Anniversari. Giro di boa per il quotidiano telematico. Un grazie sentito a tutti i lettori
AprileOnLine.Info n.100 del 16/09/2004
[Arturo Di Corinto]
E così siamo arrivati al numero 100. Aprileonline.info, il supplemento telematico alla rivista “Aprile per la sinistra”, festeggia un anniversario importante. Importante per molte ragioni. La prima è la conferma è di essere riuscito a sopravvivere.
E’ sotto gli occhi di tutti che in questo paese il pluralismo dell’informazione è una favola che non incanta più nessuno. Senza parlare di radio e televisioni, un settore blindato dal duopolio Rai-Mediaset e strozzato dall’Auditel (e Audiradio) e dagli investimenti pubblicitari a senso unico che producono questo circolo vizioso, se si guarda alla carta stampata il quadro si presenta desolante. Mancano idee, mancano risorse, diminuiscono i lettori. I motivi di questo stato di cose sono molteplici ma la scomparsa degli editori “puri”, il calo degli investimenti e la mancanza di risorse in generale, sono i più vistosi. Una situazione che non facilita né la nascita né la continuità di testate indipendenti, innovative, in grado di resistere agli umori del mercato. Sopravvivono i giornali finanziati da gruppi industriali e lobby politiche, gli “spenditori”, che preferiscono possedere un’attività in perdita pur di avere un ritorno di tipo non economico: contribuire all’agenda politica, “allevare” consumatori e manipolare l’opinione pubblica.
I grandi quotidiani riescono a mantenersi in attivo e ad ampliare la loro offerta creando delle “sinergie di mercato” vendendo gadgets, anche se di carattere culturale, e moltiplicando l’offerta “informativa” grazie alla pubblicità venduta su inserti patinati obbligando i lettori ad acquistarli abbinati al quotidiano con una spesa che aumenta del 30% il costo complessivo della visita in edicola. Molte riviste, invece, campano di occhialini, costumi, borsette “in regalo” o “in offerta”, con la carta stampata ridotta a supporto di beni di largo consumo e di scarso valore commerciale, offrendo notizie preconfezionate da agenzie “amiche” e service esterni gestiti da padroni delle ferriere e cooperative di giornalisti dove l’autosfruttamento è la regola più che l’eccezione.
In questo quadro i quotidiani e le riviste on line che sopravvivono lo debbono al vettore di carta o di plastica, anche quando la loro qualità giustificherebbe un obolo per la loro fruizione. Sopravvivere in questo contesto allora è già una vittoria. Che per Aprileonline dipende anche da un altro elemento: avere creato una nicchia informativa che in questo paese mancava, ogni giorno parlando di politica a un target fatto di amministratori, politici, decisori istituzionali, militanti di partito, segretari di sezione, curiosi e lettori affamati di argomenti più che di notizie, di punti di vista utili a comprendere le dinamiche di scenari mutevoli per ricavarne suggestioni e perché no?, soluzioni e idee.
Intendiamoci. Aprileonline è un piccolo giornale spedito gratuitamente nella mailbox di 3500 persone ogni mattina e con un sito che fa all’incirca 7000 visitatori unici (molti dall’estero), durante la giornata. Viene impaginato da una redazione ridotta al minimo, decentrata, che si coordina via Internet e si avvale di preziosi collaboratori che insieme producono anche una rivista cartacea mensile di buona fattura, e non pretende di competere con le corazzate della Confindustria o della Fininvest, nè in edicola nè su Internet. Però.
Però Aprile è una testata “sana”. Questo è dovuto in parte ad una buona amministrazione, in parte ai contributi per l’editoria erogati dalla legge voluta dal centrosinistra per tutte le testate: di destra, di centro e di sinistra e che oggi i berlusconiani vorrebbero modificare. Ma Aprile vive soprattutto grazie ai 6000 iscritti dell’omonima associazione e ad altri 2000 abbonati che lo ricevono direttamente a casa pur senza aderirvi, e grazie alle donazioni volontarie di chi crede nel nostro lavoro.
Se pensate che giornali “di tendenza” come Il Foglio e Il “nuovo” Riformista vendono 5-6 mila copie al giorno, nonostante la forza dei loro “illustri” sostenitori, fatevi due conti e capirete che non bisogna avere “le spalle coperte” per creare una voce indipendente che risponda solo ai suoi lettori.
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