La Repubblica: Una Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

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In dirittura d’arrivo la Carta dei diritti che il 13 ottobre sarà presentata ai parlamenti europei. Innovazione, sicurezza e tutela della libertà d’espressione tra le linee guida. La presidente Boldrini a Repubblica: “Internet favorisce la democrazia”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 Ottobre 2014

 

DOPO IL BRASILE anche gli Italiani avranno una Costituzione per Internet. O almeno una sua prima bozza che, presentata alla riunione dei Parlamenti europei a Roma il 13 ottobre, dovrà essere discussa, votata online, emendata e infine adottata dal Parlamento italiano. Ieri intanto sono stati pubblicati i primi resoconti stenografici dei due incontri del gruppo che se ne occupa su incarico della presidente della Camera Laura Boldrini, circa 20 persone divise tra parlamentari e società civile. Obiettivo, per la prima volta assunto in una sede parlamentare, è quello di fissare delle regole minime di comportamento per tutti i soggetti che la rete la “fanno”: singoli, associazioni, imprese, istituzioni e governi. La commissione di studio nei fatti è stata istituita proprio per l’assenza di una commissione competente per gli affari tecnologici, ma è coadiuvata dall’intergruppo parlamentare per l’Agenda digitale da poco costituito.

Ma perché una Costituzione per Internet? La presidente Boldrini lo spiega così a Repubblica: “L’idea di costituire una Commissione di studio nasce dalla consapevolezza che considerare Internet uno dei vari media è riduttivo e improprio. Internet è molto di più: è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società; una dimensione diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza”.

Da quando se ne cominciò a parlare, durante il World Summit on Information Society di Tunisi nel 2005, sono state date molte le spiegazioni a supporto della creazione di una Carta dei diritti di Internet: per limitare lo strapotere delle multinazionali che coi nostri dati fanno quello che gli pare, per riequilibrare i diritti di autori e fruitori delle opere creative, per ribadire l’importanza della privacy. E poi per garantire l’interoperabilità dei dati e la sicurezza di dati, infrastrutture e informazioni. Ma anche per combattere il digital divide, culturale ed economico, e favorire il rispetto delle diversità. Infine, per raggiungere l’obiettivo di una società dinamica e aperta che sfrutti tutto il potenziale della cooperazione sociale in rete. Boldrini ne aggiunge un’altra: “Per dare nuovo impulso alla partecipazione democratica sempre più in crisi in molti paesi. Sono convinta che anche grazie agli strumenti offerti dalla rete il Parlamento possa trovare opportunità per rilanciare la sua funzione”.

La bozza è pronta, ma il gruppo che ci lavora via mailing list, attende la sintesi del professore Stefano Rodotà, che lo guida, essendo emerse posizioni diversificate, che certamente terranno conto dell’apporto dato dalla consultazione voluta dal ministro Francesco Profumo all’epoca del governo Monti due anni fa.

Le prime tracce, o filoni tematici della Carta dei diritti riguardano un primo insieme di elementi circa la necessità di: 1. Garantire la neutralità e la trasparenza della rete; 2. Assicurare i diritti umani e le libertà fondamentali, il rispetto della dignità e della integrità della sfera personale di ciascuno e la sua libertà di espressione; 3. Tutelare l’autonomia di ciascuno anche nella propria identità digitale e la riservatezza dei dati personali; 4. Garantire la cittadinanza in rete, attraverso l’accesso universale all’infrastruttura, l’apertura dei dati del settore pubblico e la loro libera utilizzazione nei limiti della legge e la fruizione da parte di tutti come mezzo di diffusione e condivisione; 5. Favorire la circolazione della conoscenza e dei contenuti in rete; 6. Promuovere la sicurezza in rete, sia essa di interesse pubblico sia essa di interesse individuale (a partire dai minori e i disabili); 7. Promuovere azioni positive per l’educazione a Internet e la tutela dei diritti.

I resoconti stenografici (del 28 luglio e del 22 settembre) riportano che un testo consolidato potrà essere a disposizione già dal 4 ottobre ma la presentazione rimane il 13 contemporaneamente all’apertura di una fase di consultazione pubblica, con la Commissione che dovrà proseguire i suoi lavori ascoltando il parere degli operatori, di cittadini e di altri esperti del settore. A latere sarà aperto un canale di comunicazione con il Governo. Il testo sarà chiuso per la fine del semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea. Nel frattempo la presidenza della Camera col suo staff è impegnata a costituire un rapporto di collaborazione e di confronto con omologhe commissioni istituite presso l’Assemblea Nazionale francese, il Bundestag tedesco e la Camera dei Comuni inglese dove il lavoro su temi simili va avanti da mesi. L’auspicio del professore Rodotà è di avere le “carte in regola” per il prossimo Internet Governance Forum alle Nazioni Unite per chiedere che una delle sue sessioni sia dedicata proprio al Bill of Rights.

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