Attori, musicisti e scrittori insieme per Snowden: un appello per la difesa della libertà
Cinquanta personalità del mondo della cultura e della spettacolo hanno redatto una lettera per sostenere il fondo di difesa legale del protagonista del Datagate
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 novembre
L’ATTRICE Susan Sarandon e l’attore Viggo Mortensen, il chitarrista Tom Morello, e poi P. J. Harvey, Moby, la stilista Vivianne Westwood, i registi Terry Gilliam e Oliver Stone, il linguista Noam Chomsky, i filosofi Etienne Balibar e Slavoj Zsizek, insieme ad altre 50 personalità, hanno firmato un appello a favore di Edward Snowden, WikiLeaks, e di quei giornalisti e whistleblower “che rendono la democrazia migliore”. E hanno chiesto di donare ognuno quello che può alla Courage Foundation, il fondo ufficiale per la difesa di Snowden e di altri che come lui hanno denunciato malaffare e corruzione dentro i governi, e così pure le agenzie di sorveglianza e sicurezza che hanno messo a rischio la libertà di tutti senza riuscire a impedire stragi e attentati terroristici.
Si legge nella lettera: “Noi sosteniamo i whistleblowers e gli editori che a rischio della vita e della carriera prendono posizione per la libertà e la giustizia. Grazie al coraggio di Daniel Ellsberg (l’autore dei Pentagon Papers sulla sporca guerra in Vietnam), Chelsea Manning, Jeremy Hammond, Edward Snowden, l’opinione pubblica ha potuto conoscere i crimini di guerra, la corruzione, la sorveglianza di massa e gli abusi di potere del governo degli Stati Uniti e di molti altri governi in tutto il mondo. WikiLeaks è essenziale per la sua impavida dedizione nella tutela di queste fonti e nella pubblicazione della verità. Tali atti di coraggio generano responsbilità, possono trasformare governi e in definitiva fare del mondo un posto migliore.”
Tra i firmatari dell’appello ci sono anche Toni Negri e Michael Hardt, gli autori del bestseller Impero, lo scrittore Hanif Kureishi, il regista Ken Loach, vincitore del Leone d’Oro a Venezia, e poi John Pilger, autore di War on democracy, già garante della richiesta di libertà su cauzione per Assange, come pure il filosofo italiano Pier Aldo Rovatti. Per spiegare la sua adesione, Tom Morello, ex chitarrista dei Rage Against The Machine e vincitore dei Grammy Awards, ha detto: “Quelli che sono coraggiosi abbastanza da denunciare i crimini del governo e smascherare la corrruzione incarnano lo spirito della democrazia e della giustizia. Invece di celebrarli come oracoli della verità e come esempio di responsabilità, vengono perseguitati e bersagliati da un sistema legale draconiano che li punisce per aver denunciato i crimini altrui.”
I sottoscrittori invitano anche a guardare il film documentario sul Datagate realizzato dalla regista Laura Poitras. Il film, CitizenFour, narra l’incontro tra Snowden e il giornalista Glenn Greenwald che per primo ha portato all’attenzione della stampa la più ampia operazione di sorveglianza di massa della storia, il Datagate. Vivianne Westwood al proposito ha dichiarato: “Più gente guarderà CitizenFour, più crescerà l’opposizione all’assalto governativo contro le nostre libertà civili.”
Il nome scelto non è casuale. Il titolo CitizenFour ricorda il famosissimo Citizen Kane, il film di Orson Wells, uscito in Italia come “Quarto Potere”. Anche un altro film dal titolo non casuale, Quinto Potere di Bill Condon (2013), aveva raccontato una storia di talpe e spioni digitali, ma in questo caso al centro della vicenda c’è Julian Assange, interpretato da Benedict Cumberbatch, e la storia della creazione della piattaforma informatica per le denunce anonime nota come Wikileaks. Il film è basato sul libro “Inside WikiLeaks. La mia esperienza al fianco di Julian Assange nel sito più pericoloso del mondo” di Daniel DomscheitBerg (Marsilio, 2011), e “Wikileaks. La battaglia di Julian Assange contro il segreto di stato” dei giornalisti inglesi Luke Harding e David Leigh (Nutrimenti, 2011).