorevoli parlamentari –

Cari colleghi –

Con questa lettera oggi mi accomiato da voi in qualità di direttore editoriale del Portale Nazionale del Turismo, Italia.it (www.italia.it).

Lettera_dimissioni_DiCorinto

Come avevo preannunciato nel luglio scorso sia al direttore generale Onofrio Cutaia che al consigliere Stefano Ceci, mi dimetto da direttore di Italia.it perchè ritengo ingiusto e poco dignitoso continuare a lavorare senza essere pagato. Le difficoltà finanziarie di Promuovi Italia Spa e le incertezze burocratiche del Mibact hanno infatti impedito i pagamenti verso la società Unicity Spa che mi ha impiegato come direttore editoriale del portale, e che non paga le mie spettanze da otto mesi.

Questa decisione, a lungo meditata e molto sofferta, coincide oggi con una fase di esaurimento del progetto stesso del portale che nessuno ha finora spiegato come debba concretamente continuare passando all’Enit, commissariata e in crisi di liquidità. E questo nonostante il generoso tentativo del commissario Radaelli che ha siglato con Unicity un piccolo “contratto ponte” di gestione del sito – fino al 30 novembre 2014-, per prendere tempo in vista della trasformazione dell’Enit a cui la legge 106/2014 conferisce il portale.

Personalmente ritengo che sia stato un errore affidare il portale all’Enit prima della sua riorganizzazione e mentre Promuovitalia – la stazione appaltante dei servizi tecnici e redazionali di Italia.it – è stata messa in liquidazione, incapace di pagare i sette mesi del lavoro precedentemente svolto dalla redazione del sito. Promuovi Italia – dalla cui vicenda gestionale emergono fatti delinquenziali in fase di accertamento da parte della magistratura -, ha impegnato la società Unicity a lavorare anche dopo la rescissione unilaterale del contratto avvenuta il 10 settembre 2014, con la velata minaccia di non considerare adeguato il lavoro che tutti i responsabili istituzionali fino ad agosto 2014 avevano coordinato, apprezzato e approvato.

Detto questo, pur considerando di buon senso, ma non innovativo, il lavoro gratuito del Tdlab – a cui ho contribuito con due paper relativamente alla promozione del turismo digitale – e dalla cui formazione la struttura di Italia.it è stata inspiegabilmente esclusa, continuo a ritenere che sia stato sbagliato prendere decisioni gestionali e legislative relative alla vetrina turistica dell’Italia senza un progetto operativo e una copertura economica certa e definita.

In generale, tuttavia, la mia riflessione è che, quando le cose si fanno gratuitamente, si innesca sempre un meccanismo opaco di riconoscenza, ricatto e debito, morale ed economico, che non si risolve con la sola cooptazione di chi ha lavorato senza emolumento. Quando le cose vengono interrotte, mentre funzionano, e senza delineare un percorso e una strategia fattuali, le urgenze si trasformano in pressioni che non aiutano a fare scelte funzionali. È il motivo per cui la stessa Expo2015 è in grande sofferenza e sotto l’occhio vigile di Raffaele Cantone.

Proprio l’avvicinarsi dell’Expò avrebbe consigliato di immaginare una diversa strategia di gestione del portale che doveva e poteva essere una piattaforma di branding e marketing dei contenuti relativi a quell’evento e per meglio comunicare la stessa Italia come destinazione turistica. Soprattutto rispetto alle proposte da me inoltrate ai ministri Gnudi, Bray e Franceschini, circa la necessità di localizzazione linguistica del portale (in cinese e russo), e alla promocommercializzazione dei prodotti turistici italiani di cui in tempi non sospetti avevo individuato le risorse presso gli uffici competenti e che nella misura di € 900.000 sarebbero ancora accantonate e utilizzabili.

Oggi al portale Italia.it lavorano solo tre persone delle venti previste dal progetto iniziale. Giornalisti, social Media manager, traduttori, storici dell’arte, fotografi e videomaker: professionalità giovani e dinamiche che abbiamo impiegato molto tempo a formare su una piattaforma di lavoro complessa e non sempre efficiente, oggi hanno abbandonato il progetto perchè non pagati da mesi. Professionalità che non sarà facile rimpiazzare.

Me ne vado sapendo di non dovermi rimproverare nulla. Quale esperto di comunicazione digitale ho risanato il portale con il contributo fondamentale dei miei redattori che ringrazio di cuore per serietà, professionalità e abnegazione. Nelle pieghe della cattiva amministrazione e nei limiti obbligati dal contratto di servizio, ho sempre spostato più in là l’asticella del possibile e nei momenti di interregno amministrativo ho voluto una sezione trasparenza sul sito, immaginato nuovi servizi e corretto tutti gli errori delle gestioni precedenti alla mia, che è cominciata nel giugno 2012 e che finisce oggi.

Un ringraziamento particolare va ad Edoardo Colombo, garanzia di collegamento con l’amministrazione, a Paolo Giordano per la capacità di ascolto, a Mauro Minenna per il supporto e l’amicizia, al ministro Massimo Bray per la fiducia accordatami, ad Andrea Babbi per i consigli, a Roberto Rocca per il senso dello Stato, a Onofrio Cutaia, campione di gentilezza e disponibilità, a Cristiano Radaelli per il rispetto che mostra alle idee e alle persone.

Sempre disponibile a discutere di tutto questo, anche e soprattutto in “abiti civili”, e pronto a fornire tutta la documentazione a corredo delle mie doglianze, faccio i miei migliori auguri alla nuova gestione del portale che mi vedrà nei prossimi mesi vigile e attento critico.

Roma Lunedì 20 Ottobre 2014

In fede,

Arturo Di Corinto

Arturo Di Corinto

Sono un ricercatore e docente in psicologia cognitiva e della comunicazione. Ho insegnato alla Stanford University, alla Sapienza di Roma e all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ho diretto il laboratorio Open Source – Logos -, della Sapienza di Roma.

Negli ultimi sette anni ho sempre servito in diverse posizioni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri come esperto di comunicazione pubblica e di gestione dei siti web della Pubblica Amministrazione, presso il Cnipa, oggi Agid, e presso il Dipartimento per la Digitalizzazione e l’Innovazione della PA (DDI). Ho creato il primo sito turistico-culturale regionale del Lazio nel 2005 e per questo ho ricevuto premi e riconoscimenti dal Presidente della Repubblica e dal WSIS.

Sono stato consulente Rai, UE-DG XIII, Onu, Isfol e Ires-Cgil.

Giornalista esperto di innovazione, ho lavorato per Il Sole24Ore, Wired e L’Espresso.

Attualmente scrivo per La Repubblica.

Ho pubblicato oltre 20 libri sul mondo digitale, tra cui Revolution Open Source (Feltrinelli/Apogeo, 2005), I nemici della Rete (Rizzoli, 2011), Un dizionario hacker (Manni, 2014). www.dicorinto.it

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