Wired: Il politico è trasparente sul Web

wiredlogoIl politico è trasparente sul Web Monitorare l’attività dei parlamentari? Un buon metodo per giudicare il lavoro di chi ci governa. Per questo c’è l’associazione OpenPolis.
Arturo Di Corinto per Wired.it
28 febbraio 2011 di Arturo Di Corinto

Nell’Atene di Pericle la democrazia era visibile perché si esercitava in pubblico, nell’agorà e nell’ecclesia, e ricordando quel modello, Norberto Bobbio poté dire che la democrazia è “governo pubblico in pubblico”. Voleva dire che l’esercizio della democrazia dovrebbe essere partecipato, trasparente e noto a tutti. Ma oggi non è così. O almeno questo non accade in Italia dove non si sa ciò che accade nelle Commissioni parlamentari, primo e importante passaggio del processo di elaborazione delle leggi: non c’è resoconto stenografico, tranne casi particolari, e, soprattutto, non c’è pubblicità dei voti e delle presenze. Le votazioni in Parlamento invece sono pubbliche, le discussioni sono trasmesse in televisione, ma quanti cittadini riescono a seguirle, impegnati come siamo tutti con famiglia, lavoro e traffico? I giornalisti parlamentari le sintetizzano per i lettori, ma quale è il loro grado di pubblicità?

Se è vero che Internet è la più grande agorà pubblica della storia, per riportare la democrazia in pubblico si può usare la rete. L’associazione OpenPolis usando i mezzi che la tecnologia oggi ci dà, offre ai cittadini l’opportunità di monitorare l’attività dei parlamentari che, nonostante l’assenza di vincolo di mandato, non hanno una delega in bianco, ma devono rispondere di quello che fanno agli elettori e al paese. Openpolis riunisce diversi progetti in rete (openpolis.it, openparlamento.it, voisietequi.it), per garantire a tutti i cittadini la possibilità di fruire in maniera diretta di un patrimonio di informazioni pubbliche che ha un impatto diretto sulla loro stessa vita.
Grazie alla rete, alle tecnologie open source e una comunità di oltre 10 mila utenti l’associazione registra sul proprio sito web il comportamento di 130 mila politici italiani e sulla base di dati oggettivi disponibili tra Camera e Senato stila le classifiche dell’attività parlamentare usando gli strumenti di OpenParlamento. Così è possibile scoprire che i deputati Ghedini e Angelucci del PdL, sono i meno produttivi del Parlamento e che Rosy Bindi è il deputato PD con maggiori presenze a Montecitorio.

In openparlamento.it ad esempio, ogni atto presentato in Parlamento ha una pagina dedicata dov’è possibile seguirne i passaggi, gli emendamenti e le votazioni e dove i cittadini possono esprimere i loro commenti, voti o proposte.
Fra le proposte del progetto, la piena pubblicità delle dichiarazioni dei redditi, dei patrimoni e delle spese elettorali che i parlamentari sono tenuti a depositare ogni anno presso gli uffici di Camera e Senato, per metterli online, in formati standard e aperti, in modo da poter essere effettivamente consultabili dai cittadini interessati.
Dicono i promotori: “la nostra sfida è quella di raccogliere l’adesione di tutti coloro che pensano sia urgente in Italia diffondere la rivoluzione della trasparenza, far penetrare la luce in ogni istituzione, ufficio e consiglio di amministrazione dove si gestiscono risorse pubbliche e dove si prendono decisioni che riguardano tutti.”

Da quando per primo Giulio Cesare volle registrare e pubblicare le sedute del Senato, scrivendole negli Acta Diurna (il primo giornale della storia) con l’intento di sottrarre al Senato quell’aurea di segretezza che ne contribuiva al potere, quello di Open Parlamento è forse l’esperimento più avanzato per riportare il governo della democrazia in pubblico. Non è l’unico: in Inghilterra esiste The Public Whip (“La frusta pubblica”), grazie al quale gli inglesi possono sapere come i loro rappresentanti votano per cambiare le leggi alla camera bassa e in quella alta. Quindi, poiché come ha detto il presidente Caianello è opinione largamente condivisa che la democrazia sia da intendere come il governo del “potere visibile”, e lo stesso diritto di informazione deve considerarsi non fine a sé stesso, ma in senso strumentale per la realizzazione della democrazia, Open Polis mette in piazza l’attività del Parlamento con il suo rapporto annuale.
Camere Aperte 2011, che sarà presentato al Senato della Repubblica (lunedì 28 febbraio, ore 17, Sala Nassirya), è il nuovo rapporto pubblicato annualmente da Openpolis, che dal 2008 si propone l’obiettivo di fornire ai cittadini un’informazione trasparente e un monitoraggio attento dell’attività politica. Il rapporto è scaricabile qui: http://indice.openpolis.it

L’importanza dell’iniziativa è evidente: nel rapporto si evince che In Italia l’82,7% delle leggi approvate è d’iniziativa governativa e solo il 37% delle interrogazioni parlamentari ha avuto risposta. E’ forse il segno di un progressivo svuotamento del senso e del ruolo del Parlamento nella produzione delle leggi? E’ questa la malattia di una politica che ha smarrito il senso della rappresentanza? Per curarla si può ricominciare da qui, dalla trasparenza: la luce del sole può essere il miglior disinfettante anche di questa malattia della nostra democrazia.

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