Non solo virtuale La ricerca di notizie e di conferme è così frenetica che i siti, e non solo quelli movimento, s’intasano. S’infiamma la discussione
ARTURO DI CORINTO
il manifesto – 21 Luglio 2001
Ore 17.35, la rete impazzisce. E’ arrivata la notizia della morte di un giovane manifestante. Non si sa ancora chi sia, si vocifera che sia uno dei “black block”, forse uno spagnolo. Ore 17.40, allo sgomento segue la ricerca febbrile di informazioni. Si spera in una smentita. Le voci si rincorrono. Sarebbe stato investito da un blindato, “no, è stato un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo”, ribattono. Alle 18.02, un messaggio conferma l’uccisione del ragazzo. Non si sa ancora come sia avvenuta. Rainews24 è in diretta (www.rainews24.rai.it), il giornalista intervista uno dei manifestanti. In canottiera, col casco sulla testa, ha una telecamera con sé, dice di aver visto tutto e di averlo filmato, ma non è disposto a dare a nessuno la pellicola, gli hanno sparato, dice.
Sulle mailing list si attende che il materiale video sia caricato subito sul sito www.italy.indynedia.org. Il video documenterebbe l’assassinio del giovane da parte di un carabiniere. Il sito regge l’assalto dei tantissimi che cercano informazioni di prima mano, quella fatta dalla gente di cui si fidano, quelli dell’Independent Media Center. Quest’ultima versione viaggia veloce in rete.
Arriva la notizia che il sito de la Repubblica ospiti la sequenza fotografica dell’omicidio. Tutti a vedere. L’immagine senza vita del giovane è terribile. Giace in un lago di sangue, è ancora mascherato. Difficile confutare la ricostruzione fotografica. Più tardi arriverà la testimonianza di un fotografo. Gli hanno sparato dalla camionetta che stava inseguendo. Lo sgomento e la disperazione prendono la parola, viaggiano attraverso la posta elettronica. Qualcuno fa i paragoni con gli anni 70, altri ricordano via Fracchia, altri dichiarano solo la propria disperazione. Non c’è bisogno di chiamarli a raccolta, tutti su Internet, insieme, la chat room #hackit99 di Isole nella Rete si affolla di gente che urla dolore, chiede unità ai manifestanti. Sono 50, 60. Non c’è distinzione o colore di tuta che tenga. E’ un morto di tutti.
Qulacuno lancia l’idea di un netstrike verso il sito ufficiale del g8, e pare non ricevere molti consensi, si parla d’altro. Ma il netstrike è partito.
Il sito di Indymedia aggiorna sui fatti in italiano e in inglese. C’è la notizia della morte del ragazzo. 19.09: Un’altra ragazza è molto grave per un colpo di arma da fuoco. Diversi i feriti gravi. Il capo della Procura della repubblica ordina la dilazione di 48 ore per il colloquio dei fermati. Alle 19.38 quelli in ospedale sono invitati a dare solo nome e indirizzo e a non spiegare perché sono lì, a chiamare un avvocato dei “Giuristi Democratici” dentro l’ospedale. 19.41, chiunque entra ed esca dallo stadio dei Ciclamini viene arrestato. Continuano gli scontri. 20.22: agenti in borghese controllano chiunque cerca di entrare o uscire dal Carlini.
Un’altra chat room. I più anziani, ricordano. Al computer, con i figli vicino. Gli anni 60, Tambroni e i ragazzi con la maglietta a strisce. Cosa accadrà adesso? Quelli che avevano deciso di stare a casa adesso vogliono partire. Vogliono partecipare, vedere con i propri occhi. Basta alla violenza della polizia.