L’industria del cybercrime adesso ha consulenti e customer care

L’industria del cybercrime adesso ha consulenti e customer care

Il famoso gruppo criminale Maze, noto per rovinosi attacchi informatici via ransomware a Canon, LG e Xerox, si sarebbe sciolto. Lo afferma il portavoce in un comunicato. Ma prima vuole il pagamento dalle ultime vittime che ha ricattato. E diffida a usare il suo brand. Ma le motivazioni potrebbero essere altre…

di ARTURO DI CORINTO del 4 Novembre 2020

Sorpresa, le gang criminali del web adesso funzionano come le imprese normali: hanno dei portavoce, un ufficio stampa, consulenti e impiegati che rispondono alle telefonate delle vittime, come un normale servizio di customer care. Finora sapevamo che si nascondevano nei datacenter di aziende globali in mezzo al cloud di università e pubbliche amministrazioni, ma che fossero tanto spavaldi da emettere dei comunicati, questo è cosa nuova. È successo ieri, quando un gruppo criminale, noto per la gestione del ransomware Maze, uno dei software più rognosi se ci blocca server e computer, ha emanato un comunicato per dire che: “Il progetto del gruppo Maze è ufficialmente terminato”. E, per difendere il proprio brand e il proprio ‘lavoro’ chiariscono che “tutti i riferimenti al progetto che usano il nostro nome e metodi di lavoro vanno considerati una truffa. Non abbiamo mai avuto partner o successori ufficiali e i nostri esperti non lavorano con altri software”. Insomma, dal “malware as a service”, cioè dalla possibilità di comprare software dannosi in luoghi imprecisati del DarkWeb con assistenza tecnica e di pagamento online, siamo arrivati a strutture criminali così bene organizzate da non sottostimare l’importanza della comunicazione.