Con l’attacco alla Siae la gang di cybercriminali Everest cerca più pubblicità che denaro
La Polizia Postale indaga sul caso, mentre la Società Italiana Autori ed Editori ha fatto sapere che non darà seguito alla richiesta di riscatto: 3 milioni di euro in Bitcoin
di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 20 Ottobre 2021
Un cantante lirico americano nato a Charleston, la patente di un romano nato nel 1952, B.G., un tesserino fiscale, una carta d’identità sammarinese e una richiesta di iscrizione per un’opera televisiva: questo è quello che la gang criminale nota come Everest ha messo in piazza sul suo blog nel Dark Web per rivendicare l’attacco informatico alla SIAE, la Società italiana Autori ed editori.
Un attacco reso pubblico solo nelle ultime ore ma che potrebbe essere di molto precedente, come in genere accade in questi casi. Nel comunicarlo il gruppo rivendica il possesso di 60Gb di dati, e informa di essere pronto a pubblicarli. Il nome del gruppo, Everest, viene dal codice software che usano nei loro attacchi. Già visto in azione nel 2018 con un altro nome, Everbe, il gruppo di lingua russa era stato identificato da McAfee e, attivo nell’ultimo trimestre 2021, oggi ha guadagnato la ribalta italiana proprio per farsi conoscere come minaccia cibernetica. Perché una cosa è certa, l’attacco ransomware a questo serve: a fare rumore, a farsi conoscere e a farti spaventare.