La Repubblica

Come denunciare la diffamazione sul web e rendere più facile produrre le prove digitali

Non basta uno screenshot per dimostrare che sei stato insultato e diffamato su Facebook. Non basta nemmeno la fotografia dello schermata del computer, e nemmeno la testimonianza di chi l’ha visto. Più in generale se vuoi denunciare qualcuno e farlo condannare per un illecito online ci vogliono delle prove più solide, di tipo forense.

Ormai le denunce di diffamazione piovono a decine ogni giorno nelle caserme delle forze dell’ordine e spesso sono il frutto di liti temerarie tra persone che pretendono di avere ugualmente ragione nelle infinite discussioni su Facebook o Twitter, nel gruppo WhatsApp della scuola o del calcetto, e che poi finiscono per insultarsi o minacciarsi a vicenda. A volte però c’è di peggio, come quando un cyberstalker insiste a commentare compulsivamente quello che scrivi per avere solo la tua attenzione. O peggio, per rovinarti la reputazione.

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Però per dimostrare di avere subito un torto online, o nel Metaverso, non bastano nemmeno gli avvocati da soli, bisogna usare delle tecnologie ad hoc, le tecnologie Legal Tech. Sono le stesse tecnologie che entrano in gioco quando bisogna aggiornare automaticamente la policy sui cookie, redigere e fare rispettare contratti online, garantire che un certo prodotto tecnologico faccia quello che dice il produttore. Ecco, in tutti questi casi si ricorre alle tecnologie legali, un ambito commerciale di forte sviluppo noto col nome intero di Legal Technologies. Tradotto in italiano il termine Tecnologie Legali oggi sottintende l’utilizzo di tutte quelle tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’analisi semantica, il data mining, eccetera, che servono a ottimizzare la soluzione di problemi complessi di natura legale e regolamentare. È un tipo di tecnologia al servizio di studi e uffici legali di aziende strutturate, ma anche dei cittadini.

Branca della tecnologia nata negli Stati Uniti alcune decine di anni fa, la sua crescente rilevanza è dettata, da un lato, dall’esplosione della nostra vita onlife, sempre più appesa a uno schermo digitale, dall’altro dal fatto che la tecnologia stessa si sta facendo sempre più prêt-à-porter. Per questo startup e aziende del settore ICT realizzano prodotti che permettono di operare in maniera rapida, efficace e conveniente sfruttando le economie di scala tecnologiche.

Il mercaro del legal tech

Nel mercato del Legal tech sono molti i software gestionali per avvocati come Elibra; piattaforme che intermediano domanda e offerta di servizi legali come Slidinglife; e i prodotti che permettono di automatizzare la generazione di documenti legali, informative e contratti a partire da modelli predefiniti, senza che il cliente debba conoscere alcun tecnicismo legale (es: LexDo.it). Vi sono anche soluzioni più complesse che fanno uso di big data e intelligenza artificiale per velocizzare e ridurre i costi delle attività di due diligence messe in atto nell’ambito di operazioni straordinarie (es: Luminance), come anche prodotti che permettono di centralizzare le operazioni di adeguamento e mantenimento della conformità a regolamenti e direttive, come ad esempio il GDPR (es: Cookiebot). Si tratta di soluzioni rivolte prevalentemente a professionisti, studi legali e imprese di ogni dimensione.

Ma, come dicevamo, sono spesso i semplici cittadini che possono beneficiare di soluzioni legal tech. Si pensi ad esempio ai servizi online che permettono di ottenere un rimborso sui viaggi aerei in caso di cancellazione del volo, ritardo, overbooking o smarrimento del bagaglio (es: Reclamio). In Italia ci sono 60 startup legal tech con un discreto giro d’affari e sono tutte elencate su Legal Tech Map, una mappa interattiva online. L’ha realizzata Kopjra, una società leader del settore per quanto ancora giovane e gestita da giovani che lavorano a stretto contatto sia con gli studi legali che con informatici e società di Ict.

Startup di cyber security, Kopjra è specializzata nelle investigazioni online, la così detta Open Source Intelligence (Osint) e nella network forensics. Kopjra ha ideato Legal Tech Italy, l’osservatorio permanente sull’evoluzione del settore legal tech in Italia e, dal 2015, organizza il Legal Tech Forum, una conferenza che in 5 edizioni ha coinvolto oltre 100 relatori, italiani e internazionali, e migliaia di partecipanti. Dal 2018 offre una piattaforma elearning che permette agli avvocati di restare aggiornati sulle novità del settore e i suoi creatori hanno anche ideato una serie di premi per startup e giovani talenti, il Legal Tech Awards. Alla vigilia del Legal Tech Forum 2021 Web Edition che si terrà il 21 dicembre nel cyberspace ha anche prodotto un report sullo stato dell’arte del settore.

Denunciare bullismo, revenge porn e diffamazione on line

Sbaglia però chi pensa che tutto questo sia solo un affare da tecnici e laureati in Giurisprudenza.vCome ci conferma Tommaso Grotto, il suo cofondatore, “Il Legal tech offre strumenti in grado di supportare persone vittime di bullismo, stalking, revenge porn e diffamazione online. Noi abbiamo realizzato Web Forensics, una soluzione che permette di acquisire in maniera forense evidenze probatorie da produrre in giudizio in un successivo momento, nel pieno rispetto degli standard internazionali di informatica forense”. Un tema trattato pure da Stefano Fratepietro nel suo Non è un libro per hacker (Dario Flaccovio Editore, 2021) dove racconta proprio come nella maggiore parte dei giudizi che arrivano in tribunale si fallisca proprio nel produrre le evidenze dei comportamenti digitali da sanzionare.

Le tecnologie legali contribuiscono a garantire l’imputabilità ed integrità dei dati (attraverso servizi fiduciari come le marche temporali, i sigilli e firme elettroniche, i sistemi di identificazione remota, la conservazione documentale) e la verificabilità delle prove in caso di incidente. Per questo “Cyber security e legal tech sono settori che si intrecciano frequentemente laddove la cyber security però ha il compito di tenere al sicuro sistemi informativi e relativi dati, evitando che questi ultimi finiscano nelle mani sbagliate o siano oggetto di uno dei tanti data breach, ormai all’ordine del giorno”.

Per il prossimo futuro si prevede che le soluzioni legal tech per essere più ampiamente adottate, dovranno bilanciare il rapporto tra i rischi mitigati, gli investimenti necessari e i benefici ottenuti dalla loro adozione e quindi dovranno essere in grado di massimizzare contemporaneamente questi parametri, fondamentali per convincere i clienti ad affrontare l’investimento. Ma le opportunità principali, invece quali saranno? Per Grotto non ci sono dubbi: “Avvocati, studi legali, aziende ma anche privati cittadini, potranno accedere a servizi all’avanguardia erogati in una frazione del tempo ed acquistati ad una frazione del prezzo a cui oggi si è abituati”.