Scusate, ci siamo sbagliati. Dmin.it, precisazione di Frontiere Digitali

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Dmin.it, precisazione di Frontiere Digitali
Tre componenti della celebre associazione hanno firmato l
‘appello Chiariglione a Rutelli ma spiegano che la firma va intesa come parte della lotta alla Dottrina Sarkozy e non come sostegno integrale alla proposta Dmin.it

Come Frontiere Digitali abbiamo sottoscritto l’appello di Leonardo Chiariglione al Vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli perché crediamo sia necessaria una forte presa di posizione contro la terribile proposta dei “sistemi di controllo globale” avanzata dalla Commissione Olivennes istituita da Nicolas Sarkozy, soprattutto dopo che Enzo Mazza, direttore generale della Federazione dell’industria musicale italiana (Fimi), ha chiesto alla Commissione sul rapporto tra diritto d’autore e nuove tecnologie di seguire la strada tracciata dai francesi.

Tuttavia ci teniamo a chiarire che avremmo preferito che in questo appello non fosse minimamente citato il progetto Dmin.it , poiché non condividiamo integralmente le posizioni di Chiariglione e degli altri membri del progetto a favore dei digital restriction management (drm), anche se interoperabili, e delle misure tecnologiche di protezione (tpm).

Dichiariamo la nostra totale estraneità al progetto Dmin.it (se non come osservatori) e, nonostante ne apprezziamo i punti “Accesso interoperabile alla rete a larga banda” e “Sistemi di pagamento flessibili ed interoperabili”, fintanto che continuerà ad assumere posizioni di sostegno o anche solo di apertura nei confronti di tecnologie di restrizione che impediscono l’esercizio dei diritti di libera utilizzazione, non troverà il nostro appoggio.
Ci sentiamo di proporre a Chiariglione di permettere di aderire alle singole proposte del progetto, con la possibilità di escludere quelle che molti considerano “liberticide”.

Alla pagina web Obbligo di rispetto dei diritti di libera utilizzazione potete leggere e contribuire alla posizione di Frontiere Digitali in merito a drm, tpm e trusted computing.

Arturo Di Corinto, Lorenzo De Tomasi e Marco Scialdone

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