I siti della vergogna che nessuno riesce a chiudere
Hacker’s dictionary. Gli hacker di CyberTeam hanno «defacciato» 70 siti per denunciare le pagine di pedofili di cui è pieno il web. Ma se non cambiano le regole di assegnazione dei domini non servirà a niente
di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 20 Febbraio 2020
Il sito della cattedrale di Worcester in Inghilterra fino a poche ore fa era occupato da una lunga lista di siti pedofili e di predatori sessuali. Il sito, oggi tornato alla normalità, era stato defacciato da un gruppo di hacker che si fa chiamare CyberTeam. L’azione, rivendicata su forum internazionali è stata condotta dagli hacktivisti per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla piaga della pedofilia online.
Impegnati a tifare su Twitter o a scannarci su Facebook non pensiamo mai che mentre stiamo seduti davanti al computer qualcuno stia abusando di un minore. Di molti minori. Facendoli lavorare invece di mandarli a scuola, portandoli a finti concorsi di bellezza, obbligandoli a un servizio fotografico o a prostituirsi. Una piaga del nostro mondo che suscita orrore. Ma evidentemente non abbastanza, visto che il web è pieno di siti con immagini pedopornografiche e forum dove si contrattano servizi sessuali a pagamento con minori dopo averli scelti dai cataloghi della vergogna. Continua a leggere Il Manifesto: I siti della vergogna che nessuno riesce a chiudere