Nowar Tv per dieci ore sul satellite, così la tv pacifista buca il video
ARTURO DI CORINTO
il manifesto – 12 Dicembre 2002
Ore 16 del 10 dicembre. Nowartv inizia le trasmissioni dagli studi di Roma.
Luci soffuse, al centro della sala Andrea Soldani, già regista di Sciuscià, e Giulietto Chiesa, giornalista esperto di geopolitica. In mezzo a loro un Risiko, gioco da tavolo della guerra globale, per spiegare i rischi della guerra prossima ventura e le ragioni di una televisione autogestita il cui nome è già un programma. No War television. Questa guerra è la guerra di Bush all’Iraq, una guerra incerta nei tempi ma certa negli effetti che si preannunciano devastanti per la stabilità di tutta l’area mediorientale, e per la retorica da clash of civilization che la circonda, se nessuno a questa follia metterà un freno. Nowartv è perciò il tentativo di dare voce a tutti quelli che a questa guerra si oppongono. A cominciare dalle 260 piazze italiane che hanno aderito alla manifestazione «Fuori l’Italia dalla guerra» promossa da Emergency ed altri, con l’adesione di comuni, regioni, singole parrocchie e del variegato mondo dell’associazionismo laico e cattolico del nord, del sud e delle isole. Migliaia di persone che si sono mobilitate, nonostante il silenzio dei media, per la pace fra i popoli e contro la guerra permanente e preventiva, contro la «dottrina Bush», e il divario economico e sociale alla base dei tanti «microconflitti» che devastano il pianeta (www.warnews.it). Di tutto questo ha parlato Nowartv nelle sue dieci ore di trasmissione sul satellite, nelle quattro ore di trasmissione sulle emittenti locali di Europa7, nelle dirette delle Tv di quartiere dai coni d’ombra di un etere sovraffolato e male utilizzato (www.telestreet.it). Un po’ talk show, un po’ approfondimento giornalistico, un po’ telegiornale, con interviste (a Bocca, Santoro, Moratti, Martini) e dirette da Milano, da Bologna, Termini Imerese, intervallate dagli interventi in studio di Gino Strada, Alex Zanotelli, Luciana Castellina. Ma anche di Fiorella Mannoia, Teresa De Sio, Serena Dandini, Neri Marcorè e Vauro che hanno improvvisato un dialogo tra il serio e il faceto intorno alle opinioni favorevoli e contrarie alla guerra per concludere che la guerra è inaccettabile per risolvere le controversie internazionali, come recita l’articolo 11 della Costituzione Italiana.
Un esperimento di comunicazione che ha mostrato le opinioni della gente qualsiasi, lette dalla redazione Internet (www.nowartv.it), di testimoni meno noti, i membri dell’agenzia di informazione missionaria Misna, o dell’operaio di Termini Imerese che parla mentre scorrono le immagini delle proteste contro la chiusura degli stabilimenti Fiat.
Una maratona televisiva per raccontare come questa guerra che mira al controllo delle risorse petrolifere ha l’obiettivo di rilanciare un modello di sviluppo che è oggi in profonda crisi. E lo ha ha spiegato bene Sbancor, pseudonimo di un noto economista, ripercorrendo la storia delle ultime guerre in relazione agli andamenti ciclici dell’economia e al tentativo dei governi di risollevare economie depresse attraverso i finanziamenti al settore industrial-militare e con gli «interventi per la ricostruzione».
Ma Nowartv è anche un esperimento politico riuscito. Se Chiesa e Strada hanno ribadito che Nowartv ha riempito il vuoto pneumatico della stampa nazionale sulla manifestazione, l’informazione fatta dai volontari di Nowartv, che si sono presentati senza sigle coordinandosi in tempo reale, prefigura un nuovo tipo di servizio pubblico, capace di discutere l’allarme terrorismo come primo esempio della guerra permanente a chi vuole un mondo migliore. Ore 24.30 Nowartv chiude le trasmissioni, ma c’è da giurarci che non finisce qui.