Il Manifesto: Videogame sotto attacco

Videogame sotto attacco

Hacker’s Dictionary. I giocatori di videogames sono diventati bersaglio dei criminali informatici. Motivo? Sono giovani, poco attenti alla sicurezza e spendono molti soldi per giocare

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 20 giugno 2019

Ma come fa un ragazzo di venti anni a guadagnare 200mila euro al mese giocando ai videogame? Grazie a milioni di persone che guardano i suoi tutorial su Youtube. E ai proventi della pubblicità e del marketing associato al suo nome e alle sue imprese. Gli youtuber più importanti in Italia, Favij, St3pNy e i Mates, sono gli idoli delle nuove generazioni che si riversano in massa ad ascoltarli, vederli, toccarli, in occasione delle loro comparsate pubbliche, come recentemente al Romics, la fiera del fumetto di Roma.

E tuttavia il loro successo dipende dal fatto che i videogame di cui realizzano i tutorial mostrando trucchi e strategie di gioco – Fortnite, Brawl Stars, Apex Legends – sono giocati da centinaia di milioni di giocatori in tutto il mondo. Insomma, dietro i videogame c’è un’intera industria di designer e sviluppatori, dove l’Italia è leader di mercato e anche nelle università si insegna come realizzarli e comunicarli. Continua a leggere Il Manifesto: Videogame sotto attacco

La Repubblica: Hackmeeting 2016, un raduno all’insegna della solidarietà

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Hackmeeting 2016, un raduno all’insegna della solidarietà

Dopo l’Internet Day arriva l’appuntamento per hacker, smanettoni e curiosi. Pisa si si propone come il centro della storia digitale del Belpaese

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 Giugno 2016

DAL 3 al 5 giugno, hacker, smanettoni e curiosi si incontrano anche loro al Polo Fibonacci dell’Università di Pisa per parlare di Internet, ma non per celebrarla: si incontrano per discutere delle forme di resistenza alla sua commercializzazione e per dire che esiste un’alternativa alla società della sorveglianza e dell’esclusione digitale. È l’Hackmeeting 2016.  Non è un caso che si tenga dentro l’Università. L’hacking non è solo un concetto informatico ma una questione di metodo, di come si fanno le cose, e in questo evento pisano riguarda prima di tutto la riappropriazione dei processi di produzione della conoscenza con una critica forte al copyright, al software proprietario e ai recinti della produzione scientifica. Una lunga serie di talk e presentazioni, dal libro Anime elettriche del collettivo Ippolita alle piattaforme di crowdfunding e ai network wireless per i migranti rifugiati in Italia, insieme ai laboratori di scrittura creativa, sono la spina dorsale di un evento completamente autogestito e autofinanziato, da 19 anni.

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La Repubblica: Non solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

la-repubblica-it-logoNon solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

La cyberguerra tra ISIS e hacktivisti entra nel vivo e al tempo stesso si accentuano le differenze di strategia fra i gruppi prima riuniti sotto lo stesso pseudonimo. Intanto i cyber-jihadisti minacciano gli Anons. Ma i promotori di #OpParis ribattono: “Stanno perdendo”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Novembre 2015

ANONYMOUS combatte senza sosta la sua guerra contro l’IS riuscendo a bloccare siti propagandistici e a chiudere migliaia di social account pro-jihad. E per questo gli hacktivisti con la maschera di Guy Fawkes sono stati minacciati di morte dai “soldati” del cyber-califfato. Anonymous però è un meme, un logo, una maschera, lo pseudonimo collettivo di chi si riconosce in certe azioni e in certi valori. Anche Anonymous è una galassia di gruppi, a volte sono coordinati a volte no. GhostSec è uno di questi ultimi. Nato “all’interno” di Anonymous, pian piano ha acquisito una sua indipendenza e si è specializzato in antiterrorismo digitale. Sono i GhostSec che, insieme ad Anonymous, hanno denunciato e talvolta bloccato le centinia di migliaia di account Twitter dei simpatizzanti dello Stato islamico. Ma hanno strategie diverse.

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