La riforma europea del copyright e l’ammonimento dato a Orbàn hanno in parte oscurato l’annuncio di nuove regole per contrastare il terrorismo sul web e posto in secondo piano l’importante messaggio dato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul rischio di attacchi informatici.
Proprio mentre la commissione europea proponeva nuove regole per limitare la diffusione del fanatismo online ipotizzando multe del 4 per cento del fatturato alle piattaforme che non rimuovono i contenuti terroristici entro un’ora dalla segnalazione, Sergio Mattarella era protagonista di un inusuale avvertimento.
Presente al vertice europeo «Arraiolos» di Riga, il 13 settembre scorso il presidente della Repubblica ha dichiarato che «gli Stati hanno l’obbligo di difendere i loro concittadini dagli attacchi virtuali. Sappiamo che le conseguenze di attacchi informatici possono essere disastrose: sui sistemi informatici pubblici, sulle banche, sui sistemi elettorali, sui sistemi sociali e sanitari. E la possibilità che grandi gruppi criminali, o anche Stati con atteggiamento ostile, possano provocare questi danni disastrosi è davvero allarmante per tutti».
Le affermazioni del capo dello stato inducono molte riflessioni.
Dichiarazioni tanto forti potrebbero significare che qualcosa di grave è già successo ed è noto al capo dello stato, che in questo modo ha voluto avvertire anche i non addetti ai lavori e invitare decisori pubblici e privati a un più attento presidio dei sistemi critici del paese, per l’appunto i sistemi sanitario, bancario, dei trasporti, elettorale.
Insomma non si tratta più soltanto di fare attenzione ai troll, alle fake news e alla manipolazione degli orientamenti di voto – sui quali non si deve abbassare la guardia – ma ad azioni ostili di attori statali.
Il richiamo del capo dello stato sembra il miglior viatico al mese europeo della sicurezza informatica costellato da importanti iniziative anche in Italia dove si nota un discreto fermento intorno alle tematiche di cybersecurity.
Il mese scelto è ottobre, ma già a settembre è possibile partecipare a varie iniziative.
Ad esempio, solo nella capitale il 21 e 22 settembre alla Link Campus University si tengono i Cyberdays, il 24 Kaspersky festeggia i suoi dieci anni di attività in Italia alla presenza del fondatore, Eugene Kaspersky, il 26 e 27 si tiene il Cybertech, la maggior fiera europea di cyber tecnologie.
Noi però qui ve ne segnaliamo una in particolare, organizzata dall’associazione Cyber Saiyan il giorno 22 durante RomHack dove verrà presentato lo Zanshin Tech, l’arte marziale che si occupa di conflitti digitali e che insegna, ad adulti e ragazzi dagli 11 anni in su, a difendersi utilizzando la tecnologia con la mentalità del praticante di arti marziali tradizionali orientali.
La disciplina è nata in Italia, e fonde gli insegnamenti tradizionali delle arti marziali come la non violenza, il rispetto dell’altro, la concentrazione e la disciplina con conoscenze tratte dal mondo della cybersecurity per insegnare a stare sicuri in rete e a difendersi da fenomeni come cyberbullismo, adescamento ed altre aggressioni digitali.
L’educazione come risorsa, perché, come dice sempre Mattarella, «sono minacce complesse che riguardano non soltanto la sicurezza dello Stato ma quella dei singoli cittadini. Sarebbe un errore pensare di difendersi da questi pericoli che vengono dal web blindando i confini territoriali, o linguistici, o etnici, perché i confini, rispetto a queste minacce cibernetiche, non esistono più, non sono una difesa».