UE/Antritrust. La Corte di Giustizia europea conferma la sentenza di condanna alla Microsoft
Arturo Di Corinto
AprileOnLine.Info n.169 del 23/12/2004
Ieri il Tribunale di primo grado della Corte europea di Giustizia ha respinto la richiesta di Microsoft di sospendere le “misure correttive” che le aveva imposto l’Antitrust comunitario il 24 marzo scorso. D’ora in avanti, per assicurare una corretta concorrenza sul mercaro europeo Microsoft dovrà fornire un sistema operativo senza il Windows Media Player e fornire i protocolli, le “regole” per far comunicare i suoi computer con quelli dei concorrenti.
E’ l’esito del lungo braccio di ferro, durato cinque anni, fra l’Antitrust europeo e l’azienda di Bill Gates in un procedimento sollecitato da Novell, Real Networks e altri gruppi e che aveva portato la Commissione Europea a condannare il gigante del software Usa al pagamento di una multa-record da 497,2 milioni di euro e all’adozione di alcuni rimedi per porre fine all’abuso di posizione dominante dell’azienda di Redmond il 24 marzo 2004. Il gruppo di Bill Gates aveva presentato ricorso davanti alla Corte europea di giustizia. Poi però l’8 novembre Novell aveva ritirato le sue denunce contro Microsoft presentate all’Antitrust Usa e Europa in cambio di un versamento di 536 milioni di dollari. Successivamente anche la Computer and Communications Industry Association (Adobe, Yahoo!, Nokia, et altri) ritirava la sua denuncia dopo aver concordato un accordo con Microsoft che entrava a far parte del trust. L’unica azienda a mantenere la sua denuncia è stata la RealNetworks, l’editore di Real Player, il software diretto concorrente del Media Player.
A dispetto dell’atteggiamento ondivago di alcuni ricorrenti ieri il giudice Bo Vestedorf ha siglato l’ultimo atto della contesa obbligando Microsoft a conformarsi alla decisione dell’Antitrust.
Esultano le associazioni e gli appassionati di software libero, da sempre critici verso le chiusure della Microsoft, perché, come ha sottolineato a Bruxelles Jonathan Todd, portavoce del commissario alla concorrenza Neelie Kroes, l’ordinanza “significa che la decisione della Commissione diventa adesso immediatamente esecutiva”.
A distanza gli ha risposto il vicepresidente della società di Redmond, Brad Smith, dichiarando che da subito sarà disponibile un websiste con le informazioni necessarie per l’interoperabilità di Windows con i sistemi concorrenti e che da gennaio renderà disponibili sul mercato europeo delle versioni di Windows che non incorporano il dispositivo Windows Media Player, ma ha anche ventilato la possibilità di ricorre al secondo grado di giudizio presso la corte di giustizia con la solita argomentazione, cioè che la sentenza produce un danno enorme alla Microsoft e lede i diritti dei consumatori.
Todd la pensa diversamente, secondo il portavoce del nuovo commissario che ha sostituito Mario Manti, l’ordinanza “preserva l’efficacia dell’applicazione delle regole antitrust comunitarie in mercati così mobili e dinamici”, quello informatico appunto, e che l’attuazione delle misure andrà, “a beneficio dei consumatori e della loro libertà di scelta, e stimolerà l’innovazione”. A scanso di equivoci e per difendere l’operato della commissione dalle accuse di persecuzione verso gli americani ha poi aggiunto: “Noi non miravamo a fare il massimo dei danni a Microsoft, ma a migliorare la tutela dei consumatori e la libertà di scelta sul mercato; tanto meglio se questo non porterà al fallimento di Microsoft, non era il nostro obiettivo”.